I danni della grandine ai pomodori: le voci da Lobbi e S. Giuliano e l’appello di Coldiretti per i risarcimenti
ALESSANDRIA – In provincia di Alessandria c’è una coltura di particolare pregio devastata dall’improvvisa grandinata e dal vento forte dello scorso 7 luglio: quella dei pomodori. Nel nostro territorio la filiera arriva fino a 3 mila metri quadrati di coltivazione, per una produzione che supera 1.300.000 quintali. Questa mattina abbiamo intervistato alcuni imprenditori di Lobbi e San Giuliano Nuovo: Gianni Pelizza, Luca Verna e Giuseppe Torriani. A fianco a loro i vertici di Coldiretti Alessandria.
“Non ricordiamo nulla di simile, le grandinate ci sono sempre state ma questi episodi sono un’altra cosa, soprattutto il vento, vere e proprie trombe d’aria”. “Un prodotto di grande eccellenza che deve però devono fare i conti con le conseguenze del clima pazzo, una tendenza alla tropicalizzazione con cui dobbiamo fare i conti – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco –. La situazione è complicata, la stima dei danni è ancora molto superficiale, ma da un primo e sommario bilancio, si può parlare di diversi milioni di euro, per questo chiediamo alla Regione tempi brevi per i risarcimenti per poter garantire continuità alla filiera e sostegno alle imprese”.
“Siamo in una delle aree più vocate della filiera. Difficile quantificare e dare percentuali, un quadro più dettagliato si potrà avere solo tra qualche settimana. L’agricoltura è uno dei settori più esposti a questi violenti episodi di maltempo ed è quella che paga il conto più salato. In questo caso stiamo parlando di sua maestà il pomodoro, ma lo stesso discorso vale per tutte le colture che rendono unico il patrimonio agroalimentare Made in Italy. E’ prioritario tutelare filiere di così grande pregio, messe a dura prova dagli effetti dei cambiamenti climatici ma anche, come nel caso del pomodoro, dagli 85 milioni di chili di import di prodotto cinese arrivati nell’ultimo anno in Italia”, ha aggiunto di Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.