22 Marzo 2016
17:35
Animali alla catena? La Cassazione dice che è reato
Per chi ama gli animali e ne tutela i diritti, la sentenza della Cassazione di pochi giorni fa, che ha confermato la condanna inflitta al Circo Togni, reo di aver tenuto due elefanti legati con una catena corta, è storica. La denuncia delle condizioni degli elefanti veniva dalla Lav, ed era il 2012.
Per la Lav, la sentenza della Cassazione conferma ancora una volta come detenere un animale a catena sia incompatibile con la sua natura, a prescindere dalla condizione di cattività e conferma anche, laddove ce ne fosse bisogno, che la vita degli animali dei circhi è sofferenza.
Ma, per guardare al quotidiano, la sentenza della Cassazione è importante perché stabilisce, una volta per tutte, o almeno si spera, che gli animali non possono essere tenuti alla catena. Eppure, come sappiamo bene, specialmente in campagna, non è infrequente vedere ancora cani alla catena oppure tenuti in gabbie di dimensioni molto ridotte (spesso sono mute da caccia). Per tutti gli amanti degli animali, è quindi importante poter valutare se il cane è vittima di maltrattamento.
In realtà, la cassazione si era espressa su questo problema già altre volte, per esempio nel caso di un uomo di Mondovì, condannato perché teneva tre cani isolati in un podere e legati a una catena molto corta: dopo il Tribunale di Mondovì, nel 2010, anche la Cassazione aveva confermato la sentenza, nel 2011.
Oltre alla legge nazionale sugli animali da affezione, anche il regolamento della regione Piemonte DPGR n. 4359/1993 e L.R. del 19 luglio 2004 n. 18, afferma che la detenzione dei cani alla catena deve essere evitata e, qualora si renda proprio necessaria, per esempio nel caso di cortili e giardini con cancelli automatici, è permessa solo per periodi di tempo non superiori ad otto ore nell’arco della giornata a condizione che la catena sia lunga almeno 5 metri e scorrevole su un cavo aereo della lunghezza di almeno metri 4 e di altezza di 2 metri dal terreno; inoltre, la catena dev’essere munita di due moschettoni rotanti alle estremità; comunque, il cane deve poter raggiungere facilmente il proprio riparo, il cibo e l’acqua. Nei recinti, è necessario uno spazio di almeno 8 metri quadrati per ogni cane adulto e i recinti devono essere aperti sull’esterno per consentire sufficiente illuminazione e ventilazione.
Non solo: il cane deve avere un riparo coperto e sollevato dal suolo, la cuccia dev’essere isolata e chiusa sui tre lati.
E’ anche vietato tenere animali in isolamento o in condizioni di impossibile controllo quotidiano del loro stato di salute, per esempio, come abitudine ancora diffusa in campagna, di lasciarli in una proprietà lontana dall’abitazione o privarli dei necessari contatti sociali tipici della loro specie. E’ anche vietato tenere animali in terrazze o balconi come luogo di ricovero permanente se non adeguatamente attrezzati ed è vietato tenere i cani e gli animali in gabbia, a esclusione, ovviamente, di criceti e roditori.
Le sanzioni sono piuttosto severe: si può arrivare a 5.000 euro di multa. La responsabilità della verifica è della Polizia Municipale, quindi, segnalare è molto facile.
Nicoletta Boido
Centro veterinario della Frascheta