Autore Redazione
domenica
8 Settembre 2024
07:00
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Tempo Libero - Novi Ligure

Nel Teatro di Dioniso con Luigi Nazzareno Todarello a Hortus Conclusus

E’ iniziato ieri al festival novese ideato e diretto da Andrea Lanza il ciclo di incontri “Lo spazio e le parole” con Luigi Nazzareno Todarello
Nel Teatro di Dioniso con Luigi Nazzareno Todarello a Hortus Conclusus

NOVI LIGURE – Quando le parole non si limitano a veicolare nozioni, ma diventano storie e immagini, attraversando il tempo, si è di fronte ad una narrazione che ha a che fare con la magia del teatro. Ieri ad Hortus Conclusus, il festival ideato e diretto da Andrea Lanza, Luigi Nazzareno Todarello ha parlato del Teatro di Dioniso di Atene e dell’Orestea di Eschilo, nel primo incontro del ciclo “Lo spazio e le parole”, quattro appuntamenti di sabato pomeriggio presso la Domus di Vicolo Bianchi sul tema degli edifici teatrali e della storia del teatro. Qui il programma di settembre di Hortus Conclusus

Todarello è attore, drammaturgo, regista, fotografo, ha diretto più di centocinquanta spettacoli di prosa e lirica, ha insegnato Arte Scenica e storia del costume al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma e la sua esperienza artistica e di docenza è ricchissima, ma è anche un grande narratore, capace di organizzare un sapere vastissimo in un discorso non solo avvincente, ma zeppo di collegamenti e di parentesi perfettamente coerenti. Così lo si starebbe ad ascoltare per ore raccontare della nascita del teatro greco, del suo ruolo nella prima democrazia occidentale, di quanto una rappresentazione simbolica potesse veicolare, in un pubblico appartenente alla notte dei tempi, emozioni fortissime.

Non è facile fare un tuffo in tempi così remoti, un’epoca in cui si costruivano le basi non solo del teatro, ma della società, eppure si ascolta e si vede (e il termine teatro è strettamente legato al concetto del guardare) il coro danzare e colloquiare con il pubblico, si immaginano intonazioni simili ai recitativi delle opere liriche oppure al canto del teatro del nō giapponese. L’impressione è quella di nuotare in un mare di sapere con una guida che organizza innumerevoli frammenti in un quadro dove tutto sembra leggibile. Nulla di semplice o di banale, ma c’è una linea luminosa (quella che gli antichi pensavano avesse origine dagli occhi e che si combinasse con la luce solare) che tutto collega e fa intuire un’origine e un’appartenenza.

Le lezioni di Luigi Nazzareno Todarello semplicemente incantano, trattando temi diversi da angolature originali, e, non a caso, sono una costante di Hortus Conclusus sin dalla prima edizione di dieci anni or sono. La prospettiva de “Lo spazio e le parole” mette in stretto collegamento l’evoluzione dello spazio teatrale con opere capisaldo della storia del teatro e i rimanenti tre appuntamenti spazieranno tra generi e luoghi diversi. Il prossimo incontro si terrà sabato 14 settembre alle 17 sempre presso la Domus di Vicolo Bianchi e sarà dedicato al Teatro Olimpico di Vicenza e a “Edipo tiranno”, lo spettacolo che lo inaugurò nel 1585.

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