30 Settembre 2024
08:59
Calcio e basket pavese, bilancio del weekend: chi sorride e chi no
PROVINCIA DI PAVIA – L’ultima domenica calcistica delle squadre pavesi si è tinta di grigio, tra delusioni in serie, approssimazioni fatali e occasioni sfumate come fumo al vento. La prova più lampante di questo declino è la prestazione del Pavia, un insipido 0-0 contro il Sedriano, matricola che ha come unico obiettivo la salvezza. È la quarta giornata di campionato e, nonostante la buona volontà, gli azzurri da qualche giornata sembrano scivolare in una spirale di mediocrità e frustrazione. Quello che in teoria dovrebbe essere un avversario abbordabile si trasforma in un ostacolo insormontabile per una squadra che, nell’ultimo match, perde di vista l’essenziale.
Le difficoltà del Pavia continuano: problemi sotto porta e in difesa
Un campo diverso, certo, quello di San Leonardo a Valle Salimbene, scelto in fretta per la rizollatura del Fortunati. Mister Stefano Bellinzaghi ha parlato di “dimensioni ridotte” del campo, come se questo potesse giustificare l’incapacità del suo gruppo di fare il proprio lavoro. Se il problema è il terreno, perché allora la squadra sembra perdersi ogni volta che si presenta una situazione non ideale? La risposta è sempre la stessa: imprecisione, mancanza di lucidità sotto porta e disorganizzazione difensiva a tratti, un copione già visto col Meda. Un Pavia che, di fatto, non si è mostrato neanche all’altezza di una squadra che ambisce ai vertici della classifica.
La partita inizia subito con un errore di Concina in disimpegno, un segnale sinistro che lascerà il segno per tutto il match. Poi, ci si mette la sfortuna con la traversa colpita da Fognini, certo, ma anche in quel caso, un colpo di testa più preciso avrebbe potuto cambiare la partita. Le poche volte in cui il Pavia è riuscito ad arrivare in zona d’attacco, tutto si è concluso con tentativi fiacchi o bloccati, sia per meriti del portiere avversario Frattini, sia per la mancanza di qualità degli attaccanti.
Un dettaglio su cui riflettere riguarda l’ingresso in campo del giovane portiere Sgura, classe 2003, che ha sostituito l’infortunato Cincilla. Una scelta rischiosa, certo, ma inevitabile. Nonostante una buona prestazione, il giovane ha avuto pochi veri interventi da fare: merito o colpa del Sedriano? È preoccupante che, nonostante questa apparente tranquillità in difesa, il Pavia non sia riuscito a portare a casa i tre punti. Se un portiere debutta senza troppe difficoltà e la squadra comunque non vince, cosa resta da migliorare?
E qui si apre il tema Dugourd. Il forte esterno, rientrato dall’infortunio, sfiora il vantaggio con un colpo di testa, ma il destino sembra non sorridere agli azzurri. Bellinzaghi ai microfoni insistito sulla capacità della squadra di creare occasioni da goal. Eppure si torna a casa a Pavia con un altro pareggio sterile. Quanto può contare il numero di occasioni, se non si concretizza nulla? L’allenatore sembra quasi compiacersi della continuità offensiva, come se arrivare davanti al portiere avversario fosse un traguardo. Ma cosa ne pensano i tifosi, che assistono al secondo spreco di punti in campionato?
A peggiorare la situazione, arrivano le notizie dall’infermeria: Concina e Pecorini, pilastri difensivi, potrebbero essere out per la prossima partita. Una difesa che già traballa potrebbe trovarsi in vera emergenza. L’illusione di un recupero sembra allontanarsi sempre di più, lasciando il Pavia al quinto posto, ben distante dalla vetta occupata dalla sorprendente Mariano. Quattro lunghezze di differenza e una sensazione palpabile che le prime occasioni per fare la differenza siano state già buttate via.
Vogherese: quarta sconfitta di fila, è crisi nera
Ma il Pavia non è l’unica delusione della domenica. Anche la Vogherese, in Serie D, si mostra ancora una volta incapace di capitalizzare una buona prestazione, perdendo in casa contro l’Asti. Si tratta della quarta sconfitta consecutiva, un dato che da solo basterebbe per gettare ombre profonde sul futuro della squadra. La partita si gioca in un clima teso, con gli ultras che contestano apertamente squadra e società, tenendosi fuori dalla curva con uno striscione che recita: “La vostra negligenza ci riporta in Eccellenza”. Il messaggio è chiaro: la fiducia è crollata e i tifosi non vedono spiragli di miglioramento.
