Mauro Nespoli: “Parigi speciale. Brisbane 2032? Devo capire cosa mi riserva il futuro”
RADIO GOLD – Un campione che ha segnato la storia del tiro con l’arco italiano e internazionale. Oro a Londra 2012, argento a Pechino 2008 e Tokyo 2020, capitano della Nazionale Italiana e membro dell’Aeronautica Militare, Mauro Nespoli è uno degli arcieri più titolati al mondo. È venuto a trovarci qui in redazione, fresco dell’ultima esperienza olimpica a Parigi 2024. Nespoli ha raccontato le emozioni vissute nell’ultima edizione dei Giochi e ha condiviso con noi uno sguardo sul suo futuro.
Nespoli si presenta con un sorriso sereno, lo sguardo di chi ha vissuto momenti intensi e sa che ogni freccia, ogni respiro, è stato un passo verso l’infinito. “È stata un’Olimpiade grandiosa, molto emozionante”, racconta Mauro, descrivendo l’atmosfera vibrante che ha accolto gli atleti a Parigi. La prima edizione post-Covid ha segnato un ritorno alla normalità, ma anche la scoperta di una città che si è stretta intorno agli sportivi, regalando un calore umano raro. “L’affetto dei francesi è stato fortissimo, e la vicinanza a casa ha permesso a tanti italiani di venirci a sostenere.”
Ma dietro i sorrisi e gli applausi, le difficoltà non sono mancate. Il caldo estivo, le condizioni logistiche complicate, e gli spostamenti sigillati per motivi di sicurezza hanno messo alla prova la pazienza degli atleti. “È stata dura. Gli spostamenti, per motivi di sicurezza, erano sigillati e questo ha complicato tutto”.
Mauro Nespoli è un perfezionista. Ogni freccia scoccata non è mai solo un gesto atletico, ma un rito di precisione assoluta. “Ci vuole grandissima pazienza”, spiega. “Ogni tiro è una sfida alla perfezione: un millimetro di errore sul tiro può significare 12 cm di differenza sul bersaglio, la differenza tra colpire il 10 o l’8.” Per raggiungere questi livelli, l’allenamento è un cammino totalizzante che abbraccia nutrizione, preparazione fisica, e atteggiamento mentale. “È un percorso a 360 gradi, impegnativo ma profondamente appagante”.
Durante questa Olimpiade, Mauro ha avuto un ruolo non solo come atleta, ma anche come guida per i suoi compagni di squadra. Alla sua quinta partecipazione olimpica, si è ritrovato ad essere il più esperto del gruppo, un punto di riferimento che ha aiutato i più giovani a gestire le emozioni, positive e negative, di una competizione di questo livello. “Ho cercato di essere una spalla, non per fare il professore, ma per far capire che non erano soli e che potevamo condividere ogni sensazione”.
Parigi ha lasciato ricordi indelebili, dalla maestosità dei monumenti che incorniciavano le gare al siparietto leggero con la federazione che lo ha visto, per una volta, divertirsi con i social media. Ma ora per Mauro Nespoli è tempo di guardare avanti. “Mi piacerebbe partecipare alla prossima Olimpiade. A metà ottobre ci sarà la finale di Coppa del Mondo, a cui mi sono qualificato in maniera rocambolesca. Ora, però, è il momento di resettare e capire quanto le soddisfazioni future compenseranno le fatiche passate”.
Nespoli riflette sulla possibilità di prolungare la sua carriera fino a Brisbane 2032, ma con una nuova consapevolezza: non è solo il successo individuale a spingerlo, ma anche il desiderio di contribuire alla crescita della squadra italiana. “Mi vedo ancora legato al tiro con l’arco, che sia come atleta, allenatore o dirigente. È un momento per resettare la mente e capire cosa può riservarmi il futuro.”
Mauro Nespoli si congeda lasciandoci con la sensazione di aver condiviso un pezzo del suo viaggio, fatto di frecce, sudore e passione infinita. E mentre lo vediamo allontanarsi, la sua figura si staglia ancora una volta, come quella di un arciere che non ha mai smesso di guardare avanti, verso il bersaglio della vita.