21 Gennaio 2016
23:07
Di Masi al Salotto del Mandrogno: “In Coppa il mio obiettivo era giocare contro la Roma. Abbiamo fatto meglio.”
ALESSANDRIA – In occasione dell’ultima serata del Salotto del Mandrogno, al circolo La Casetta, era presente anche il patron dell’Alessandria, Luca Di Masi. A pochi giorni dal trionfo di La Spezia in Coppa Italia il presidente ha risposto alle domande del giornalista de Il Piccolo Massimo Brusasco.
“Tutti sanno che tra me è i Grigi è stato un colpo di fulmine. Me ne sono innamorato durante una delle tante trasferte che ho fatto, in Eccellenza e Serie D. A volte quando vedevo la partita mi immaginavo presidente ma ero ancora troppo giovane. Nel 2013, poi, decisi che Alessandria era pronta per vivere momenti belli così e mi feci avanti, prima che fallisse. Occorreva passare una mano di bianco sul passato: non per dimenticare quello che è stato, ma per ridare un presente e un futuro a questa società. Faccio l’esempio di Gianni Rivera: lui resta il simbolo dell’Alessandria del passato, ma oggi ci sono i simboli del presente che sono altrettanto importanti così come i risultati e un futuro dove possiamo fare ancora meglio.”
Di Masi ha parlato anche della prossima trasferta all’Olimpico di Torino in occasione della semifinale di Tim Cup contro il Milan: “Al Moccagatta purtroppo era impossibile accogliere dalle 12 alle 15 mila persone che vengono annunciate. La semifinale di Coppa Italia è un evento paragonabile alla serie A, e gare della massima serie non si potranno mai disputare al Moccagatta. Stadio di proprietà? In Lega Pro non ha senso averlo. Contro il Milan ritroverò tantissimi miei amici, ragazzi che venivano con me in curva a vedere il Torino, e che verranno a vedere la partita.”
“Quanto vale Bocalon? Valeva già abbastanza prima degli exploit di Coppa, ma fortunatamente ha un contratto lungo e possiamo tenercelo per scalare qualche categoria. La serie A? Calma, sono 41 anni che non andiamo in serie B, facciamo un passo alla volta. Ma questo anno siamo costruiti per fare un passo in più dell’anno scorso. E sulla Coppa Italia posso dire che dopo i primi due turni passati a loro dissi ai miei collaboratori che l’obiettivo era andare all’Olimpico di Roma. Alla fine siamo andati ancora più avanti, con la Roma eliminata.”
Sulla gestione della squadra: “Non metto mai becco sulla formazione, mi fido del mister. Certo, col direttore Magalini ragioniamo sulla partita, su cosa migliorare, con un confronto costante. Il direttore ha costruto una squadra straordinaria. Miei errori? Nella scelta degli allenatori anche se ora sono convinto di aver trovato quello giusto. Per fare calcio Alessandria è una ottima piazza.Mi piace come città, anche se non riesco a viverla moltissimo. Al primo impatto gli alessandrini sono un po’ negativi sulla loro città. Ma l’entusiasmo che si riesce a portare col calcio magari farà cambiare l’indole di qualcuno.”
Di Masi ha poi raccontato quanto viva in tensione il giorno della partita: “Durante la partita a volte mi arrabbio, interiorizzo molto le emozioni. E’ difficile passare dalla curva alla tribuna, a volte vorresti alzare in piedi. Ma il momento dove c’è più tensione è il prepartita, forse è meglio quando andiamo in trasferta perché è piacevole il viaggio. Ma se magari la partita è in casa e a tarda sera il tempo non passa più. Questo vale soprattutto per i ragazzi che sono in ritiro. La tensione è tanta.”