Cronaca - Alessandria

Il Presidente della Camera di Commercio Coscia: “L’aggregazione Alessandria-Asti un modello per tutta Italia”

ALESSANDRIA/ASTI – Non è stato facile “digerire” l’accorpamento delle Camere di Commercio italiane. La legge Renzi-Madia è stata “un’imposizione” e “volontariamente nessuno l’avrebbe mai fatto” ma Alessandria e Asti hanno “imboccato la strada della condivisione e ce l’hanno fatta”. Lo ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio di Alessandria-Asti, Gian Paolo Coscia, presentando i risultati del bilancio di mandato 2020-2025 a Palazzo Monferrato. L’unione delle Camere di Commercio italiane è stata “una trasformazione epocale” che ha richiesto dieci anni, ha ricordato anche il presidente nazionale di Unioncamere Andrea Prete. Il percorso che ha ridotto il numero delle Camere di Commercio da 105 a 60 non è stato privo di ostacoli e resistenze ma Alessandrino e Astigiano hanno dimostrato di saper trovare un equilibrio oltre le differenze. “Non abbiamo mai applicato la proporzione della maggioranza che avrebbe fatto prevalere Alessandria ma abbiamo sempre ragionato e lavorato per mettere insieme idee e dare vita a progetti comuni, soprattutto sotto il profilo della promozione dei territori”. Il modello di aggregazione è stato “bipolare” e ha fatto coesistere la sede di Alessandria e quelle di Asti, ciascuna in grado di assicurare lo stesso livello di erogazione dei servizi al territorio di riferimento. L’analisi del presidente Coscia trova conferma nelle parole di Maurizio Rasero, sindaco e presidente delle Provincia di Asti. Tranciante nel giudizio sulla legge che ha accorpato le Camere di Commercio italiane, che ha bollato come “una porcata”, Rasero riconosce il grande lavoro svolto dall’Ente guidato dal presidente Coscia: “Asti non si è mai sentita di serie B”.

Non in tutte le Camere di Commercio italiane la “situazione è rosea”, ha spiegato il presidente Coscia, ma Alessandria e Asti insieme sono diventate “un modello” anche sotto il profilo patrimoniale. L’aggregazione ha generato economie di scala e di scopo, salvaguardando le professionalità e mettendo a valore le esperienze delle due Camere per sostenere le imprese anche durante il difficile periodo del covid, esploso nei primi mesi di vita della nuova Camera di Commercio Alessandria-Asti. Per sostenere il tessuto produttivo, l’Ente ha messo in campo bandi per oltre 4 milioni di euro, che hanno permesso alle imprese di resistere e, in alcuni casi, di cogliere le opportunità offerte dalla transizione digitale ed ecologica.
L’impegno della Camera di Commercio di Alessandria e Asti è stato analizzato e raccontato a Palazzo Monferrato anche dai componenti della Giunta Camerale Adelio Ferrari, Erminio Goria, Giorgio Guasco, Alice Pedrazzi, Franco Repetto, Carlo Ricagni e Maurizio Serpentini e si può sintetizzare in alcuni dei numeri del bilancio di mandato 2020-2025.

Tra questi, i 9 bandi per la doppia transizione digitale ed ecologica, con 2,3 milioni di euro investiti e 1.510 imprese supportate. Sono stati oltre 100, poi, i progetti di sviluppo territoriale e culturale finanziati, per un valore di 1,4 milioni di euro. Ammontano a 900 mila euro i fondi destinati all’internazionalizzazione, con 246 imprese beneficiarie e 90 aziende coinvolte in B2Bcon buyer esteri a cui vanno aggiunti i 500 mila euro dedicati a formazione e orientamento, con 199 studenti coinvolti in progetti di certificazione delle competenze.

L’Ente ha poi gestito oltre 285 mila pratiche del Registro Imprese, rilasciato 17.500 dispositivi di firma digitale e attivato più di 21 mila cassetti digitali dell’imprenditore, rafforzando così il ruolo di “hub intelligente” al servizio delle aziende.

Grazie a una solida base patrimoniale e a una forte coesione tra gli attori economici locali, la Camera di Commercio di Alessandria-Asti si conferma oggi non solo un pilastro istituzionale, ma un vero e proprio catalizzatore di sviluppo, innovazione e legalità, capace di coniugare crescita economica e sostenibilità.

 

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