Autore Redazione
giovedì
3 Marzo 2016
10:15
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Cronaca - Alessandria

Usura ed estorsione a danno di imprenditori della provincia. Quattro persone in carcere [VIDEO]

Usura ed estorsione a danno di imprenditori della provincia. Quattro persone in carcere [VIDEO]

AGGIORNAMENTO – Facevano ricerche anche su Facebook per individuare le vittime delle loro estorsioni. Le foto di aperitivi e serate in locali esclusivi o gli scatti delle vacanze erano la prova della ricchezza dell’imprenditore. Bastava poi anche una semplice telefonata “tu non mi conosci, ma ho bisogno di parlarti” per attirare in un vortice di intimidazioni gli imprenditori della provincia. Senza scrupoli, Giulio Campana del 1988, Antonio Campucci del 1971, Luciano Medei del 1977 e Andrea Turco del 1986 si presentavano a turno e in pieno giorno dalle vittime, in alcuni casi avvicinate mentre si trovavano con i figli. Sfruttando le loro origini calabresi millantavano anche parentele con esponenti della ‘ndrangheta per terrorizzare gli imprenditori. Tra i quattro finiti dietro le sbarre grazie all’operazione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Alessandria, Campana era ad esempio solito mostrare alle vittime un vecchio servizio televisivo dell’arresto di un boss, suo omonimo, spacciandolo per un parente.

Meglio non scherzare con queste persone” era stato ad esempio l’avvertimento rivolto a un imprenditore orafo valenzano finito insieme a un operaio nelle rete dell’estorsione. I due erano stati “agganciati” per mettere in contatto un presunto acquirente di preziosi residente in Svizzera con un venditore di diamanti. Un semplice ruolo da intermediari che si è però trasformato in un’estorsione da 20 mila euro. Tanto avevano preteso i quattro uomini dall’imprenditore e dall’operaio quando l’affare era saltato. Intimidito dalla visita “a domicilio” di due dei malviventi, l’imprenditore valenzano alla fine aveva consegnato 2000 euro in contanti, un anello del valore di 7500 euro, poi rivenduto a meno,  arrivando persino a vendere la propria auto e consegnare i 4500 euro ricavati agli estorsori. Spremuto l’imprenditore, i quattro avevano poi iniziato a minacciare anche l’operaio orafo. Il giorno del pagamento, il 21 gennaio, Campucci aveva però trovato nel luogo indicato per il passaggio di denaro, una fermata dell’autobus in viale Milite Ignoto ad Alessandria, anche i Carabinieri del Nucleo Investigativo. Da giorni sulle tracce dei quattro, i militari avevano fatto subito scattare le manette ai polsi di Campucci. L’arresto in flagranza non aveva comunque fermato la sete di denaro del complice Giulio Campana che pochi  giorni dopo era tornato a pressare l’operaio  per avere altro denaro. Il 29 gennaio, in centro a Valenza, era così scattato il secondo blitz dei militari e il nuovo arresto.

Ricostruiti tutti i movimenti dei quattro uomini, i Carabinieri del Nucleo investigativo hanno ora contestato a Giulio Campana, in questo caso con la complicità di Andrea Turco, anche l’estorsione a danno di un giovane imprenditore di una ditta di telefonia , individuato tra decine di profili Facebook.  “Se non vuoi avere grossi problemi devi pagare” l’avevano minacciato i due uomini, riuscendo a farsi consegnare i primi 250 euro. Solo la prima delle richieste dei malviventi che al rifiuto dell’imprenditore di consegnare l’auto si erano poi presentati alla sua porta portando via dall’appartamento un televisore a schermo curvo e poi anche il costoso cellulare, un IPhone 6S Gold, per un danno totale quantificato in circa 6000 mila euro.

Tra i reati contestati a Campana non c’è solo l’estorsione ma anche l’usura di cui è caduto vittima un imprenditore alessandrino che, in preda a forti difficoltà, aveva chiesto un prestito all’uomo, trovandosi poi a dover restituire il doppio in una manciata di giorni. Grazie all’intervento dei Carabinieri di Alessandria il calvario degli imprenditori, almeno cinque le vittime di estorsione messe a segno dall’estate del 2014 a gennaio 2016,  ora è finalmente finito. I militari, al termine delle accurate indagini coordinate dal Pm Marcella Bosco, questo giovedì hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere. Già dietro le sbarre da fine gennaio Antonio Campucci “di professione estorsore” e il “procacciatore d’affari” Giulio Campana, i militari questo giovedì hanno accompagnato in carcere anche Luciano Medei, titolare della palestra “Somatos” e l’operaio Andrea Turco, anche loro residenti ad Alessandria. L’operazione dei Carabinieri, rinominata “Jackpot” per il vizio compulsivo di alcuni degli arrestati di giocare alle macchinette i soldi ottenuti con le estorsioni o l’usura,  dimostra come la provincia non sia esente da questi fenomeni criminali, ha sottolineato il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Enrico Scandone. Affiancato dai maggiori Giacomo Testore e Giuseppe Di Fonzo, il Colonnello Scandone ha rinnovato l’appello a denunciare ogni forma di estorsione o di prestito usuraio. L’operazione, ha sottolineato, è partita su iniziativa degli stessi Carabinieri. “La denuncia non deve essere l’extrema ratio. Quando qualcuno pretende denaro o qualsiasi altra cosa non dovuta non aspettate, rivolgetevi a noi perchè  i 100 o i 200 euro sono solo l’inizio di una escalation di richieste senza fine”.

 

Qui il video dell’operazione dei Carabinieri 

ALESSANDRIA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria questo giovedì mattina hanno dato esecuzione a ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone di origine calabrese,  ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso fra loro, dei reati di usura ed estorsione aggravata a danno di alcuni imprenditori della provincia di Alessandria. Seguiranno aggiornamenti. 

(foto di repertorio)

Tatiana Gagliano

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