3 Luglio 2024
17:10
“Gaber avrebbe scritto un pezzo al vetriolo sull’IA”: Bertoli in concerto al Broletto
PAVIA – Giovedì 4 luglio, una calda serata estiva che promette di accendersi non solo di stelle, ma anche di note e parole che risuonano di verità e sentimento. Davide Bertoli salirà sul palcoscenico del Broletto di Pavia alle 21.00, per presentare il suo “omaggio a Gaber e Luporini “. Un evento a ingresso libero che si preannuncia come una delle serate più intense e riflessive dell’estate pavese.
Bertoli, un manager d’azienda con una passione viscerale per la musica e lo storytelling, ha scelto di dedicarsi al glorioso repertorio dei cantautori classici italiani. Da De André a Vecchioni, passando per Guccini, il suo amore per la musica d’autore ha radici profonde, che affondano negli anni ’80. Era un diciottenne quando iniziò a suonare e a lasciarsi travolgere dal filone dei cantautori classici. Gaber arrivò un po’ più tardi, ma quando si affacciò nella sua vita, lasciò un segno indelebile.
Il primo incontro con Gaber avvenne nel backstage del Teatro Fraschini. Bertoli, giovane e appassionato, scambiò qualche battuta con l’artista milanese. “Ma voi fate musica da ballare o musica da pensare?” domandò Gaber alla band. Una domanda che rimase impressa nella mente di Bertoli, piantando il seme di un’idea che avrebbe preso forma negli anni successivi. Da quel momento, la sua missione artistica cambiò direzione: non più solo musica di intrattenimento, ma performance canore e teatrali con un contenuto profondo, capaci di far riflettere.
E così nacquero spettacoli come “Intero come il nostro IO” e “La parola IO”, ispirati al Teatro Canzone di Gaber. “Con umiltà e passione porto avanti questa eredità, cercando sempre di mantenere un equilibrio tra la ricerca musicale e i monologhi di prosa”, spiega il cantautore a Radio Gold, “Tuttavia, non pretendo mai di definire il mio lavoro come teatro-canzone, consapevole della grandezza e unicità dell’opera di Gaber e Luporini. Piuttosto, il mio è un omaggio che sta a metà, una ricerca personale che alterna musica e parole, che vuole tessere un filone narrativo che tiene il pubblico sospeso tra emozione e riflessione“.
“Quello che farò domani al Broletto è sul tema della persona, dell’individuo” spiega Bertoli. “Forse l’insegnamento più grande di Gaber era di capire cosa può fare l’individuo per cambiare lo stato delle cose, in un mondo che sembra destinato alla rovina”. E Bertoli porterà sul palco del Broletto tale sentimento, con quel senso di critica feroce – addomesticata dal buon umore – che caratterizzava il signor G.
Uno stile sprezzante sui temi più disparati sin dagli anni 90′, quello di Gaber. Tra deepfake e intelligenza artificiale, da due anni a questa parte. “Gaber avrebbe scritto un pezzo al vetriolo sul tema. Avrebbe visto l’IA come qualcosa legato a doppio filo con il business. Sicuramente avrebbe mosso una critica aspra, ma sempre con il sorriso, come nel suo stile”, riflette Bertoni.
Nel repertorio di Bertoli c’è un pezzo che gli sta particolarmente a cuore: “Il successo”. Un monologo profetico scritto a metà degli anni ’90, che sembra quasi scritto per i tempi di oggi. Gaber si rivolge ai giovani, dicendo che l’unica modalità per essere riconosciuti in quanto individui è diventare famosi. “Oggi, i talent show, le code per esibirsi nei media, e i social media pullulano di influencer che, spesso senza talenti particolari, diventano celebrità. Gaber aveva già teorizzato tutto questo trent’anni fa, dimostrando una capacità di lettura del futuro che lascia ancora oggi senza parole”, spiega Bertoli. Nello spettacolo il cantautore riproporrà i temi con la stessa profondità, cercando di risvegliare nel pubblico la comprensione di un mondo che ha bisogno di individui consapevoli, per non precipitare nel baratro.
Per chi ama la musica d’autore e il teatro, per chi vuole trascorrere una serata diversa, tra emozioni e riflessioni, l’appuntamento è al Broletto. Davide Bertoli sarà sul palco, chitarra in braccio, pronto a regalarci una serata indimenticabile. E chissà, magari alla fine, come Gaber, ci farà pensare un po’ di più, sorridere un po’ di più, e ci lascerà con la voglia di fare la nostra parte per cambiare il mondo, anche solo un po’.