Sul campo, la Vogherese parte male, subendo il gol del vantaggio dell’Asti al 16’, ancora una volta da calcio d’angolo. Un’altra ripetizione di errori che si accumulano senza che nessuno riesca a correggerli. Si può parlare di sfortuna, di errori arbitrali, ma alla fine si torna sempre alla stessa domanda: perché la squadra di Cavaliere continua a inciampare su dettagli che dovrebbero essere risolti già da settimane?
Nonostante una buona reazione, con il pareggio di Gallo al 5’ del secondo tempo, la Voghe non riesce a concretizzare le occasioni e finisce per essere punita da un altro errore difensivo. Diop firma il gol decisivo per l’Asti e la Vogherese chiude in 10, con l’espulsione di Pezzella. La sensazione è che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nella mentalità della squadra. Il presidente Cavaliere parla di egoismo in campo, di giocatori che cercano il tiro personale invece di servire il compagno meglio piazzato. Un’affermazione che suona come una condanna, soprattutto quando arriva dopo quattro sconfitte consecutive. Ma allora perché non si vedono cambiamenti tangibili sul campo? È davvero solo una questione di tempo o la squadra sta semplicemente affondando senza possibilità di ripresa?
Casteggio: un punto che lascia l’amaro in bocca
Anche il Casteggio, in Eccellenza, non riesce a brillare. Il pareggio per 1-1 contro la Caronnese lascia più dubbi che certezze, malgrado il contesto di emergenza per i sei infortunati. Nonostante le attenuanti, una prestazione di cuore non basta a cancellare l’amaro di un rigore parato a Colombo e delle occasioni sprecate.
Mister Civeriati elogia i suoi, ma le parole si scontrano con la realtà di un Casteggio che sembra abituarsi al “buon punto”. Gli elogi diventano quasi una consolazione, una giustificazione per un gruppo che, seppur con assenze pesanti, non riesce a capitalizzare una prestazione comunque positiva. La difesa tiene contro attaccanti di qualità, ma l’attacco resta sterile, e così ci si accontenta di un risultato che non fa né gioire né sperare. Anche Palladini parla di reazione dopo la sconfitta di Sedriano, ma viene da chiedersi quanto possa pesare, alla lunga, questa perenne ricerca di riscatto. La squadra sembra voler dimostrare qualcosa, ma continua a mancare quel quid in più per fare il salto di qualità.
Dunque, la domenica delle squadre pavesi si riassume in un grande, doloroso “e se”. E se il Pavia fosse stato più preciso sotto porta? E se la Vogherese avesse imparato a difendere sui calci piazzati? E se il Casteggio avesse sfruttato meglio le sue occasioni? Ma nel calcio non esistono gli “e se”. Esistono solo i risultati, e quelli raccontano una storia di potenziale sprecato e promesse non mantenute.
Anche la domenica pavese del basket ha regalato emozioni, ma anche diverse ragioni per riflettere sulla reale condizione delle squadre coinvolte. La Riso Scotti Pavia ha esordito con una vittoria nel campionato di Serie B Interregionale contro Collegno, ma il risultato finale di 89-79 non racconta tutta la verità su una partita piena di spunti da analizzare. Pavia ha mostrato buone individualità, ma ha anche evidenziato qualche limite preoccupante che non può essere ignorati se l’obiettivo è quello di competere a livelli più alti. D’altro canto, l’Elachem Vigevano ha iniziato la sua stagione in Serie A2 con una sconfitta casalinga per 72-75 contro Cremona, una partita che ha lasciato perplessi tifosi e addetti ai lavori.
Riso Scotti Pavia: buona la prima, ma quanto si può costruire su questa vittoria?
Pavia parte bene, conquistando i due punti al PalaRavizza, ma la prestazione offerta contro Collegno non è certo da incorniciare. Nel primo tempo, Pavia chiude con un vantaggio di soli sei punti, un risultato decisamente modesto contro una squadra giovane come quella piemontese. Il terzo periodo sembra segnare la svolta, con Pavia che riesce ad allungare fino a 16 punti di vantaggio grazie a una difesa finalmente all’altezza e a un gioco corale che sembrava promettere un finale tranquillo. Ma è proprio qui che emergono i primi segnali d’allarme.
La squadra si scompone, probabilmente convinta di aver già in tasca la vittoria, e subisce un controbreak di 26-8 firmato dalla determinazione di De Bartolomeo e Fracasso. Collegno torna in partita, e per alcuni minuti sembra addirittura destinata a portare a casa una clamorosa rimonta. Se non fosse stato per l’esperienza e la freddezza di Genovese e Hidalgo, che hanno ripreso in mano la situazione nei minuti finali, staremmo qui a raccontare una sconfitta della Riso Scotti all’esordio stagionale. Nel suo fortino – il PalaRavizza – che lo scorso anno ha regalato non poche soddisfazioni.
