12 Settembre 2024
05:26
Romana: capace di trasformare la “polvere” in scintille di giustizia
CASALE MONFERRATO – Romana Blasotti Pavesi è stata il simbolo della resilienza di Casale. Come ha ricordato l’amico Bruno Pesce, l’amianto ha profondamente segnato la vita di Romana. Nel 2012, dopo la condanna in primo grado del magnate svizzero dell’Eternit Stephan Schmidheiny per disastro doloso, due anni dopo cancellata dalla Cassazione, Romana Blasotti Pavesi aveva raccontato anche il suo personale dolore anche a “Quello che (non) ho”. Nel programma televisivo de La7 condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano ogni ospite sceglieva una parola e Romana aveva scelto “polvere” per raccontare il dramma dell’amianto a Casale. La polvere “era sabbia, fine, finissima“. Tutti a Casale “camminavamo sulla polvere” e gli operai dell’Eternit, nella mezz’ora di riposo “mangiavano il panino con la polvere“. Romana quella polvere l’aveva lavata per 18 anni dalla tuta del marito Mario, ucciso dal mesotelioma pleurico nel 1983. A causa della stessa malattia provocata dall’amianto se ne erano poi andati la sorella Libera, la cugina Anna, il nipote Giorgio e ultima, nel 2004, la figlia Maria Rosa. Come loro, più di 1800 persone a Casale avevano già perso la vita a partire dal 1970 a causa del mesotelioma. Allora, però, era il 2012 e purtroppo, da allora, l’amianto non ha smesso di causare vittime.
Romana, piccola, minuta, con il volto segnato dal dolore non sarà mai quella dannata “polvere” da lavare via a tutti costi, ma indelebile simbolo di giustizia e dignità.