Gli ex braccianti della Lazzaro in presidio ad Alessandria: “Aspettiamo ancora 400 mila euro”
ALESSANDRIA – “Si piange” la morte del bracciante agricolo morto a Latina per non essere stato soccorso dopo un terribile incidente nell’azienda agricola dove lavorava. Ci si “indigna” quando si scoprono aziende nelle Langhe che “vendono bottiglie di vino a 50 euro” e che pagano pochi euro all’ora i lavoratori che si occupano della vendemmia. Il giorno dopo, però, “si dimentica”.
Sono stati “vergognosamente dimenticati” anche i diritti degli ex braccianti della ditta Lazzaro, ha denunciato Antonio Olivieri del Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia. “Da 5 anni“, ha spiegato, una quarantina di ex dipendenti dell’azienda agricola di Castelnuovo Scrivia aspetta complessivamente 400 mila euro per stipendi arretrati e per le spese degli avvocati che li hanno assistiti nella battaglia legale contro l’azienda per cui lavoravano.
Questo martedì un gruppo di quei lavoratori si è radunato in presidio davanti alla Prefettura di Alessandria. Tra gli ex lavoratori c’era anche Lahchen El Khoumani. Lui ha lavorato per 6 anni per l’azienda Lazzaro. Come gli altri braccianti veniva pagato “prima 5 e poi 4 euro all’ora“ per lavorare “7 giorni su 7” e anche “13 ore al giorno”, ha raccontato. Anche lui aspetta una parte dei 400 mila euro ma Lahchen oggi ha un altro lavoro all’Interporto di Rivalta e ha raggiunto Alessandria soprattutto per sostenere gli ex colleghi che non hanno trovato “un buon impiego” come il suo e hanno ancora più bisogno di avere gli arretrati del lavoro da braccianti per pagare affitti e spese. I risarcimenti “sono stati riconosciuti con sentenze passate in giudicato”, ha ricordato Antonio Olivieri, tornato a sollecitare un tavolo per far valere i diritti degli ex braccianti agricoli ma anche risposte sull’emergenza abitativa e sulle tante famiglie a rischio sfratto ad Alessandria e Tortona.