27 Settembre 2024
05:55
Pfas, Istituto Ricerca Acque: “Rinvenuti nel Bormida nuovi composti. Syensqo diffonda i dossier tossicologici”
ALESSANDRIA – Nel corso dell’ultima Commissione Sicurezza e Ambiente la dottoressa Sara Valsecchi dell’Istituto di Ricerca sulle Acque, ha presentato lo studio sulle acque della zona di Spinetta, promosso con l’obiettivo di “cercare nuovi composti Pfas scaricati dal polo chimico”. Come ha riferito la studiosa al termine dei campionamenti a monte, in corrispondenza e a valle dello scarico di Solvay sono stati rinvenuti “tre miscele di composti e tre composti, potrebbero essere prodotti che si generano durante le sintesi dell’Aquivion (il materiale innovativo utilizzato da Syensqo, il cui impianto è stato inaugurato ad aprile 2023).
Per questo motivo l’Istituto di Ricerca sulle Acque ha fatto alcune richieste: “Contattare Syensqo per ottenere gli standard analitici o le miscele tecniche (nel caso gli standard non siano disponibili) per svolgere analisi aggiuntive. Una volta che è confermata la presenza di queste sostanze nello scarico occorrerebbe ampliare le analisi dei vegetali e delle uova e del biomonitoraggio umano sui pfas con i nuovi composti. Consigliamo anche di effettuare il biomonitoraggio umano Pfas sia nel sangue che nelle urine per individuare i PFAS a cui la popolazione può essere esposta, sia quelli bioaccumulabili sia quelli rapidamente eliminati per escrezione renale. Infine bisognerebbe chiedere che Syensqo renda pubblici i dossier tossicologici di queste nuove sostanze e dei composti utilizzati in passato e in uso, in suo possesso”.
“Per i tipi di pfas come l’adv e il c6o4 chiesi a Solvay in qualità di Consiglio Nazionale delle Ricerche gli standard e loro li misero subito a disposizione“ ha precisato Valsecchi “bisogna chiedere che i dossier siano pubblici, che chiunque possa utilizzare i dati. Sul c6o4, ad esempio, parte dei dati si possono vedere già sul sito dell’Agenzia Europea per le sostanze chimiche, dove Syensqo ha registrato il prodotto. Sono presenti i dati aggregati non grezzi, ma sono di proprietà di Syensquo e non possono essere utilizzati. Occorre una condivisione pubblica dei dati. Ho chiesto i dossier tossicologici tempo fa, mi hanno chiesto come venivano utilizzati. Sia per il c6o4 e che per adv sono stati messi gli standard analitici ma non possiamo utilizzarli per fare altri test: per questo è fondamentale avere i dossier tossicologici. Manca il materiale per fare ulteriori test, è possibile farlo solo per il controllo delle matrici ambientali”.
“Le falde acquifere” le parole del presidente della Commissione Sicurezza e Ambiente Adriano Di Saverio “sono beni della comunità e non possono essere a disposizione di chi vuole sfruttarle per motivi economici. Questa riserva di acqua, la seconda del Piemonte, non può essere gestita come una proprietà sottostante: lo stesso vale per aria e suolo. Ci auguriamo che gli studi del Cnr proseguano velocemente per arrivare a dati certi e a conclusioni scientificamente inattaccabili”.
Valsecchi ha infine fatto il punto sui risultati degli studi precedenti effettuati dall’Istituto di Ricerca sulle Acque: “Abbiano fatto campionamenti a monte e a valle del Bormida. C’è una differenza e si vede benissimo come le concentrazioni di Pfas siano molto più basse prima dello scarico. I nostri dati sono in linea con quelli di Arpa, troviamo gli stessi livelli di contaminazione rinvenuti da Arpa” ha precisato la studiosa “i Pfas sono tantissimi composti, vengono utilizzati nei nostri prodotti di consumo, hanno largo uso industriale e sono presenti nei rifiuti. Non esiste una area urbana dove non si trovano: sono presenti anche nelle base artiche, ma dipende da quali e quanti. Se ci sono livelli diffusi, nelle acque sotterranee o di falda mi posso aspettare dai 5/10 nanogrammi per litro perché sarebbero dovuti alla presenza dell’uomo, in quel caso non ci sarebbe un inquinamento aggiuntivo. Noi dobbiamo verificare se l’attività industriale di Spinetta incrementa o no l’inquinamento di base dovuto ai pfas. Dal 2020 al 2021 abbiamo riscontrato una notevole diminuzione di concentrazioni di Pfas nelle acque dello scarico, grazie all’applicazione della legge regionale che ha posto dei limiti. I livelli possono variare a seconda della portata del fiume, più aumenta di portata e più si diluiscono. Abbiamo riscontrato un deciso aumento di carico dei Pfas nella Bormida dopo lo scarico del polo chimico, così anche nel Tanaro e nel Po”.
Riguardo le analisi di Irsa-Cnr sui pesci Valsecchi ha sottolineato le “concentrazione elevatissime e veramente importanti di Pfas, fino a 3 mila microgrammi/chilo”. Quantità diverse riscontrate, ad esempio, nei pesci nei laghi di Garda o di Iseo “che non arrivano a 50 microgrammi/chilo”.
Gli studi sulle uova di uccelli selvatici hanno riscontrato la presenza di “molto Pfoa nella uova prese vicino allo scarico Solvay nella Bormida. Anche a 15 km dal sito, nella zona di Valenza, sono emerse concentrazioni fino a 100 volte maggiori rispetto alle uova di uccelli selvatici rinvenute fuori regione”.
Nella foto lo scarico di Syensqo nella Bormida