Autore Redazione
giovedì
11 Luglio 2024
05:49
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Alessandria Calcio - Calcio - Alessandria

Alessandria Calcio, l’incubo del fallimento 21 anni dopo. I tifosi: “Risorgeremo anche stavolta”

Alessandria Calcio, l’incubo del fallimento 21 anni dopo. I tifosi: “Risorgeremo anche stavolta”

ALESSANDRIA – “Siamo falliti nel 2003 e siamo falliti nel 2024: risorgeremo anche stavolta”. Le parole dei Supporters 1999 rappresentano perfettamente l’umore della tifoseria dell’Alessandria Calcio, a poche ore dall’ufficialità della non iscrizione in serie D, a causa dei mancati pagamenti di stipendi e contributi ai tesserati. Un rischio purtroppo nell’aria da tempo: una lenta ma inesorabile agonia che ora lascia spazio all’orgoglio di una piazza che, nonostante tutto, anche nell’ultima drammatica stagione ha sempre fatto sentire il proprio calore.

21 anni dopo, quindi, torna per i grigi l’incubo del fallimento. Nel 2003, infatti, dopo la gestione Boiardi la squadra fu costretta a un doppio salto all’indietro, dalla serie C2 all’Eccellenza. Il fallimento, decretato dal Tribunale, comportò anche un cambio di denominazione: da Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912 a Unione Sportiva Nuova Alessandria Calcio 1912. Solo un anno dopo, nel 2004, tornarono il marchio e il titolo sportivo originali.

Ora in tanti si chiedono cosa succederà: se veramente il calcio ad Alessandria è destinato a sparire. Al momento ci sono due opzioni che, immaginiamo, non scaldano la piazza: la prima è l’eventuale ritorno della Juventus Next Gen, qualora la Biellese venisse ripescata in serie D. Il secondo scenario vede protagonista la ex Luese Cristo Alessandria, una società che, di fatto, ha sede nel Torinese ed è reduce dalla salvezza ottenuta in Eccellenza nella scorsa stagione. I dirigenti hanno già provato a contattare l’amministrazione comunale per chiedere informazioni sulla concessione del Moccagatta. Per ora a Palazzo Rosso le bocche restano cucite: con tutta probabilità l’amministrazione Abonante espliciterà la propria posizione la prossima settimana ma, di certo, dalla giunta è filtrata una certa irritazione per il cambio di denominazione stabilito arbitrariamente dai vertici del sodalizio torinese, ora diventato “Città di Alessandria”.

Tutta la piazza mandrogna si augura quindi una terza via, sulla falsariga di quello che successe proprio 21 anni fa: una ripartenza dal basso della “vera” Alessandria. Difficile, al momento, fare previsioni ma immaginare la città capoluogo senza calcio non ci sembra possibile.

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