11 Febbraio 2025
05:26
Edilizia in Piemonte: crescita nel 2024, ma il 2025 preoccupa per il calo delle imprese e la fine del Superbonus
PIEMONTE – Il settore dell’edilizia in Piemonte ha chiuso il 2024 in crescita, ma le prospettive per il 2025 destano preoccupazione. Il calo delle imprese iscritte alle casse edili, scese da 9.451 nel 2023 a 9.338 nel 2024, e la fine del Superbonus, rischiano di frenare il settore. Massimo Cogliandro, segretario della Fillea Cgil Torino e Piemonte, critica la scelta del Governo di eliminare gli incentivi edilizi: “Eliminare i bonus è stato un errore. Sarebbe stato più utile rimodularli per le fasce di reddito più basse”, afferma Cogliandro, evidenziando anche le difficoltà legate ai ritardi nei pagamenti delle opere del PNRR, che potrebbero rallentare i cantieri.
Secondo l’analisi della Fillea Cgil dei dati emersi dalla Casse Edili, il comparto lo scorso anno ha registrato un incremento degli addetti, passando da 48.463 nel 2023 a 49.840 nel 2024, con 1.377 nuove assunzioni. Cresce anche la presenza di lavoratori stranieri, che rappresentano il 50,32% del totale, e delle lavoratrici, seppur in numeri ancora molto bassi.
Il numero degli stranieri nel 2024 ha raggiunto i 25.079 su un totale di lavoratori di 49.840, in aumento, rispetto all’anno precedente quando erano 23.124 su un totale di operai di 48.463 (il 47,71% del totale). Le lavoratrici/operaie, donne censite dalle casse edili Piemontesi nel 2024 erano 178 lo 0,36% del totale (prevalentemente restauratrici), contro le 160 operaie occupate nel 2023 in Piemonte.
“Un altro dato interessante è quello della sindacalizzazione – precisa il segretario Fillea Cgil Piemonte – infatti si certifica che il 63,01% degli operai è iscritto ad un sindacato confederale (31.405 gli operai iscritti nell’annualità 2024 ) e che il primo sindacato negli edili in Piemonte è la Fillea Cgil che rappresenta il 39,24% del totale dei lavoratori (12.322 iscritti), secondo sindacato la Filca Cisl che ne rappresenta il 37,33% ( 11.722 iscritti), terzo sindacato la Feneal Uil con il 23,44% (7.361 iscritti)”.
E ancora dice Cogliandro “Il totale delle ore versate dalle imprese, nelle casse edili piemontesi, in favore degli operai nel 2024 risulta essere 50.376.666 (milioni di ore versate ) con un incremento sull’anno precedente del 1,87% quando le ore versate erano 49.451.616 dell’annualità 2023. Anche il monte salari versato dalle imprese ai lavoratori, registra nel 2024 un interessante aumento (+4,55%), rispetto all’anno precedente, infatti parliamo di € 606.167.225,00 Milioni di salario versato nel 2024, rispetto al 2023 quando il salario versato a livello regionale era 579.782.737,00 di euro. A livello regionale l’unico dato negativo è quello delle imprese regolarmente iscritte nelle casse edili che passa dalle 9.451 del 2023 alle 9.338 dell’annualità 2024, con una riduzione dell’1,19%”.
Le previsioni per il 2025 non promettono nulla di buono. “Le prime denunce dell’annualità 2025, arrivate alle casse edili da parte delle imprese edili Piemontesi – spiega il segretario della Fillea Cgil – lasciano trasparire una chiara inversione di tendenza su quelli che sono tutti gli indicatori più importanti, che in precedenza erano positivi. Il decalage dei contributi super bonus, già nell’anno 2024 ha avuto come dimostrato dall’analisi dei dati, un effetto negativo sulla riduzione delle imprese edili“.
Quindi, “Consideriamo sbagliata la decisione del Governo di cassare i bonus che negli anni precedenti hanno contribuito in maniera rilevante a rilanciare il settore e a trainare il PIL. Avrebbe avuto senso rivederli, magari solo a beneficio delle fasce di reddito più basse. Eliminarli è stato un errore, perché sarà davvero molto difficile avviare la transizione ecologica e riqualificare le abitazioni, in assenza di una strategia generale da parte del Governo. Rimane ancora un’intensa attività sulle opere del PNRR, ma con diversi elementi di preoccupazione, per esempio, Il ritardo dei pagamenti da parte del committente pubblico alle Imprese (le committenze pubbliche spesso non riescono ad anticipare i fondi alle imprese perché li ricevono con fortissimi ritardi da Roma).
Pertanto, “tutto questo rappresenta un grande elemento di preoccupazione, noi infatti rischiamo che a partire dal 2025 le imprese rallentino fortemente sulle opere del PNRR con il rischio di forti ripercussioni sia per i lavoratori che per l’intera economia del nostro settore. Anche il piano casa, come risposta all’emergenza abitativa, potrebbe rappresentare una concreta mossa di rilancio del settore e del Pil. Ma c’è una buona notizia per tutti i lavoratori del settore (operai, tecnici e impiegati), la notte del 28 di gennaio abbiamo rinnovato il contratto nazionale degli edili, tra le priorità del nuovo contratto regolarità, sicurezza e salario”.
“Molto importante l’aumento economico, il CCNL degli edili appena siglato – conclude – risulta essere uno tra i più remunerativi tra tutti i contratti fin ad oggi firmati, con 180 euro per il manovale di primo livello, sino ai 360 euro di aumento mensile per l’impiegato di VII Livello”.