Cronaca - Valenza

“Siamo il paese delle mille croci”: i sindacati riportano al centro i lavoratori e chiedono rispetto

VALENZA – Il sole ha accompagnato la festa del primo maggio a Valenza con Cgil, Cisl e Uil, unite nella lotta in difesa dei lavoratori e delle lavoratrici. Una unione più volte sottolineata per il bene di una categoria che oggi non riceve le giuste attenzioni. Affiancati dalle istituzioni i sindacati hanno reclamato la necessità di sicurezza e di salari adeguati, e riportato al centro la difficoltà quotidiana di chi fatica sempre di più ad andare avanti perché “i salari reali sono inferiori a quelli del 2008 in Italia“.

Siamo l’Italia delle mille croci, siamo stanchi di questa situazione” ha tuonato Ivana Veronese, della Segreteria nazionale Uil, ribadendo l’assurdità di un Paese che anziché far diminuire i morti sul lavoro restituisce statistiche agghiaccianti. Il primo maggio, è stato detto, è una festa ma soprattutto un momento per richiamare l’attenzione sui temi legati al mondo dell’occupazione, alle persone, in un momento storico in cui le crisi internazionali hanno ulteriormente sminuito queste battaglie. Il corteo ha portato momenti di colore e leggerezza ma ha puntato il dito sull’assurdo incremento degli infortuni rispetto all’anno precedente, +5%, o sull’impressionante percentuale di chi, pur con una occupazione, deve ricorrere alla mensa della Caritas, il 23%, ha spiegato Marco Ciani segretario Cisl. Franco Armosino invece, segretario provinciale Cgil, ha esortato con fermezza la necessità di rispetto da parte di enti come l’Inail, responsabile, ha detto di infortuni sul lavoro retrocessi a normali infortuni, o rivendicato la beffa di chi sostiene battaglie di giustizia come quella contro l’amianto, poi svilita al momento delle pene da attribuire ai colpevoli.

La difficile situazione del mondo del lavoro è feroce ancora oggi, forse lo è molto di più rispetto a poco tempo fa, come hanno dimostrato le storie di tanti delegati sindacali che hanno raccontato le crisi di aziende della provincia, il tutto accompagnato dal dramma delle morti sul lavoro nell’Alessandrino, dal 2023, che portano i nomi di Ames, Paolo, Anotnio, Edmond, Pasquale, Marius, Emanuel, Alberto, Krasimir, Umberto e Ange Jordan. Storie di persone che non sono tornate a casa a riabbracciare i familiari e che si aggiungono ai tre morti al giorno nel solo 2024.

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