Quando la voce illumina. Recensione di “N.C: (Non classificatemi)” a Voglia di Teatro

ALESSANDRIA – “Se sposti i vecchi schemi vedrai la verità”.

E’ questa la chiave della poetica di Paola Tomalino, che si è esibita venerdì 3 febbraio, di fronte al numeroso pubblico della Ristorazione Sociale, nell’ambito della rassegna Voglia di Teatro, con il suo spettacolo dal nome di per sé programmatico: “N.C: (Non classificatemi)”.

Paola Tomalino è inizialmente bendata, per poi donare luce nuova alle parole, e, sin dai primi istanti, è dichiarata la ricerca della reinterpretazione personale di canzoni famose.  Ciò che si discosta dalle variazioni sul tema e dal virtuosismo stilistico è la chiave drammaturgica che lega i testi cantati a citazioni o racconti. Il risultato è uno scorrere tra parole e musica dove significante e significato convergono in un unico.

Diversi i toni che provocano immedesimazione emotiva o ilarità. Si passa da un’interpretazione diretta al cuore di “Vita tranquilla” di Tricarico, ad una “Bocca di rosa” canta-recitata, con fare ciarliero, alla velocità supersonica del pettegolezzo .  

Sopra tutto, una puntualità nell’interpretazione che fa pensare ad un’esegesi  scenica. Non è un concerto e non ci sono spiegazioni intermedie né  aneddoti, eppure i testi appaiono fulminanti alla luce di introduzioni alle canzoni apparentemente casuali e, invece, mirati al punto focale.

La voce regala momenti di sospensione e suscita ammirazione (notevole il vertice di estensione vocale in “Cabaret”), ma non crea mai una distanza. Ciò che è evocato viene anche interiorizzato, in una ideale sintesi di musica e teatro dove il virtuosismo non conta, perché la magia è creare verità pulsante.

La rassegna Voglia di Teatro, a cura di Laura Bombonato, continua, alla Ristorazione Sociale, giovedì 10 marzo con Daniele Ceva.

Nicoletta Cavanna

(le foto sono di Fabio Gagliardi)