Autore Redazione
martedì
3 Settembre 2024
16:12
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Cronaca - Provincia di Pavia

Suinicoltura nel Pavese al bivio. Assosuini: “La PSA rischia di azzerare il settore”

Suinicoltura nel Pavese al bivio. Assosuini: “La PSA rischia di azzerare il settore”

PROVINCIA DI PAVIA – La suinicoltura in provincia di Pavia è in grave pericolo. Il presidente dell’associazione Asso Suini, Elio Martinelli, ha lanciato un allarme riguardo alla diffusione della peste suina africana (PSA), una malattia virale altamente contagiosa che ha colpito 17 allevamenti nella zona. La preoccupazione di Martinelli non si limita solo agli allevamenti direttamente colpiti dal virus, ma si estende anche a quelli nelle vicinanze, che, pur non essendo stati infettati, subiscono gravi conseguenze economiche.

“Non si tratta solo di chi ha avuto la sfortuna di vedere il proprio allevamento infettato dal virus”, ha dichiarato Martinelli, “ma anche di chi si trova vicino a un focolaio. Il mercato non accetta il prodotto proveniente da queste aree e molte aziende sono costrette a chiudere. Il settore suinicolo nella provincia di Pavia, che rappresenta un valore economico di 220 milioni di euro all’anno, rischia di essere messo in ginocchio.

A peggiorare la situazione, il lockdown totale imposto dal commissario nazionale per contenere l’epidemia, in vigore fino al 30 settembre, potrebbe dare il colpo di grazia al settore.Il lockdown potrebbe rappresentare la fine per molte aziende”, ha aggiunto Martinelli. Intanto, negli allevamenti colpiti dalla PSA, sono in corso abbattimenti di massa, con oltre 50.000 capi già destinati all’eliminazione nell’ultimo mese.

La diffusione del virus non sembra fermarsi. Dopo aver colpito la provincia di Pavia, il virus ha raggiunto Lodi e Piacenza, ampliando la zona di contagio. A livello nazionale, si contano attualmente 24 focolai, di cui 18 solo in Lombardia, con stime di perdite economiche che oscillano tra i 20 e i 30 miliardi di euro.

L’incertezza regna anche sul destino degli allevamenti depopolati. Queste aziende, svuotate dal virus, restano ferme, senza indicazioni precise su quando potranno riprendere l’attività. “Non possiamo permetterci di lasciare queste aziende nell’incertezza. Occorre un piano per farle ripartire“, ha sottolineato Martinelli, che ha poi insistito sull’importanza di affiancare ai risarcimenti una moratoria su mutui e prestiti per le aziende colpite.

Secondo Martinelli, è necessario pensare a soluzioni di lungo periodo, avviando sperimentazioni scientifiche che possano combattere il virus in modo efficace. “Non possiamo limitare la nostra risposta all’emergenza. Servono soluzioni innovative e rapide, altrimenti rischiamo di avere effetti devastanti nel tempo”, ha affermato.

Parallelamente, Legambiente Voghera Oltrepò ha sollevato preoccupazioni legate all’impatto della PSA sulla convivenza tra fauna selvatica e attività agricole. L’associazione ha evidenziato come la malattia abbia contribuito a rompere l’equilibrio naturale, soprattutto a causa delle battute al cinghiale organizzate per arginare la diffusione del virus. “La diminuzione dei cinghiali ha provocato lo spostamento di altre specie, predati dai lupi, con un conseguente aumento degli attacchi alle piccole fattorie”, ha dichiarato un portavoce di Legambiente.

L’associazione ritiene necessario ripristinare l’equilibrio faunistico e sostenere concretamente le attività agricole e zootecniche del territorio. Due anni di selezione dei cinghiali e le stagioni venatorie hanno decimato le prede naturali dei lupi, con il rischio di un aumento degli attacchi agli allevamenti, ha affermato il portavoce.

Legambiente critica anche l’attuale gestione del sistema zootecnico, ritenendo che senza una riconversione radicale sarà impossibile fermare la PSA. “L’accanimento contro i cinghiali e le reti di contenimento hanno fallito. La sterilizzazione delle femmine di cinghiale, applicata altrove, non è stata nemmeno discussa qui”, ha dichiarato il rappresentante dell’associazione. L’organizzazione ha poi sollecitato interventi immediati per fermare la stagione venatoria imminente, considerata un ulteriore rischio per la diffusione del virus. “Occorre fermare la caccia e fare rispettare rigorosamente l’ordinanza sulla PSA. Boschi e sentieri sono ancora frequentati da moto, quad e fuoristrada, senza alcun controllo”, ha denunciato l’associazione.

Infine, riguardo alla questione dei lupi, Legambiente ha richiesto un risarcimento per gli allevamenti che hanno subito predazioni e ha proposto l’introduzione di cani da guardiania, come i maremmani, per proteggere le greggi. “La convivenza tra fauna selvatica e attività agricole è possibile, ma va perseguita con azioni concrete. Chi ha scelto di vivere e lavorare nel territorio deve essere tutelato, ha concluso il portavoce.

La situazione in provincia di Pavia resta dunque critica. La PSA non minaccia solo l’economia suinicola, ma anche l’intero equilibrio ecologico e agricolo della regione. Le associazioni chiedono interventi urgenti e soluzioni a lungo termine per evitare una crisi irreversibile.

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