12 Gennaio 2025
11:35
Inaugurato con “106 garofani rossi” il Segmento Off della stagione di prosa del Comune di Alessandria
ALESSANDRIA – Un palcoscenico diviso idealmente in due, come due sono i protagonisti: da una parte un piano di lavoro con oggetti funzionali (ma anche un manganello), dall’altra una scrivania dal tocco femminile, su cui campeggia una foto incorniciata. Gioca sulla divisione dei ruoli e sulla diversa narrazione di una stessa storia “106 Garofani rossi – Velia e Giacomo, l’antifascista”, che ieri, sabato 11 gennaio, ha aperto il Segmento Off della stagione teatrale del Comune di Alessandria con Piemonte dal Vivo, Asm Costruire Insieme, Alexala e con il supporto di Alegas Gruppo Iren.
Lo spettacolo, prodotto da Quizzy Teatro e interpretato da Monica Massone e Gianni Masella, che ne firmano la regia insieme all’autore Sergio Angelo Notti, è incentrato sulla figura di Giacomo Matteotti attraverso lo sguardo della moglie Velia e deve il suo nome ai 106 interventi da lui pronunciati alla Camera dei Deputati.
“Questa storia inizia a Milano in una stanza d’albergo”. Gianni Masella indossa una camicia nera e parla con accento toscano, come Amerigo Dumini, capo della squadraccia fascista cui fu commissionato l’omicidio di Matteotti, per passare poi ad una narrazione asciutta dei fatti storici. Alla violenta tracotanza, infarcita di modi di dire popolari, e all’ingiustizia fa da contraltare la voce di Velia/Monica Massone, donna colta, poetessa e scrittrice, ma soprattutto moglie innamorata e affranta.
Non ci sono attimi di serenità nel suo flusso di ricordi, anche il fidanzamento con Giacomo è intriso di presentimento della tragedia. Velia è dignità e dolore, una mancanza tormentosa ben differente dal sentimento di “pacata dolcezza verso chi ci ha lasciati” di una sua poesia giovanile. Molto peso, nel testo e nella regia, viene dato all’amore tra lei e “Giachi” (così chiamava il marito), intenso e passionale, impresso sul fitto carteggio che i coniugi si scambiarono durante le tante assenze cui lui fu costretto dalle minacce del regime e dagli impegni politici.
“106 garofani rossi” si regge su una ricerca storica accurata, sulla ricostruzione della personalità di Velia e sulla memoria non solo del politico ma dell’uomo Matteotti, attraverso le parole familiari e intime scambiate con la moglie. Qui la scelta registica sin dall’inizio privilegia il tono drammatico, certamente dovuto, ma forse troppo costante per permettere il crescendo che ci si aspetterebbe. Parallelamente scorre la storia del paese, dal biennio rosso con le rivolte contadine e, al contempo, la fondazione dei fasci, all’omicidio di Giacomo e al rinvenimento del suo cadavere. I rumori del rapimento si sostituiscono alla narrazione e le botte, lo sbattere delle portiere della Lancia usata dagli squadristi, il rombo del motore evocano bene violenza e morte. Al termine due estremi: un processo farsa, che invalida il concetto di giustizia, e il lutto assoluto di Velia, vedova e perseguitata dal regime.
Buona l’accoglienza e la partecipazione di pubblico al Teatro Ambra per il primo appuntamento del Segmento Off, dedicato alle compagnie teatrali del territorio. La stagione di prosa del Comune di Alessandria continua domenica 19 gennaio al Teatro Alessandrino con “scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman con Fausto Cabra e Sara Lazzaro diretti da Raphael Tobia Vogel.