21 Gennaio 2016
11:20
“Io ti controllo, se vai dalla Polizia ti uccido”: denunciato stalker che perseguitava una casalese
CASALE MONFERRATO – Una storia terribile e angosciante di persecuzioni risolta solo grazie all’intervento della Polizia di Stato. È quanto accaduto a una donna, responsabile di una cooperativa casalese presso cui un cittadino ghanese di 31 anni prestava lavoro. L’uomo infatti, nel tempo, aveva iniziato a importunare la vittima in diverse occasioni per un crescendo di azioni persecutorie.
Tutto era partito da una morbosa gelosia esibita dallo stalker ogni volta che incrociava la vittima in compagnia di altri uomini. Una continua persecuzione proseguita nell’abitazione della donna, davanti ai vicini di casa, oltre che telefonicamente. Perentorie le frasi dell’uomo nei confronti della vittima: “tu devi stare con me”, “non devi vedere altri, io ti controllo“, “se vai dalla polizia ti uccido, io ti amo, ti voglio bene”.
Un atteggiamento asfissiante che ha subito continue impennate fino ad arrivare alla falsa accusa dell’acquisto di un telefonino per contattare un presunto fidanzato ricco. Nonostante le angherie subite nel tempo è stato l’ultimo episodio violento a produrre la reazione della donna, aggredita sotto la casa della madre il 2 gennaio. In quella occasione l’uomo aveva cominciato ad investirla di insulti per poi arrivare a spingerla, schiaffeggiarla, farla cadere e a colpirla con un calcio al volto, provocando la rottura degli occhiali per poi fuggire con il cellulare strappato dalle mani della vittima.
La vittima ha quindi chiesto aiuto alla Polizia che si è messa sulle tracce dello stalker nonostante l’uomo avesse già lasciato il Piemonte. L’alta professionalità della Polizia di Casale e l’imponente attività, sia nell’immediatezza dei fatti, quando la pattuglia della Squadra Volante era intervenuta in occasione dell’ultima aggressione della vittima, sia successivamente con attività investigativa, ha portato all’individuazione, all’identificazione e, una volta rintracciato, all’esecuzione del provvedimento, spiccato dalla Procura di Vercelli, di divieto di avvicinamento alla vittima, all’abitazione, ai luoghi di lavori e a quelli frequentati dalla donna, oggetto degli atti persecutori e della subita rapina.