6 Novembre 2024
05:14
Alluvione 1994: la cronistoria degli interventi di soccorso e salvataggio della Polizia
ALESSANDRIA – In occasione del trentennale dell’alluvione che nel novembre del 1994 colpì la città dell’Alessandria e la nostra provincia la Questura ha ricordato “l’encomiabile impegno e il contributo fornito dal personale della Polizia”. Di seguito la cronistoria degli interventi:
Nella tarda serata di sabato 5 novembre 1994, rilevata la costante crescita dei fiumi della provincia ed in particolare del Tanaro e del Po, che attraversano rispettivamente il capoluogo e Casale venivano allertate tutte le pattuglie impegnate nei normali servizi di controllo del territorio in entrambe le città.
La successiva mattina di domenica 6 novembre, verso le 8.30, appariva evidente che il fenomeno di innalzamento del livello dei fiumi era continuo e costante, tanto che in Prefettura venivano posti in atto gli adempimenti per la costituzione dell’Unità di crisi. Questo Ufficio, quindi, provvedeva ad allertare personale per ogni eventuale successiva esigenza.
Alle 11 si provvedeva ad avvertire il personale comandato in servizio di ordine pubblico per l’incontro di calcio della serie C1 Alessandria-Bologna (110 unità della Polizia di Stato, comprendente oltre 70 unità della Questura, 20 elementi del Reparto Mobile di Torino, altrettanti della locale Scuola Allievi Agenti e 2 unità cinofile sempre di Torino, inviati di rinforzo dal Ministero dell’Interno, agli ordini di 5 Funzionari) affinché prendessero celermente servizio.
Contestualmente si aveva notizia che nel territorio del Comune di Felizzano (distante 9 chilometri dal capoluogo) il Tanaro stava provocando i primi allagamenti, determinando situazioni di pericolo per molte persone, che sollecitavano soccorsi attraverso il “113”. Stessa situazione veniva segnalata in Morano, paese vicino a Casale M. to, ove il Po era uscito dagli argini ed aveva allagato un territorio, ove sorgevano cascine isolate.
Si provvedeva, quindi, a rafforzare il servizio alla Centrale Operativa della Questura, ove disponeva anche l’impiego di un Funzionario responsabile, e si iniziava ad inviare nelle zone a rischio i primi equipaggi che effettuavano interventi di soccorso a favore di un numero ancora limitato di persone.
Alle 13.30 circa, avuta finalmente notizia del rinvio dell’incontro di calcio, si disponeva la suddivisione della forza in piccole unità, poichè nel frattempo il fiume Tanaro aveva iniziato ad allagare i quartieri del capoluogo. Dopo che la tifoseria bolognese, in numero di circa 300, era stata messa in condizione di lasciare la città, tutto il personale veniva impiegato nelle operazioni di soccorso, unitamente a quello libero dal servizio, che sino a quel momento era stato reperito, quantificabile in oltre 60 unità. Da quel momento i poliziotti di ogni ordine e grado partecipavano alle operazioni di soccorso e a tutte le attività connesse, ininterrottamente sino alla serata del successivo giorno 7 novembre, senza soluzione di continuità.
Nelle stesse ore anche i dipendenti della locale Scuola Allievi, e quelli delle varie specialità della provincia – Polizia Stradale, Postale e Ferroviaria partecipavano, secondo le rispettive competenze, alle operazioni di soccorso. Sempre in quel primo pomeriggio a Morano Po il personale del Commissariato utilizzando mezzi meccanici ed agricoli ed imbarcazioni reperiti in loco, messi a disposizione dalla cittadinanza e da alcune aziende, portava in salvo numerose persone e successivamente contribuiva in maniera determinante alle operazioni di evacuazione del centro abitato, facendo confluire le persone nei centri di assistenza, istituiti all’interno di istituti scolastici di Casale.
