17 Dicembre 2024
06:54
Dramma nel carcere San Michele: detenuto muore dopo tentativo di suicidio. Un altro salvato in extremis
ALESSANDRIA – Continua a essere drammatica e triste la situazione nelle carceri italiane. Un’altra persona è infatti deceduta dopo aver tentato il suicidio, un fatto avvenuto proprio ad Alessandria come spiegato dalla Uilpa Polizia Penitenziaria. Un dato che si aggiunge a un altro tentativo di togliersi la vita da parte di un detenuto che, sempre ad Alessandria, aveva cercato di darsi fuoco ma era stato bloccato dagli agenti di Polizia Penitenziaria.
“Italiano, sui 50 anni, mercoledì scorso aveva tentato di togliersi la vita impiccandosi in una cella del reparto ‘transito’ della Casa di Reclusione di Alessandria San Michele – ha raccontato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Subito soccorso, era stato condotto in ospedale in condizioni disperate, ma domenica è deceduto. Sale così a 87 la tragica conta dei detenuti suicidatisi dall’inizio dell’anno. Numeri che, va ricordato, corrispondono a vite umane affidate allo Stato e che vengono spezzate e non a ‘mera informazione statistica’, come si è letto in qualche nota diffusa dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. A questi, vanno peraltro sommati i 7 suicidi fra gli agenti”.
“Pochi giorni prima, sempre ad Alessandria San Michele, un altro recluso aveva tentato di darsi fuoco e non è riuscito nell’intento solo grazie al tempestivo intervento della Polizia penitenziaria che con non poche difficoltà l’ha messo in salvo anche rischiando a propria volta, tanto che 5 agenti sono rimasti intossicati, per fortuna non in maniera grave. Del resto, pure Alessandria, con 380 detenuti presenti a fronte di 263 posti disponibili, soffre di grave sovraffollamento, mentre la Polizia penitenziaria con 175 unità in servizio, quando ne servirebbero almeno 369, opera a ranghi fortemente ridotti”, spiega il segretario della Uilpa Pp.
“A livello nazionale sono ormai 16mila i ristretti oltre la capienza disponibile e ben più di 18mila gli agenti mancanti. Pure questi numeri da capogiro che, uniti agli altri, dovrebbero scuotere le coscienze della politica e della maggioranza di governo inducendo a provvedimenti consequenziali e a impatto immediato. Il 2024 non è ancora finito, ma in assenza di provvedimenti seri, tangibili e immediati che deflazionino la densità detentiva, potenzino gli organici della Polizia penitenziaria, assicurino l’assistenza sanitaria e pongano le basi per una complessiva riorganizzazione dell’intero sistema, il 2025 potrebbe essere persino peggiore”, conclude De Fazio.