16 Febbraio 2016
12:44
Unioni Civili: l’onorevole alessandrino Viotti si scaglia contro i colleghi senatori “cattodem”
ROMA – Ha fatto scalpore l’insulto su twitter dell’alessandrino Daniele Viotti, parlamentare europeo del Partito Democratico, ai colleghi di partito, i senatori Di Giorgi e Lepri e all’ala cattolica del Pd a Palazzo Madama. Il politico alessandrino si è scagliato contro l’ostruzione di questi parlamentari al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, proprio in queste ore in discussione. “Nessuna posizione politica o attacco contro i cattolici” ha precisato lo stesso Viotti qualche ora dopo “sono sbottato perché il dibattito riguarda la mia vita di tanti altri.” Attivista per i diritti Lgbt, Viotti ha poi scritto sulla sua pagina Facebook una sua ulteriore considerazione, a proposito dei tentativi di mediazione al momento saltati nel Partito Democratico sul tema della stepchild adoption: “Leggendo la rassegna stampa e i retroscena sulla riunione del PD – sono sbottato. Sono sbottato perché la misura è davvero colma. Sono 30 anni che aspettiamo una legge che regolamenti le unioni omosessuali in questo paese. È più di un anno che la legge Cirinnà è in discussione in Senato. E sono mesi che il dibattito va avanti ovunque nel paese. Essere fermi ancora ai posizionanti interni e alle rivendicazioni di alcuni dei cosiddetti “cattodem” è molto frustrante. Questi senatori non vogliono mediazioni: non vogliono proprio nessuna legge. Per fortuna, va detto, non tutti i cosiddetti “cattodem” sono così. In tanti – quasi tutti – stanno supportando la legge, riconoscendone la necessità e l’urgenza. A loro vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Vi ricordo in tutta franchezza che Stefano Lepri è stato il consigliere regionale del Piemonte che ha impedito alla legislatura di Mercedes Bresso di dotarsi di una legge contro le discriminazioni perché si prevedevano forme di tutela anche per le persone omosessuali. Il mio sfogo, di cui non mi pento assolutamente, è lo sfogo di chi da anni combatte per i propri diritti e sente addosso – per il ruolo che ricopro – tutto il peso di una comunità e un movimento che da 30 anni chiede riconoscimenti e dignità.”