Autore Redazione
venerdì
26 Settembre 2025
17:34
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Cronaca - Piemonte - Provincia Alessandria

Alessandria e Asti tra crescita e sfide: il ritratto economico e sociale delle due province

Alessandria e Asti tra crescita e sfide: il ritratto economico e sociale delle due province

ALESSANDRIA/ASTI – Un territorio che cresce, ma meno della media nazionale; che esporta, ma fatica a innovare; che assume, ma non trova le figure professionali di cui ha bisogno. È la fotografia che emerge dall’analisi sulla dinamica economica e sociale delle province di Alessandria e Asti diffusa in occasione del bilancio di mandato 2020-2025 della Camera di Commercio di Alessandria e Asti. I due territori nel 2023 hanno generato complessivamente 18,3 miliardi di euro di valore aggiunto. Un risultato in aumento del 14,1% rispetto al 2019, ma al di sotto della media italiana.
L’economia si muove a due velocità. A trainare sono soprattutto le costruzioni (+44,2%) e le attività finanziarie, immobiliari, professionali e scientifiche mentre i settori tradizionali come agricoltura, commercio e manifattura arretrano. Le imprese attive calano del 5,3% in cinque anni, ma crescono quelle più strutturate: le società di capitale aumentano del 20,8%, segno di un’evoluzione che, pur lenta, tende verso modelli più solidi e competitivi.

Popolazione: meno residenti e più anziani

Se l’economia mostra luci e ombre, sul fronte demografico il quadro appare più critico. Dal 2019 al 2024 le due province hanno perso il 2,5% dei residenti, con un indice di vecchiaia tra i più alti d’Italia. Ad Asti passa da 222,3 a 249,1 tra 2019 e 2024, ad Alessandria da 212,4 a 239,8, contro una media nazionale di 207,6. Il saldo migratorio positivo, (+10,9% Alessandria e +7,4% Asti) attenua la flessione, ma non riesce a compensare il progressivo invecchiamento.

Imprese: giù i settori tradizionali, salgono quelli ad alta conoscenza

Dal 2019 al 2024 le imprese attive calano del –5,3% nell’area, con un ulteriore –1,3% tra 2023 e 2024. Le forme giuridiche più penalizzate sono le imprese individuali (–9,1%), le società di persone (–12%) e le altre forme (–9,6%). In controtendenza le società di capitale (+20,8%). A livello settoriale, arretrano agricoltura (–11,4%), commercio (–11,5%), trasporto e magazzinaggio (–10,1%) e manifattura (–8,7%). Crescono invece le attività professionali (+16,9%), la sanità e assistenza sociale (+10,8%), l’istruzione (+14,9%) e i servizi immobiliari (+8,3%).

Export: +14,9% dal 2019, ma calo nel 2024

L’export rimane uno dei pilastri dell’economia dei due territori. Nel 2024 l’export delle due province raggiunge i 10,8 miliardi di euro, in crescita del 14,9% sul 2019. Alessandria segna un +14,2%, Asti un +16,6%. Ma rispetto al 2023 l’export cala: –2,4% complessivo, con punte di –4,5% nell’astigiano. Sul totale, il 37,7% delle imprese manifatturiere esporta stabilmente, seguite dall’agricoltura (15,1%) e dal commercio (6,9%).

Occupazione: più posti, ma mancano i profili

Nel 2024 gli occupati sono 266,2 mila, in aumento del +2,7% rispetto al 2023 e al 2019. I tassi di occupazione migliorano: Alessandria passa dal 46,6% al 49%, Asti dal 49,8% al 51,9% (Italia 47,3%). La disoccupazione cala fortemente ad Alessandria (dal 9,4% al 5%), mentre ad Asti cresce leggermente (dal 5,7% al 6,5%). Il nodo resta la reperibilità delle competenze: oltre il 50% delle posizioni tecniche e specialistiche è considerato di difficile copertura. Nel 2024 il mismatch colpisce il 58,4% delle imprese alessandrine e il 78% di quelle astigiane.

Investimenti green e digitali: territorio indietro rispetto all’Italia

Tra 2022 e 2024 solo il 21,3% delle imprese ha investito in processi o prodotti a minore impatto ambientale (Italia: 74% processi, 26,7% prodotti). Sul digitale, l’adozione di tecnologie 4.0 resta marginale: 16,7% Alessandria, 15,9% Asti, contro l’82,5% nazionale. Sull’Intelligenza Artificiale si fermano rispettivamente all’8% e al 5,5% (Italia 16,4%).

Previsioni 2025: prevale la prudenza

Secondo la survey del giugno 2025, il 60,9% delle imprese alessandrine e il 52,7% di quelle astigiane non prevede variazioni significative del fatturato. Solo il 16,6% delle imprese alessandrine e il 28,7% delle astigiane si aspetta un calo, contro il 6,4% nazionale. Le attese di miglioramento risultano più basse della media italiana.

Imprese e Camera di Commercio: soddisfazione alta, ma con richieste precise

Il 92,1% delle imprese si dichiara “molto” o “abbastanza” soddisfatto dei servizi camerali, con punte nel commercio (31,1% “molto soddisfatte”) e nell’edilizia (81,1%). Più critici i giudizi nel turismo e ristorazione (29,1% insoddisfatti).
Il 73,5% delle imprese ha una linea di credito attiva, ma un terzo ha visto peggiorare le condizioni: il 20,3% segnala un aumento dei tassi e l’11,9% maggiori garanzie richieste. Le priorità indicate per il prossimo triennio sono chiare: semplificazione burocratica (59,4%), accesso al credito (30,7%), promozione turistica (21,2%), oltre a supporto nell’internazionalizzazione, ricerca di nuovi mercati e sviluppo di competenze.

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