23 Marzo 2016
23:00
In calo in Piemonte i casi di Tubercolosi grazie al sistema di diagnosi e prevenzione
PIEMONTE – Per la Giornata mondiale della tubercolosi, che ricorre proprio il 24 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato i Governi, le comunità, la società civile e il settore privato a unirsi per sconfiggere la tubercolosi rilanciando lo slogan: “Unite to end TB”. I progressi nella lotta alla diffusione della malattia registrati a livello globale sono importanti: dal 1990 le morti si sono ridotte del 47%, in particolare dal 2000, anno dal quale e si stima che siano state salvate circa 43 milioni di vite grazie all’adozione di programmi efficaci di diagnosi e cura.
In Europa, nonostante il tasso globale di TB continui a diminuire, la tubercolosi resta ancora un importante problema di sanità pubblica, con più di 58.000 casi notificati nel 2014 nei Paesi dell’Unione Europea.
In Piemonte, in base ai dati diffusi SeReMi dell’Asl di Alessandria, il Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, “la tubercolosi è sotto controllo”
Il Piemonte, con 323 casi di tubercolosi segnalati nel 2015, pari a 7,3 casi ogni 100.000 abitanti, rientra nella definizione di Paese a bassa endemia tubercolare indicato dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).
Negli ultimi 15 anni, nella nostra regione ed a livello europeo, si sta osservando un lieve calo dell’incidenza della malattia, anche delle forme respiratorie, le più rilevanti per la salute pubblica, diagnosticate nel 2015 in 222 pazienti.
Il 32% del totale delle diagnosi di tubercolosi (105 casi) si concentra nella città di Torino. L’incidenza di tubercolosi (13 casi ogni 100.000 abitanti nel 2015), pur mantenendosi più alta rispetto al resto della regione, si sta riducendo negli ultimi anni. “Questa malattia – ha spiegato a Radio Gold la responsabile del servizio SeReMi dell’Asl Al Chiara Paqualini – è legata alla povertà e all’emarginazione e per questo tende a diffondersi soprattutto nelle città metropolitane o comune nei centri urbani più grandi. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica tra gli obiettivi per ridurre la diffusione della tubercolosi proprio la lotta alla povertà, oltre ovviamente alla ricerca e al progresso nella diagnosi e nei trattamenti precoci”.
Per quanto riguarda la provincia di Alessandria, ha aggiunto la responsabile del servizio SeReMi dell’Asl Al, nel 2015 sono stati segnalati una trentina di casi di tubercolosi, un numero lievemente inferiore rispetto all’anno precedente. Il tasso di incidenza di questa malattia nell’alessandrino è quindi in linea con la media regionale di 7,3 casi ogni 100.000 abitanti.
La riduzione registrata in generale in tutto il Piemonte riguarda anche le persone nate all’estero, prevalentemente originarie di Paesi dove la malattia tubercolare è endemica. La quota di stranieri sul totale dei casi lo scorso anno è stata pari al 57%, il tasso di incidenza più basso registrato a partire dal 2000. “Per quanto riguarda l’alessandrino i casi sono stati 12, quindi meno della metà del totale. La quota straniera c’è, ma l’andamento è in riduzione e non desta preoccupazione”.
La tubercolosi e in particolare quella che attacca l’apparato respiratorio ha sintomi caratteristi come la tosse con sangue accompagnata da dimagrimento. Per limitare i contagi, ha ricordato la dottoressa Chiara Pasqualini, è fondamentale diagnosticare repentinamente questa malattia così da da far partire i controlli dei Servizi di Igiene dell’Asl. “Quando viene segnalato un caso di tubercolosi si attivano immediatamente i protocolli regionali redatti sulla base delle indicazioni internazionali. Si vanno a ricercare le persone potenzialmente esposte, vengono fatti screening e queste persone vengono subito trattare per bloccare la diffusione della malattia. In Piemonte c’è una buona rete che sorveglia, segnala, cura e si occupa di fare prevenzione. Un’attività che ha dato i suoi frutti e i risultati si vedono nei numeri per fortuna in calo dei casi di tubercolosi in Piemonte”.