27 Maggio 2025
05:14
Qualità della vita: Pavia tra le province italiane dove gli over 65 vivono meglio
PROVINCIA DI PAVIA – Nel nuovo report del Sole 24 Ore dedicato alla qualità della vita per fasce d’età, la provincia di Pavia mostra un quadro sfaccettato. L’indagine del Sole 24 Ore colloca la provincia di Pavia al 26° posto su 107 per qualità della vita degli over 65. Un risultato incoraggiante che evidenzia una sanità territoriale ben strutturata, pensioni di importo elevato e una buona disponibilità di posti letto nelle RSA. Tuttavia, emerge anche un dato preoccupante: gli anziani pavesi vivono meno rispetto alla media nazionale, e la loro integrazione nei servizi sociali risulta ancora debole.
La rete sanitaria appare ben organizzata, grazie all’elevata presenza di geriatri – 5,1 ogni 10mila anziani – che colloca la provincia al 10° posto in Italia. Anche la disponibilità di posti letto nelle strutture residenziali per anziani è tra le migliori del Paese, con 47,1 letti ogni 1000 residenti over 65, a fronte di una media nazionale di appena 19. Il numero di infermieri (non pediatrici), pari a 93,5 ogni 10mila abitanti, è poco sotto la media nazionale, ma comunque indicativo di un buon livello di copertura. Sul fronte farmacologico, si registra un consumo elevato di farmaci per malattie croniche, depressione e obesità. Questo suggerisce che, pur in presenza di buoni servizi sanitari, la popolazione anziana convive con numerose patologie, sia fisiche sia psichiche. Il consumo di farmaci per la depressione, in particolare, si attesta su valori tra i più alti del Paese, segnalando un disagio diffuso. Dal punto di vista economico, gli anziani pavesi godono di una condizione privilegiata rispetto ad altre province. L’importo medio delle pensioni di vecchiaia è pari a 1.551 euro, ben superiore alla media nazionale di 1.278 euro. Solo il 9,1% dei pensionati percepisce un reddito pensionistico di basso importo, segno di una buona protezione economica complessiva. Tuttavia, questi elementi positivi non si riflettono nella speranza di vita: Pavia è penultima in Italia, con una media di soli 20,4 anni di vita attesa a partire dai 65 anni, contro i 21,3 della media nazionale. È un dato allarmante che richiede una riflessione più profonda sulle condizioni di salute generale e sull’impatto di fattori ambientali e sociali. Nonostante la buona disponibilità economica e sanitaria, l’integrazione degli anziani nella vita comunitaria risulta ancora carente. Solo lo 0,7% degli over 65 usufruisce dei servizi sociali comunali, e la percentuale di persone sole si attesta al 38%, superiore alla media italiana. Gli spazi per l’aggregazione sono pochi: si contano 0,8 orti urbani ogni 100 residenti over 65, e 8,1 biblioteche ogni 10mila anziani. Anche se il numero di cittadini esposti all’inquinamento acustico è relativamente contenuto (2,8 ogni 1000), la qualità della vita percepita risente della mancanza di occasioni di partecipazione e inclusione.
Pavia è poi al 59° posto su 107 province per qualità della vita dei più piccoli. Uno dei dati più critici riguarda la percentuale di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia, ferma al 15,4%, a fronte di una media nazionale del 17,4%: un indicatore che evidenzia carenze nell’accesso a nidi e scuole per l’infanzia, con un 54° posto in classifica. Anche la spesa sociale per famiglie e minori non brilla: con 325 euro pro capite, la provincia si colloca al 51° posto, sotto la media nazionale di 344 euro. Inoltre, il verde attrezzato nei comuni capoluogo, fondamentale per il tempo libero e lo sviluppo motorio dei più piccoli, si attesta a 20,8 metri quadrati per bambino (58° posto), contro una media nazionale di 36,1.
Il report evidenzia criticità anche nelle competenze scolastiche: il 40,3% degli studenti di terza media non raggiunge livelli adeguati in matematica (45° posto), e il 38,4% in italiano (53° posto), a indicare un sistema scolastico che fatica a garantire risultati uniformi e solidi. Le strutture scolastiche mostrano luci e ombre: solo il 33,8% degli edifici ha una mensa scolastica (56° posto), mentre il 34,3% dispone di una palestra (59° posto), entrambe sotto la media nazionale. Tra gli aspetti più confortanti si trova l’elevata presenza di pediatri: con 3,1 ogni mille bambini 0-14 anni, Pavia è 12ª in Italia, ben al di sopra della media di 2,8. Anche sul fronte della sicurezza, con 29,3 denunce ogni 10mila minori (20° posto), la provincia si difende, mostrando livelli di criminalità minorile più contenuti della media nazionale (38,6). Tuttavia, sul fronte della socialità, Pavia arranca: l’indicatore sulle relazioni sociali, calcolato su interazioni e supporto percepito, colloca la provincia all’82° posto, un segnale di isolamento che può riflettersi negativamente sulla crescita dei bambini. Il costo degli spazi abitativi resta moderato (57° posto, e la retta media della mensa scolastica, pari a 2,7 euro, è relativamente bassa (29° posto). Tuttavia, solo 1,3% dei fondi del PNRR per l’istruzione è stato destinato al territorio (79° posto), una quota insufficiente per colmare i divari nei servizi educativi.
La fotografia relativa ai giovani è più impietosa. A livello nazionale Pavia è all’80esimo posto su 107 province ed evidenzia una serie di difficoltà strutturali che colpiscono la fascia 15-34 anni. Ci sono, ovviamente, dati positivi come quello sulla disoccupazione giovanile al 5,5%, ben al di sotto della media nazionale del 12% (19° posto). Buono il livello di soddisfazione per il lavoro tra i 20-34enni (8,1 su 10 con un 7° posto). Età media al parto di 30 anni (13° posto), segno di un accesso relativamente anticipato alla genitorialità. I punti deboli sono legati al gap degli affitti tra centro e periferia: +288%, contro una media nazionale di 153%. Pavia è penultima in Italia (105° posto), segno di una scarsa equità urbanistica. La presenza giovanile nei concerti e nella vita culturale è bassa: solo 30 spettacoli ogni 10mila giovani (92° posto). Gli amministratori comunali under 40 sono pochi (21,9% – 70° posto), e la percezione di insicurezza è elevata (38,6%, 99° posto). La quota di laureati tra i 25-39enni (26,1%) è sotto la media nazionale.