19 Giugno 2024
05:00
Asili nido: tante domande e pochi posti. E tra chi resta fuori nasce il disappunto per le graduatorie
ALESSANDRIA – Lasciare i figli all’asilo nido è indispensabile per molte mamme e papà che lavorano, anche per evitare che la scelta di essere genitori costringa uno dei due, e di solito le donne, a rinunciare al posto di lavoro. Le rette del nido, anche se differenziate in base all’Isee, sono salate in gran parte delle città e le famiglie sperano di inserire i figli in una struttura pubblica per alleggerire almeno un po’ i costi. Contava nell’ingresso in un nido comunale anche un papà che risiede ad Alessandria e che, insieme alla sua compagna, ha compilato per tempo la richiesta.
Il genitore ha seguito “fedelmente” tutte le indicazioni fornite dal Servizio Nido e ha risposto alle varie domande in modo “onesto e sincero”. Nell’elenco provvisorio di ammessi, la famiglia è rimasta più in basso rispetto alla soglia che avrebbe garantito l’ingresso a settembre in una delle strutture comunali del capoluogo. E “all’amarezza” il papà ha aggiunto “il disappunto” quando ha chiesto spiegazioni agli uffici sui controlli fatti in Comune per stilare la graduatoria. Per rispondere ad alcuni quesiti e guadagnare punti, ha spiegato il papà, basta “un’autocertificazione”. Ogni Comune fissa i propri parametri quando si tratta di asili nido ma ad Alessandria, ad esempio, lavorare più o meno di 36 ore settimanali muove una piccola manciata di punti che può però rivelarsi determinante quando i posti sono pochi e le domande tante. Il genitore avrebbe voluto avere garanzie di ferrei controlli. Così, però, non è stato: “Mi è stato detto che non vengono fatti” ha raccontato il papà. Il genitore non vuole puntare il dito contro altre famiglie ma di fronte a una selezione che impatta tanto sulla vita e sui bilanci famigliari vorrebbe avere la certezza che sia “l’onestà a pagare”, e a far conquistare posizioni in graduatoria.
Riportata la segnalazione del genitore, l’assessore ai Servizi Educativi di Palazzo Rosso, Marina Cornara, si è informata con gli uffici e ha spiegato di aver avuto una risposta diversa da quella ricevuta dal papà che ha contattato la redazione. I controlli sulle domande “ci sono”, ha assicurato il membro della Giunta: “Per i lavoratori autonomi il controllo è del 100%, così come per le domande presentate da genitori con contratto di lavoro a tempo determinato”. Per i lavoratori a tempo indeterminato i controlli sono invece “a campione”, ha aggiunto l’assessore: “Ma così è previsto dalla legge”.
Il papà alessandrino non nutre molte speranze di riuscire a guadagnare posizioni nella graduatoria definitiva e si è già informato sulle rette di strutture private. Dai primi calcoli dovrà pagare circa 300 euro in più al mese rispetto a quanto avrebbe pagato in un asilo comunale. Una spesa che sbilancia, e non poco, i budget famigliari, anche se entrambi i genitori lavorano. Quello della carenza di posti nei nidi pubblici non è un problema solo di Alessandria. L’Italia resta lontana dagli standard europei e la richiesta che ormai da anni arriva forte da famiglie lungo tutto lo Stivale è di aumentare, e in alcuni casi di avere, posti disponibili in asili pubblici. “Il Comune Alessandria sta lavorando per aumentare i posti nei nidi” ha assicurato l’assessore Cornara ma, anche a livello nazionale, serve un intervento per abbassare le rette e in molti casi anche per conciliare, di più meglio, gli orari delle strutture pubbliche alle giornate lavorative dei genitori che non possono contare sul prezioso aiuto di nonni o altri famigliari. Altrimenti il nido, anche dove c’è, sarà sempre di più “un lusso” che sempre meno famiglie potranno permettersi, e non solo per i pochi posti a disposizione.