Cosa aspettarsi, dunque, da una squadra che, a detta del coach Cristelli, sta ancora trovando la propria identità? Pavia ha sì mostrato buone cose, soprattutto dal punto di vista individuale: Genovese ha dimostrato la sua classe, Hidalgo ha gestito bene i momenti di difficoltà e anche i giovani Moro e Temporali si sono fatti trovare pronti. Tuttavia, l’impressione è che manchi ancora quella continuità necessaria per costruire una stagione solida e competitiva.
La Scotti ha dimostrato di essere capace di giocare ad alti livelli, ma il crollo dell’ultimo quarto non può essere sottovalutato. Pavia dovrà imparare a gestire meglio le pause, che in questa partita hanno rischiato di compromettere tutto. E se da una parte è rassicurante sapere che la squadra ha risposto nei momenti di crisi, dall’altra non si può costruire una stagione solo sulle reazioni agli errori. La vera domanda è: quante altre partite saranno necessarie per trovare quella continuità che sembra ancora un miraggio?
Elachem Vigevano: l’illusione di un buon inizio
La situazione a Vigevano è ancor più preoccupante. La sconfitta contro una diretta concorrente per la salvezza come Cremona lascia poche scusanti. Vigevano parte alla grande, regala momenti di ottimo basket nel primo quarto, e i 2.200 tifosi presenti al PalaElachem si illudono di assistere a una vittoria importante. Ma la realtà si manifesta in tutta la sua durezza a partire dal secondo quarto, quando la squadra inizia a sprofondare in un abisso di incertezze e confusione. Cremona aggiusta il tiro, prima della pausa lunga, e da lì in poi controlla la partita senza mai cedere il passo.
Myles Mack è il grande punto interrogativo della serata. Se l’americano, che doveva essere il faro della squadra, finisce con tre punti, uno su sei dal campo, e sei palle perse, allora è evidente che c’è un problema profondo da risolvere. Con un playmaker di questo livello, la squadra si ritrova inevitabilmente a giocare a “Stefanini contro tutti”, una strategia destinata a fallire, come dimostrato chiaramente in questa partita. Mack è apparso lontano dal giocatore che ci si aspettava: passivo in attacco, impreciso, incapace di gestire i momenti cruciali. Se non si trova una soluzione a questa situazione, la strada di Vigevano in A2 si prospetta già in salita.
Coach Pansa, nel dopopartita, ha giustamente sottolineato come ogni singolo possesso in un campionato come la Serie A2 abbia un’importanza vitale. Vigevano ha commesso 19 palle perse, un dato inaccettabile a questo livello, e ha concesso a Cremona ben 26 punti derivanti proprio da queste ingenuità. L’analisi del coach è puntuale: difensivamente la squadra non ha fatto male, ma non si può sperare di vincere partite se si regalano così tanti possessi agli avversari. Mack deve cambiare atteggiamento, deve ritrovare quella cattiveria e aggressività che lo hanno caratterizzato in passato. In assenza di un suo risveglio, Vigevano non può permettersi di fare affidamento solo su Stefanini, che pur ha dimostrato grande qualità.
La domanda è semplice: Pavia e Vigevano hanno le risorse per competere realmente in questi campionati? La vittoria della Riso Scotti contro Collegno non può nascondere le carenze strutturali di una squadra che appare ancora fragile sul piano mentale. Servirà tempo, certo. Coach Cristelli dovrà lavorare molto per evitare cali di tensione come quelli visti nell’ultimo quarto, altrimenti sarà difficile aspirare all’obiettivo dichiarato: la finale playoff.
Per Vigevano, il discorso è diverso: la sconfitta contro Cremona non è solo un campanello d’allarme. È una sirena a tutto volume. Se Mack non torna ai suoi livelli, se la squadra non impara a gestire i possessi e a limitare gli errori, il sogno della permanenza in A2 rischia di svanire molto prima del previsto. La partita contro Pesaro sarà già un test cruciale per capire se questa squadra ha la forza di reagire. Ma la vera domanda rimane: quanto tempo ci vorrà perché Mack diventi il leader che tutti aspettano? E soprattutto, Vigevano può permettersi di aspettarlo ancora?
Le prossime settimane diranno se queste squadre sapranno imparare dai propri errori o se rimarranno prigioniere delle proprie debolezze.