29 Settembre 2025
15:43
Nuova aggressione nel carcere San Michele di Alessandria: agente colpito a collo e petto
ALESSANDRIA – Il sindacato autonomo di Polizia penitenziaria ha denunciato una nuova aggressione all’interno del carcere San Michele di Alessandria. Il fatto sarebbe avvenuto oggi, lunedì 29 settembre 2025, verso le 13.45, come spiegato dal segretario Vicente Santilli. Un detenuto, racconta “rientrando da una visita effettuata nell’infermeria del carcere di San Michele, dopo aver già rotto una finestra e offeso il personale sanitario, appena rientrato in sezione ha colpito al petto e al collo l’agente in servizio“. In seguito ai colpi “il poliziotto è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso del nosocomio cittadino per le cure necessarie”. “È del tutto evidente che si tratta di gesti inammissibili in un istituto penitenziario, anche per il fatto che continuano a esserci anche detenuti con problemi psichiatrici che dovrebbero essere curati, il più delle volte, in altre strutture. Come sostiene la Corte costituzionale con una sentenza del gennaio 2022 in carcere non possono essere curati in maniera adeguata e creano problemi di sicurezza per loro, per gli altri detenuti e per chi ci lavora. La Corte ha già invitato il Parlamento a legiferare in tal senso, cambiando la legge di chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, ma nulla è stato fatto finora”, prosegue il sindacalista. “Ma quanto deve durare ancora tutto questo, prima che vengano assunte iniziative volte a tutelare in maniera adeguata il personale di polizia penitenziaria del carcere di Alessandria e dell’intera Nazione?”, si domanda Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Perché questi delinquenti non vengono ristretti, come chiediamo da tempo, in istituti dedicati ai soggetti violenti, dove scontare la pena in regime detentivo chiuso, almeno fino a quando non imparano a rispettare le regole?”, si interroga il sindacato. “Non è tollerabile – conclude Capece – quanto avviene nelle carceri, a causa dell’arroganza e della violenza di alcuni detenuti, per i quali continuiamo a chiedere istituti dedicati, nei quali far scontare la pena, fino a quando non imparano a rispettare le regole”.