Nel frattempo era stato richiesto l’invio di rinforzi e di mezzi idonei all’impiego nella situazione descritta che si faceva sempre più critica. Già alle 16 si rendeva operativo un elicottero del Gruppo Volo di Bologna ed in tarda serata venivano impiegati 4 VTC provenienti dal Reparto Mobile di Milano e 2 barche a motore del Reparto Mobile di Padova. Detti mezzi acceleravano notevolmente le operazioni di soccorso nei quartieri e nelle frazioni del capoluogo, ove l’acqua aveva raggiunto il livello di quasi 2 metri. Va comunque sottolineato come, prima dell’arrivo dei sopraindicati rinforzi, tutto il personale continuativamente operativo sin dal mattino, si sia adoperato per soccorrere la popolazione, dando prova, oltre che di coraggio e senso del dovere, di un non comune spirito di iniziativa.
Per meglio fornire un quadro completo dello sforzo della Polizia di Stato di questa provincia, in tutte le sue componenti, si indicano di seguito alcuni significativi dati numerici relativi ai primissimi giorni dell’emergenza: circa 650 unità della Polizia impiegate al giorno, 68 mezzi utilizzati tra i quali un elicottero, 4 VTC e 2 barche.
Dal 6 all’11 novembre 1994 sono state salvate 2439 persone. 414 le famiglie soccorse. Circa 500 i generi di conforto distribuiti alla cittadinanza.
Dopo la prima fase comprendente i giorni immediatamente successivi a quello in cui si verificò l’evento alluvionale, l’impegno dei vari uffici della Polizia di Stato della Provincia fu rivolto a garantire le operazioni di ripristino della normalità nei quartieri e nei territori extraurbani gravemente danneggiati dalle inondazioni. In particolare, fu attivato un capillare piano coordinato antisciacallaggio, in concorso con le altre forze di Polizia, nel quale operavano continuativamente nell’arco delle 24 ore oltre dieci pattuglie per turno della Polizia di Stato.
Tali servizi, che consentirono l’arresto di 5 persone per reati contro il patrimonio, furono particolarmente apprezzati dall’opinione pubblica ed in particolare dai cittadini costretti dalla calamità ad abbandonare le proprie abitazioni, le attività commerciali ed ogni altro bene non trasportabile. Detta penetrante attività di prevenzione, pur concretizzandosi in pressanti controlli, fu effettuata dagli operatori della Polizia di Stato con non comune sensibilità, tanto da garantire il necessario livello di sicurezza e tranquillità sociale, senza creare difficoltà alle normali occupazioni dei cittadini alluvionati.
Altrettanto preziosa e meritevole di riconoscenza è stata altresì l’attività di supporto fornita da tutto il personale in servizio che nei giorni dell’emergenza, ha assicurato con impegno continuativo e spirito di sacrificio le indispensabili attività tecnico-logistiche connesse alle operazioni di soccorso nonchè gli inderogabili servizi ordinari di istituto. Si ritiene di dover evidenziare la grande prova di professionalità ed umanità dimostrate da tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato in servizio nella provincia di Alessandria, che hanno risposto alle richieste di aiuto dei cittadini con immediatezza, efficacia e sensibilità, garantendo il graduale ritorno alla normalità in ottimali condizioni di ordine e sicurezza pubblica.
Non va infine dimenticato l’enorme senso di responsabilità dimostrato anche al termine della primissima emergenza, quando oltre l’impegno per l’ordine pubblico tutto il personale indistintamente ha ripreso la normale attività nei settori di appartenenza. Si ritiene doveroso ricordare alcuni episodi nei quali si sono particolarmente distinti, per coraggio ed abnegazione, alcuni dipendenti di questo Ufficio che non hanno esitato a mettere a repentaglio la propria incolumità per trarre in salvo persone in pericolo di vita.
