Autore Redazione
domenica
3 Agosto 2025
15:10
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Cronaca - Alessandria

Barosini sul Piano sociosanitario del Piemonte: “Ancora troppe criticità”

Barosini sul Piano sociosanitario del Piemonte: “Ancora troppe criticità”

ALESSANDRIA – Giovanni Barosini, segretario di Azione, è intervenuto sul piano sociosanitario approvato dalla Regione Piemonte per analizzare le linee guida e avanzare una serie di criticità su cui occorrerà lavorare, ha spiegato nella lunga analisi che segue.

Il Piano – inizia Barosini – presenta (e non potrebbe essere diversamente) luci e ombre e che cercheremo di mettere in evidenza con obiettività, spirito costruttivo e critico, ma senza preconcetti. Innanzitutto vogliamo premettere che, positivamente, questo strumento fondamentale di programmazione del diritto alla salute di tutti i piemontesi viene ripresentato e redatto dopo anni di assenza,  fatto che permette una riflessione compiuta sulle scelte nel settore principe, fra quelli affidati alla legislazione regionale. Altrettanto positivamente rileviamo un rinnovato interesse verso una visione integrata della salute individuale, inserita in un contesto di reti territoriali complesso e che tiene conto anche di aspetti spesso denegati come la salute mentale e i servizi di prossimità. Purtroppo a questa visione ‘illuminata’ e contemporanea non conseguono progetti e azioni specifiche in molti settori vitali, in carenza inoltre di alcun richiamo e contatto concreto con le questioni di bilancio e di risorse, soprattutto per ciò che concerne il deficit strutturale del settore (pare: al 2024 circa 4 miliardi e mezzo di Euro) e il deficit annuale ammontante nel 2025 , per stessa dichiarazione della Presidenza, a circa mezzo miliardi di Euro e dunque in crescita progressiva e, allo stato attuale, irreversibile.
A cascata, questo fatto concreto incide evidentemente sui punti strategici della stessa programmazione.
Inoltre, nonostante il susseguirsi incessante di proclami, non si riesce a livello della governance regionale, ad intercettare gli ingenti fondi europei a disposizione a Bruxelles per il settore, allo stato inutilizzati per circa un miliardo di Euro (stima per difetto) e in continua evoluzione.

Questo porta a elencare una serie di criticità lampanti del Piano stesso, prosegue Barosini, e “in particolare: 1) un programma di nuova rete di strutture ospedaliere (circa 10 miliardi di Euro di cui il 50 per cento di fondi INAIL), che sposta l’ obiettivo della nuova sanità, a livello d ‘alta complessità, verso gli Ospedali Hub, depauperando i presidi di base per almeno un decennio (peraltro tempistica di realizzazione dichiarata nel Piano), venendo così a mancare quasi totalmente il rafforzamento del sistema attuale (carente di attrezzature, ospitalità alberghiera e di personale dedicato nel presente) e condannandolo a una decadenza, appena mascherata da mini interventi sui pronto soccorso e dall’integrazione in particolare in provincia di Alessandria degli ospedali minori, ma di prossimità, con l’Ospedale Azienda Ospedaliera U. di Alessandria (sempre in procinto di essere vero polo universitario ma attualmente poco collegato con la progettazione di sistemi innovativi, quale ad esempio la chirurgia robotica, …)
2) una grave perdurante sottovalutazione dello stato di crisi relativamente agli anziani ultrasettantacinquenni fragili, dove ad una pur proclamata carenza di assistenza domiciliare e a un ritardo endemico nella creazione di Case della Salute finanziate dal Pnr, non si programma un rafforzamento delle rete di RSA attuali (migliaia e miglia di posti letto), attualmente unica risposta reale agli anziani malati cronici e ormai in crisi strutturale per carenza di risorse pubbliche per posti letto in convenzione cioè co -finanziati per la retta a 50 per cento dal sistema pubblico, insufficienti per alcune migliaia in Piemonte e in particolare in provincia di Alessandria, con malati e famiglie non in grado di pagare le rette non convenzionate e costretti al domicilio, in mano a quello che viene definito dal Piano Sociosanitario nuovo (?) il badantato informale, rigorosamente non dichiarato (!) e pertanto non professionale
3) la mancata realizzazione di una concreta ristrutturazione della medicina di base (medico di famiglia), con l’oggettiva impossibilità di sempre più cittadini a fruire del servizio e a cui il Documento dedica poche righe di convenienza.
In ultimo il richiamo pur lodevole alla connessione fra servizi sociali e servizi sanitari viene nei fatti smentito con l’introduzione (costi maggiori certi ) del Direttore Sociosanitario di Asl, un “doppione” dei dirigenti già presenti sul territorio regionale di competenza dei Comuni e dei Consorzi dei Comuni, aprendo un conflitto di competenze che non potrà non ricadere sui cittadini, frutto di una logica burocratica e non di condivisione, forse utile a scopi altri.., ma che ci vede ….estranei”.

Questa prima analisi, conclude l’esponente di Azione, sarà seguita da altri interventi “grazie ai quali apriremo un confronto aperto e franco, soprattutto con le Associazioni di tutti i Cittadini e gli Organi di rappresentanza del Terzo Settore e dell’imprenditoria privata specifica”.

Giovanni Barosini
Segretario Azione Alessandria

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