29 Marzo 2016
06:48
Ultimissimi giorni per visitare la mostra “Noi e gli altri” alla Mondadori
ALESSANDRIA – È possibile visitare la mostra “Noi e gli altri”, organizzata dalla Biennale internazionale d’arte fotografica “Riviera dei Cedri”, l’importante rassegna organizzata da Atelier du Faux Semblant, e patrocinata dalla Regione Calabria, alla libreria Mondadori di Alessandria (via Trotti) fino a sabato 2 aprile 2016.
Questa la recensione di Bruno Barba su Food Mood Mag
“L’uomo non ha radici, ma piedi per camminare. Non vuole steccati, ma mari, terre montagne da percorrere e attraversare arrivare a conoscere l’altro. Per chi fugge dalla guerra, dalla povertà, dalla paura, il Sahel – parola araba che significa sponda, fine del viaggio – la meta, l’approdo, è la nostra costa, il nostro mondo. “L’uomo nomade” è il titolo di un’eccezionale mostra itinerante in grado di documentare fughe, percorsi di integrazione e di interazione, soprattutto di trasmetterci emozioni intense, fortissime. Immagini di dignità e di speranza, come la foto scattata nel maggio 2011 da Francesco Malavolta, che ritrae, tra i tanti, un migrante in giacca e cravatta, portatore di un messaggio di forse assurda e consueta “normalità”, come a dire che gli “altri” non sono troppo altri, ma sono più vicini di quanto crediamo. Eppure il destino di questi uomini, anche dell’uomo con il vestito, è quello di diventare profugo, clandestino, rifugiato, richiedente asilo: formule astratte e neutre che nascondono storie, dolori, sentimenti umanità. I fotografi della mostra impongono una riflessione, inchiodano i nostri sguardi su provenienze – Iraq, Afghanistan, Siria, Eritrea, Somalia, Egitto, Nigeria, Gambia, Senegal, Sudan, Mali, Libia – e approdi (le nostre città)
È un viaggio drammatico e interiore, alla scoperta del senso di appartenenza, un racconto di popoli in viaggio, una denuncia di diritti negati, un percorsi fatto di sentimenti ed emozioni, un inno rivolto a tutti i poeti transumanti e a quei nuovi migrantes alla ricerca di un futuro.
Il merito di tutto ciò va ad Antonio Armentano, che rivolge il suo sguardo indagatore al fenomeno del monachesimo orientale in Calabria con il suo progetto “Verso dentro”: all’Atelier du Faux Semblant (laboratorio di ricerca multimediale) con le sue storie di emigrazioni, “quando i migranti eravamo noi”, un racconto per immagini da Maratea, provincia di Potenza; a Gianluca Checchi e al suo “Italians 2.0”, riflessione sulla realtà bresciana che da anni vive i conflitti e le difficoltà della multiculturalità; a Renato Corsini che nel suo “Made in Brescia” concentra l’obiettivo sulla comunità di Sikh; a Ken Damy (“Sulla strada da Kathmandu a Pokhara”), che racconta le poesie viaggianti, gli incontri indimenticabili, di contrasti; ad Antonello Di Gennaro che nella rassegna “La Vallja di Civita”fa rivivere la memoria arbëreshë della città calabrese; a Fabrizio Liuzzi che si dedica nel suo reportage “Ai margini” al campo Rom di Cosenza; a Francesco Malavolta che in “Migrants” focalizza l’attenzione sul particolare momento politico che molti paesi dell’Africa e del Medio Oriente stanno vivendo, con la conseguenza del pesantissimo esodo umano; a Luigi Martinengo e al suo “Gipsy”; a Manuela Metelli con “Farda – una bambina curda sbarcata in Calabria – tra i profughi”; all’ “Indiano a Mombasa” di N.V.Parekh; ad Anna Peroni e i suoi “Profili integrati”; a Ennio Rassiotti con “Negozio in Via Garibaldi”; a Roberto Ricca con il gustoso “Kebab amore e fantasia”, testimonianza della trasformazione dei nostri gusti e dei nostri panorami; a Tonino Sica con “Gente in viaggio…”; a Giuseppe Torcasio e la sua milanese via Paolo Sarpi “Made in Italy…”. E il viaggio continua, è il viaggio di ogni uomo, con i suoi dolori e le sue speranze…”