Cronaca - Alessandria

Libera e Parcival: in provincia oltre 100 strutture confiscate alle mafie ma ancora in attesa di destinazione o recupero

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – La criminalità organizzata non è una eccezione nemmeno in provincia di Alessandria. Il fatto è acclarato, come emerge sistematicamente ormai dai resoconti annuali della Dia. L’ulteriore prova tangibile arriva, per esempio, da veri e propri edifici appartenuti a persone collegate con queste associazioni mafiose. A Bosco Marengo da anni Cascina Saetta da luogo confiscato è divenuta palestra di legalità e collettore di iniziative importanti per far conoscere la brutalità delle mafie. Non tutti sanno però che sono attualmente 15 i beni confiscati e utilizzati, a Bosco Marengo, ma anche a Sale, Tortona, Acqui Terme e Mombello. A loro inoltre si aggiungono ben 93 particelle confiscate in attesa di destinazione, dislocate ad Alessandria, Bozzole, Casal Cermelli, Casale Monferrato, Cassano, Gamalero, Pontestura, Sant’Agata Fossili e Valenza. In più ci sono 15 aziende confiscate a Valenza, Alessandria, Tortona e Serravalle.

Libera e Parcival da tempo cercano di sensibilizzare la collettività su quanto sia importante non sottovalutare o minimizzare la presenza endemica della criminalità organizzata anche in provincia di Alessandria. Ma l’attenzione, hanno spiegato Andrea Vignoli, referente provinciale di Libera, e Valentina Avvento, Presidente di Parcival, deve arrivare anche dai sindaci dei Comuni su cui insistono beni confiscati. Molte strutture infatti da anni sono in attesa di una destinazione. Il loro recupero, hanno spiegato, è un modo per sconfiggere le mafie e coltivare invece il sema della legalità. Di seguito la galleria di foto di Cascina Saetta:

Condividi