Alle 14 circa del 6 novembre, i componenti dell’equipaggio della volante “Marengo”, Vice Sovrintendente Antonio Martano, capo-equipaggio ed Agenti Scelti Rocco Lo Presti e Enrico Pallavicino, venivano inviati dalla Sala operativa presso l’abitazione di un’anziana donna, ultraottantenne con disabilità residente in via Bellini, la quale aveva richiesto soccorso in quanto la sua abitazione, sita al piano terra, era già quasi completamente invasa dall’acqua. Giunti nelle vicinanze, gli operatori erano costretti a scendere dall’autovettura di servizio poiché il livello dell’acqua nella zona aveva già raggiunto il metro di altezza e, dopo non poche difficoltà, scavalcando un’alta cancellata, raggiungevano l’appartamento segnalato riuscendo a trarre in salvo l’anziana signora che, su di una carrozzina, veniva trasportata al primo piano dell’abitazione.
Terminato l’intervento, la pattuglia riusciva a raggiungere nuovamente l’autovettura per riprendere il servizio. La Sala operativa comunicava che era pervenuta segnalazione di una bambina che si trovava, completamente sola, chiusa in casa, in via della Chiatta 13, in una delle zone più colpite dalla violenza delle acque. Nell’impossibilità di raggiungere la citata via, avendo il livello dell’acqua ormai superato il metro e mezzo, il personale vi si dirigeva attraverso il piazzale dell’aeroporto, che al momento sembrava, per la sua ampiezza, l’unico tratto percorribile ed utile a raggiungere la bambina in pericolo. A metà dell’ampio spazio, largo circa settecento metri, l’acqua, dopo aver interamente invaso in pochi minuti il prospiciente Viale Milite Ignoto, raggiungeva gli operatori e li colpiva con inaudita violenza.
Ciò nonostante, essi persistevano nel tentativo di raggiungere via della Chiatta e riuscivano a scavalcare una rete dì recinzione alta due metri; l’attraversamento del campo successivo risultava tuttavia impossibile, stante l’ulteriore innalzamento del livello dell’acqua oramai sul punto dì sommergere gli operatori che rischiavano di essere travolti dalla violenza della corrente che trascinava autoveicoli e cassonetti siti lungo la via. L’equipaggio della volante fortunosamente raggiungeva alcune abitazioni, ove alcuni cittadini che ormai erano salvo ai piani superiori, lanciavano delle corde nel tentativo di aiutarli a procedere verso la casa della bambina in difficoltà, dalla quale ormai non giungevano più notizie, a seguito dell’interruzione della linea telefonica. Anche questo tentativo si rivelava impossibile, in quanto l’acqua era alta ormai oltre i due metri e impediva di raggiungere da terra via della Chiatta.
I tre operatori, aggrappandosi ai muri delle abitazioni riuscivano ad entrare in ciò che rimaneva di un atrio di una casa in viale Milite Ignoto ed utilizzando una ringhiera divelta come scala, raggiungevano il primo piano, dove trovavano riparo. Il loro isolamento durava alcune ore, finché all’alba del giorno successivo riuscivano a mettersi in contatto con la sala operativa a mezzo del telefono cellulare di uno dei componenti della pattuglia, fino ad allora inattivo per il mancato funzionamento dei ponti radio. La bambina fu poi tratta in salvo da un elicottero.
