Autore Redazione
giovedì
26 Settembre 2024
16:28
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Cronaca - Alessandria

Insulti, sputi e un pugno a un agente: detenuto del carcere di San Michele dà in escandescenze

Insulti, sputi e un pugno a un agente: detenuto del carcere di San Michele dà in escandescenze

ALESSANDRIA – Nuovo episodio di violenza nel carcere San Michele di Alessandria. Mercoledì mattina, infatti, un detenuto ha dato in escandescenze nell’infermeria. Come ha riferito il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, quando l’agente di Polizia Penitenziaria addetto alla vigilanza ha detto al detenuto che avrebbe dovuto attendere il proprio turno, l’uomo ha iniziato a insultarlo pesantemente e gli ha anche sputato in faccia. “Quando è stato il suo turno il detenuto è stato fatto accomodare nell’infermeria, ma anziché consentire al personale sanitario di fare il proprio lavoro, tra insulti e improperi di ogni genere, il detenuto ha iniziato a distruggere le suppellettili e gli arredi presenti nell’ambulatorio” ha sottolineato il segretario regionale Sappe Vicente Santilli “l’intervento del personale i Polizia Penitenziaria è stato immediato ma, mentre il primo agente intervenuto cercava di contenere il soggetto questo lo ha colpito al volto con un violento pugno. Solo il rinforzo di ulteriore personale ha consentito di porre fine alla violenta devastazione e riportare l’ordine nella sezione detentiva”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe ha espresso solidarietà e vicinanza agli agenti di Alessandria: “Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze. Bisogna applicare ai violenti l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che aggrediscono poliziotti penitenziari o mettono in grave pericolo la sicurezza del carcere, il carcere duro con isolamento fino a 6 mesi (articolo 14 bis dell’Ordinamento penitenziario) e il trasferimento immediato in particolari sezioni detentive a centinaia di chilometri dalla propria residenza, come prevede il successivo articolo 32 del Regolamento. Sicuramente a molti detenuti violenti la voglia di creare disordini mettendo a rischio la sicurezza delle carceri oppure aggredire il personale passerà”. Il riferimento del leader nazionale del SAPPE è alla necessità di “prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. Capece ha infine sollecitato, per la Polizia Penitenziaria, “la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)”.

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