4 Maggio 2024
16:22
Syensqo contro la Provincia: “Pronti a impugnare ordinanza sulla bonifica della parte esterna del polo chimico”
ALESSANDRIA – In una lunga nota l’azienda chimica Syensqo di Spinetta Marengo prende una posizione netta contro la Provincia di Alessandria che ha comunicato la necessità di procedere alla bonifica e al ripristino ambientale della parte esterna del polo chimico. Non solo però. L’azienda infatti contesta anche alcune delle responsabilità imputate dall’ente provinciale alla Syensqo, a cominciare da quelle sulla contaminazione della acque sotterrane, testimoniata, sostiene il marchio, dai risultati ottenuti con la barriera idraulica.
Syensqo ha annunciato di voler valutare la decisione di “impugnare l’Ordinanza dinanzi alla competente autorità giudiziaria all’esito di una approfondita analisi del percorso tecnico argomentativo che sta alla base della Ordinanza stessa”. Secondo l’azienda di Spinetta in relazione alla presenza dei contaminanti/inquinanti rilevati nei “suoli” delle aree esterne allo Stabilimento, “la Provincia ha correttamente individuato Edison quale unico responsabile della contaminazione, in considerazione del fatto che tutti icontaminanti/inquinanti rilevati nei suoli provengono dalle attività gestite dalle società riconducibili al Gruppo Montedison (oggi Edison)”. Syensqo tuttavia contesta che “la contaminazione delle “acque sotterranee” derivi da “qualsivoglia responsabilità a Solvay e respinge l’equiparazione tra Edison e Solvay/Syensqo in ordine alle responsabilità dell’inquinamento della falda in ragione di una presunta inefficacia della barriera idraulica, inefficacia che trova smentita nello stesso iter amministrativo di bonifica“.
Il gruppo inoltre rimarca la differenza di approccio adottato rispetto alla Montedison. “In oltre 120 anni di storia dello stabilimento – aggiunge – solo Solvay/Syensqo ha realizzato una barriera idraulica e si è fatta carico di eliminare e contenere l’inquinamento causato da Edison. Invece, pur partecipando alle procedure di bonifica, Edison oltre a non aver mai posto in essere alcuna attività di bonifica e/o di messa in sicurezza per porre rimedio al proprio inquinamento, lo ha deliberatamente occultato agli Enti, e alla stessa Solvay all’atto della vendita dello stabilimento: per questa ragione Edison è già stata condannata a risarcire 91 milioni di euro in favore di Solvay, a cui si aggiungeranno gli ulteriori danni e costi di bonifica sostenuti, sempre e solo da Solvay, oggi in fase di quantificazione“. Syensqo inoltre richiama la compartecipazione della “Provincia e degli altri Enti” nei lavori di realizzazione della barriera idraulica “come tutti gli altri interventi di messa in sicurezza e di bonifica“. “E’ stata realizzata e gestita – precisa – sotto la costante e attenta vigilanza della Provincia e degli altri Enti che, nelle innumerevoli conferenze dei servizi e tavoli tecnici, hanno sempre approvato tutti gli interventi progettati da Solvay”.
Secondo l’azienda di Spinetta la bontà della barriera sarebbe provata dalle “migliaia di analisi e verifiche raccolte periodicamente per oltre 12 anni dagli Enti e da Solvay/Syensqo, hanno accertato ormai da molto tempo, come riconosciuto dalla stessa ARPA, la netta e continua diminuzione nelle acque di falda delle concentrazioni di tutti i contaminanti che sono scesi ai minimi valori storici mai registrati. In particolare, il cromo esavalente nelle acque di falda all’esterno del sito è sceso ai minimi storici mai registrati, con una riduzione della concentrazione media di oltre il 60%; il cloroformio, il tetracloruro di carbonio e gli altri solventi clorurati sono scesi di oltre il 90%“. In definitiva, chiude Syensqo “il decremento delle concentrazioni dovrebbe quindi escludere che Solvay/Syensqo possa essere ritenuta responsabile – anche per avervi contribuito solo in minima parte – alla contaminazione della falda all’esterno del Sito e dimostrerebbe, al contempo, l’efficace confinamento e l’azione di vera e propria bonifica dell’inquinamento storico ad opera della barriera.
La minaccia di una impugnazione della ordinanza provinciale tuttavia, chiude Syensqo, ritenuta fondata su un “incoerente percorso argomentativo, non influirà sul “proprio impegno, con il massimo spirito di collaborazione e di tutela del territorio, nell’azione di bonifica e di messa sicurezza dell’inquinamento storico di Spinetta”.