Il 7 novembre l’Assistente Giuseppe Carchidi, in servizio nell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, veniva impegnato, unitamente a personale militare e su di un mezzo anfibio dell’Esercito, nelle attività di recupero e salvataggio di persone rimaste bloccate nelle proprie abitazioni in questo quartiere “Orti”, zona tra le maggiormente colpite dalla calamità. Mentre il mezzo anfibio percorreva via Giordano Bruno, si avvicinava all’Assistente Carchidi un cittadino che chiedeva soccorso per un suo conoscente rimasto bloccato, insieme ai familiari, tra cui un bambino con urgente bisogno di medicinali, in una cascina isolata a San Michele. Fatto salire l’uomo sul mezzo, questo si dirigeva in direzione della cascina, che risultava impossibile raggiungere a causa della inaudita violenza della corrente. Resosi conto di ciò, l’uomo scendeva dal cingolato per proseguire a piedi, portando con sé viveri e medicinali. L’Assistente Carchidi, dopo aver inutilmente tentato di dissuaderlo, stante il grave pericolo di vita, lo seguiva a piedi, con l’acqua ormai a livello del torace, restando al suo fianco. Dopo l’ultimo tratto di percorso l’assistente Carchidi e l’uomo venivano travolti da una improvvisa ondata d’acqua che li sommergeva completamente per alcuni secondi, trascinandoli per una decina di metri. Riusciti a riemergere, aggrappati ai cavi dell’alta tensione ormai inattivi, i due raggiungevano l’altra sponda del fiume, e per quanto fisicamente provati, prestavano soccorso alla famiglia alluvionata, agevolandone l’evacuazione.
Il pomeriggio del 6 novembre il Vice Questore Aggiunto Fulvio Fedele, Dirigente la D.I.G.O.S., il Commissario Enrico Taverna, Dirigente l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e l’Assistente Sandro Ferrari, impegnati in un servizio di perlustrazione nelle zone del capoluogo maggiormente colpite dalla inondazione, ricevevano dalla sala operativa la segnalazione di un nucleo familiare con un bambino piccolo, in gravi difficoltà presso la propria abitazione in via Mazzini. Nell’impossibilità di raggiungere il caseggiato segnalato a bordo dell’autovettura di servizio, i predetti Funzionari e l’Assistente Ferrari proseguivano a piedi, immersi nell’acqua ormai giunta all’altezza della vita, con grandi sforzi per vincere la furia della corrente e per mantenere 1’equilibrio sul fondo reso viscido dalla gran quantità di gasolio fuoriuscito da impianti e depositi. Dopo aver faticosamente percorso il lungo tratto di strada in questione, i predetti riuscivano a raggiungere l’edificio ed entrati nel cortile interno, anch’esso completamente allagato, accertavano che le persone in difficoltà si trovavano al piano terreno. Avvicinatisi a ciò che si intravedeva da una apertura, leggermente sopraelevata rispetto alla sede stradale, sentivano invocazioni di aiuto e, all’interno, contattavano un uomo, una donna e il figlio di non più di due anni, i quali, terrorizzati, stavano cercando di salvare alcune masserizie. Convinta la madre a seguirli all’esterno con in braccio il bambino riuscivano a sorreggerla fino all’ingresso di una delle scale interne dell’edificio, dalla quale il nucleo familiare si metteva in salvo raggiungendo un appartamento al secondo piano.
Notevole è stata la professionalità evidenziata nel curare il coordinamento delle attività del personale della Polizia di Stato con le altre forze di Polizia impegnate nei soccorsi , in costante contatto con l’unità di crisi costituita in Prefettura. Di rilievo é stata anche l’attività prestata, nelle settimane successive, con infaticabile impegno nella predisposizione del piano coordinato di servizi antisciacallaggio nonché degli innumerevoli servizi di ordine pubblico in occasione della visita nel capoluogo del Capo dello Stato, di Ministri e di alte personalità di rilievo. Estremamente impegnativa é stata nelle settimane successive all’emergenza l’attività dell’Ufficio di Gabinetto in relazione alla situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica conseguente alle gravi situazioni di disagio determinatesi per i cittadini alluvionati, in parte riunitisi in comitati spontanei impegnati in attività assistenziali attraverso l’istituzione e gestione di centri di raccolta e distribuzione di generi di prima necessità. Appare altresì, opportuno evidenziare, più in dettaglio la meritoria attività prestata dal personale del Commissariato di P.S. di Casale Monferrato nel fronteggiare, in maniera encomiabile, l’emergenza determinatasi nella mattinata del 6 novembre in quel territorio, dove veniva segnalato che il Po minacciava di rompere gli argini con gravi conseguenze per i vicini centri abitati e in particolare per il Comune di Morano.
