26 Giugno 2024
17:06
Maxi allevamento di galline a Casei Gerola. LAV Oltrepò Pavese chiede di archiviare il progetto
CASEI GEROLA – LAV Oltrepò Pavese è in prima linea per fermare il maxi-allevamento da oltre 210.000 galline ovaiole nel comune di Casei Gerola, al confine con i comuni della bassa Valle Scrivia in provincia di Alessandria, e insieme a cittadini e Comuni preoccupati dagli impatti “su salute, ambiente e animali” chiede di “archiviare il progetto”.
“Alla “Conferenza di Verifica” del 20 giugno negli uffici comunali di Casei – scrive LAV Oltrepò Pavese – sono state discusse le osservazioni presentate dai comuni di Molino dei Torti, Castelnuovo Scrivia e Alzano Scrivia, che sottolineando un possibile vizio procedurale, hanno imposto una rivalutazione del progetto da parte dell’Amministrazione di Casei Gerola.
Le note sulle criticità relative al benessere animale e alla salute del territorio, presentate da LAV alla prima Conferenza dei Servizi nella sede della Provincia di Pavia, sono state ulteriormente integrate e depositate unitamente a un documento redatto da ISDE Italia – Associazione Medici per l’Ambiente, che ha messo a disposizione le proprie competenze tecnico-scientifiche ed amministrative per evidenziare le possibili incongruenze contenute nel progetto.
Nello studio di ISDE vengono evidenziati tutti gli impatti critici per l’equilibrio ambientale e sanitario del territorio, in particolare sul tema della produzione di ammoniaca (NH3), precursore delle polveri secondarie (le cosiddette polveri sottili) che sono responsabili di gravi impatti sulla salute umana – in primis in Pianura Padana – come riconosciuto unanimemente dalla comunità scientifica.
Ma anche sul tema delle zoonosi: la situazione di sovraffollamento all’interno degli allevamenti avicoli, come sarebbe questo, non solo è eticamente inaccettabile, ma pone gravi rischi per la salute umana. Il virus dell’influenza aviaria, H5N1 è in grado di mutare e passare dagli animali all’ uomo, con un tasso di mortalità che si attesta oltre il 50%. Recentissima l’epidemia di aviaria negli USA dove il virus ha per la prima volta contagiato bovini “da latte” mostrando ancora una volta la sua capacità di mutare e infettare nuove specie.
Lo abbiamo già visto: quando l’influenza aviaria colpisce gli allevamenti avicoli e decine di milioni di animali vengono uccisi, come è accaduto nel 2022 in Italia, le conseguenze sulla collettività sono gravi: sia in termini di risorse pubbliche spese per risarcire gli allevatori, sia per l’esposizione al rischio sanitario di una pandemia da virus H5N1, che avrebbe conseguenze devastanti in termini economici e di vite umane.
La decisione dell’Amministrazione di Casei di rivalutare con studi più approfonditi e sottoporre a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) il progetto, è arrivata mentre fuori dal municipio si teneva in contemporanea un sit-in di protesta del “Comitato per la salute della bassa Valle Scrivia”, con la partecipazione della sede locale LAV Oltrepò Pavese e numerose associazioni ambientaliste e animaliste locali, oltre ad alcune forze politiche.
Prendiamo atto – affermano gli attivisti LAV – della pubblica dichiarazione del sindaco di Casei che si dice pronto a considerare le osservazioni presentate da tutte le parti in causa, comprese quelle di chi da giorni si batte pacificamente, ma con grande determinazione, contro il maxi allevamento”.
Poco prima dell’inizio della Conferenza, la presidente del Comitato civico aveva infatti presentato all’attenzione del Sindaco circa 2000 firme di cittadini contrari all’allevamento, raccolte in meno di un mese ai tavoli organizzati con gli attivisti LAV nelle piazze dei principali comuni interessati dal progetto.
Già ad inizio maggio durante un incontro avvenuto presso gli uffici comunali per sottoporre alla Giunta il tema della sofferenza degli animali negli allevamenti, LAV Oltrepò Pavese aveva formalizzato la richiesta di anteporre la salute dei cittadini, del territorio e degli animali, agli interessi economici del soggetto proponente, raccogliendo apertura al dialogo da parte del Sindaco.
Considerato l’esito della Conferenza che comporterebbe l’avvio di un nuovo procedimento – concludono gli attivisti LAV – e verificati i presupposti tecnici per dire no alla costruzione dell’allevamento, ci auguriamo che il Sindaco di Casei possa dimostrare di poter essere un esempio di lungimiranza per i cittadini e gli animali, archiviando definitivamente il progetto”.