Autore Redazione
venerdì
4 Marzo 2016
23:37
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Eventi

Beckett come lo vorrebbe Beckett. Recensione di “Finale di partita” ai Crepuscoli

Beckett come lo vorrebbe Beckett. Recensione di “Finale di partita” ai Crepuscoli

CASALE MONFERRATO – Portare in scena Beckett significa stimolare il pubblico a comprendere ciò che pare incomprensibile e a dare un senso a ciò che sembra non consequenziale.

Venerdì 4 marzo il Teatro Instabile di Imperia ha presentato, al Festival Teatrale i Crepuscoli a Casale, “Finale di partita”, appunto di Samuel Beckett, di fronte al pubblico dell’Auditorium Santa Chiara, come sempre numeroso. Lo spettacolo sarà replicato anche sabato 5 marzo  alle ore 21.  

“Finale di partita” è un dialogo, che si svolge come una partita a scacchi,  tra Hamm, un vecchio aristocratico decaduto, cieco e paralizzato e Clov, il suo servo-figlio adottivo, anch’egli anziano, zoppicante e impossibilitato a sedersi.

I due litigano e si odiano, rafforzando una dipendenza reciproca in un contesto chiuso, isolato da un mondo che pare divenuto deserto e in un tempo immobile e sempre uguale. Nella stessa stanza, dentro due bidoni, vivono i genitori di Hamm, privi di gambe, che ricordano un’epoca di realtà e luoghi concreti.

I dialoghi di Beckett sono giocati sulla reiterazione e sull’esasperazione dei soliti gesti che perdono significato e assumono la veste dell’incomunicabilità e del vuoto esistenziale. Solo i due anziani ricordano un momento felice, che non esiste nella memoria di Clov. In questa condizione non ci sono né gioia né aspettative.  Alla sopravvivenza si sovrappone la tensione tra padre e figlio adottivo, fatta di prevaricazioni del primo e di recriminazioni del secondo, in vista del finale della partita, ovvero del distacco dei due in uno scenario di incertezza su un possibile futuro.

Su una scenografia essenziale, che evidenzia l’aspetto macilento di ogni oggetto, Hamm (Gianni Oliveri) è un re povero ma imponente su un trono decrepito e Clov (Livia Carli) un figlio/servitore ossessivo nelle movenze e ossessionato dalle pretese del padre.

La scelta registica è pura e fedele, l’interpretazione è rigorosa. Ciò che si rileva è una grande naturalezza nella resa di scambi surreali e nella gestualità rigida e claudicante di Clov. Notevoli i monologhi di Hamm, che appare compiaciuto di sé, a tratti benevolente o perfido e, infine, ripiegato su se stesso e consapevole della sconfitta e della solitudine inevitabile. La sua è una figura solenne, esaltata dal finale affrontato con la regalità del suo ruolo.

Il testo e la sua natura sono perfettamente rispettati e la proposta di Teatro Instabile rappresenta un’occasione per immergersi in un mondo di interrogativi che sortiscono ironia e non senso al posto di facili risposte.

Per la replica di sabato 5 marzo il costo del biglietto è 7 euro.

Nicoletta Cavanna

 

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