Una aliquota veniva subito inviata a Morano Po per concordare con il sindaco di quel Comune i primi necessari interventi, in raccordo con l ‘unità di crisi nel frattempo costituitasi presso il Municipio di Casale Monferrato. Nelle ore successive, fuoriuscito il Po dagli argini, il personale inviato a Morano, grazie a un incessante e lodevole impegno, riusciva a fronteggiare efficacemente l’emergenza, portando in salvo numerose persone, tra cui anziani ed infermi, svolgendo, altresì, una lodevole azione di persuasione per convincere anche i più restii ad abbandonare le proprie abitazioni, minacciate dall’inondazione, per recarsi presso le strutture adibite a centri di accoglienza.
Notevole ed incessante per tutte le giornate interessate dall’emergenza é stato altresì l’impegno del personale del Commissariato di Casale nelle frazioni Popolo e Terranova di quel Comune, colpite più gravemente dalla calamità. In particolare, sin dalle prime ore della mattinata del 6 novembre, venivano dislocate, nei punti a maggior rischio lungo gli argini e il ponte sul fiume Po, pattuglie con compiti di perlustrazione per segnalare e fronteggiare le eventuali emergenze. La costante ed attenta vigilanza di dette unità mobili consentiva di segnalare tempestivamente agli organi tecnici competenti cedimenti che stavano per verificarsi lungo gli argini, rendendo possibili gli immediati interventi di consolidamento, cui ha dato un rilevante apporto lo stesso personale di servizio. Superata la prima fase dell’emergenza, il personale del Commissariato è stato altresì continuativamente impiegato nei servizi antisciacallaggio efficacemente predisposti e svolti con estremo impegno e senso di responsabilità. Si evidenzia, altresì, il notevole contributo apportato dal personale in servizio presso la locale Scuola Allievi Agenti, nonostante i gravosi impegni connessi alle operazioni di arruolamento di agenti ausiliari già in atto.
All’interno dell’Istituto veniva infatti allestita, già nel primo pomeriggio del 6, la base operativa per gli elicotteri delle varie Forze ed Enti impegnate nei soccorsi ed il centro di raccolta e smistamento delle persone soccorse, nonché un centro sanitario con l’impegno anche di Funzionari medici della Polizia di Stato. Aliquote di personale della Scuola sono state successivamente poste a disposizione di questo Ufficio per lo svolgimento dei capillari servizi di controllo del territorio ed antisciacallaggio. Nel ribadire il già citato lodevole impegno del personale delle varie specialità della Provincia nel partecipare alle operazioni di soccorso, si segnalano i nominativi dei dipendenti particolarmente distintisi: Polizia Stradale, Polizia Ferroviaria e Polizia Postale. Degna di particolare rilievo è stata l’opera prestata con costante impegno e spirito di abnegazione dai contingenti di rinforzo posti a disposizione di questo Ufficio. E’ già stato citato il prezioso contributo apportato nelle operazioni di soccorso dall’incessante attività del personale pilota del Reparto Volo di Bologna e di quello conduttore di mezzi anfibi e barconi a motore rispettivamente in forza ai Reparti Mobili di Milano e Padova. E’ doveroso inoltre sottolineare che dal giorno 9 e sino a dicembre inoltrato sono rimasti a disposizione di questo Ufficio, per la già descritta attività di polizia, contingenti di rinforzo dei Reparti Mobili di Torino e di Genova e successivamente anche del locale Centro Raccolta Interregionale VECA. A conforto e a riconoscimento dell’impegno profuso dalla Polizia di Stato nel corso dell’intero periodo dell’emergenza e della “prima ricostruzione”, giunsero numerosissime attestazioni di stima e di apprezzamento.