18 Febbraio 2016
08:16
Nel Parmense, a Fontanellato il labirinto più grande e artistico del mondo
FONTANELLATO – Misteriosi, intriganti, mitologici e artistici, i labirinti sono una delle fantasie e delle strutture più antiche dell’umanità. Ma anche i sogni, talvolta, possono diventare realtà come ci dimostra il Labirinto della Masone nel borgo di Fontanellato, a pochi passi da Parma.
È questo il labirinto più grande non solo d’Europa ma anche del mondo, realizzato da Franco Maria Ricci, talmente affascinante e articolato da far invidia a quello più conosciuto di Alice nel Paese delle Meraviglie. Una struttura onirica che nasce da una promessa che Franco Maria Ricci, direttore dell’omonima casa editrice, fece vent’anni fa circa a Jorge Luis Borges, durante un soggiorno del famoso scrittore argentino in una casa di campagna nel Parmense.
Un’opera monumentale che si estende lungo sette ettari e composto da 200mila piante di bamboo alte 5 metri e appartenenti a ben venti specie diverse. Sono questi i numeri che, tra corridoi, bivi, vicoli ciechi, trappole e sorprese fanno di questo luogo un labirinto arzigogolato dal magico fascino.
Non una prigione, come nel mito di Minosse e nemmeno inquietante come quello presente in Shining, ma un giardino immerso nel verde, con una pianta a stella e con al centro una piazza di duemila metri quadrati, dove la gente si può smarrire per ‘ritrovare se stessa’ o dove vivere una favola ad occhi aperti, il tutto senza pericoli.
Ma le sorprese non finiscono qui, infatti, smarrirsi nel Labirinto della Masone vi potrà avvicinare anche all’arte, in quanto nascoste all’interno della struttura potrete trovare famosi capolavori nascosti tra le siepi. In questo spazio, difatti, troverete più di 500 pezzi della collezione d’arte di Franco Maria Ricci, collocate in 5mila metri quadrati: opere dal Cinquecento al Novecento, da Bernini a Canova, ma anche Hayez, Parmigianino e Carracci. A questo si aggiunge lo spazio per mostre temporanee “Arte e Follia”,curato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e dedicato ai pittori Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi.
Infine, a far da cornice a questo quadro incantato, il ristorante dei rinomati chef fratelli Spigaroli.
“Ciò che il labirinto insegna non è dove stia la via d’uscita, ma quali sono le vie che non portano da nessuna parte”.