Autore Redazione
domenica
5 Ottobre 2025
12:07
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Eventi - Spettacoli - Tempo Libero - Asti

Inizia il 16 novembre “Lingua di mezzo”, la stagione teatrale dello Spazio Kor di Asti

Sette eventi e un laboratorio sino al 19 aprile, tra prosa, danza, poesia e musica
Inizia il 16 novembre “Lingua di mezzo”, la stagione teatrale dello Spazio Kor di Asti

ASTI – Teatro, danza e una particolare attenzione all’accessibilità sono i temi centrali di “Lingua di mezzo”, la nuova stagione dello Spazio Kor di Asti, che si svolgerà da novembre ad aprile 2026. La stagione, a cura di Chiara Bersani e Giulia Traversi, è la seconda tappa di un progetto articolato in tre stagioni sull’utilizzo della Lingua. Dopo la stagione “Voce”, con “Lingua di mezzo” la riflessione si sposta sullo spazio che naturalmente si apre là dove una traduzione si compie. “La stagione teatrale si propone di esplorare l’evoluzione della lingua in materia di inclusività – spiegano Bersani e Traversi – …In un mondo dove la competizione sembra prevalere, “Lingua di mezzo” ci invita a riflettere su come la vera convivenza sia l’obiettivo da perseguire. È un invito a ripensare il nostro modo di comunicare, a trovare nuove forme di espressione che possano accogliere tutti, senza esclusioni. Siamo entusiaste di intraprendere questo viaggio insieme a voi, per scoprire come la lingua possa diventare un ponte tra le persone, un luogo di incontro e di dialogo

In uno spazio ormai saldamente riconosciuto come “non solo un teatro ma anche luogo di laboratori e progetti vivaci“, come hanno ricordato il Sindaco Maurizio Rasero e l’Assessore alla Cultura Paride Candelaresi, la nuova stagione spicca per il ritorno della prosa, “che porta con sé la forza delle storie e delle parole, intrecciata alla danza e agli altri linguaggi della scena“, hanno sottolineato Fabiana Sacco e Alice Delorenzi in rappresentanza dello staff di Spazio Kor.

Lingua di mezzo” è realizzata all’interno della Rete PATRIC con Città di Asti e Teatro degli Acerbi, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo e Lavanderia a Vapore. La stagione è stata realizzata grazie al sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e con maggiori sostenitori la Fondazione CRT e la Fondazione Compagnia di San Paolo per il progetto “PATRIC review”. Le prevendite saranno aperte dal 13 ottobre. Il biglietto intero costa 10 euro; ridotto 8 euro (Kor Card, abbonati Teatro Alfieri, tesserati Biblioteca Astense Giorgio Faletti, under 25, over 60); ridotto 5 euro (gruppi da 10 persone). Sono previste  varie tipologie di abbonamento consultabili sul sito www.spaziokor.it

PROGRAMMA DI “LINGUA DI MEZZO” A SPAZIO KOR

Domenica 16 novembre ore 21
“Tutte le cose più grandi di me” -Uno spettacolo di e con Sofia Longhini – Progetto vincitore del Progetto Residenze 2024 di Teatro in Quota
Lo spettacolo nasce dal desiderio di indagare l’origine dietro a un malessere generazionale in cui si protrae una sorta di adolescenza oltre i limiti del lecito, mentre il mondo chiede di essere adulti, senza dare gli strumenti per diventarlo. È il monologo di una ragazza che, per caso, si ritrova nel mezzo di una manifestazione di cui non sa nulla, si sente fuori posto, sbagliata, eppure riconosce, in quella massa compatta, qualcosa che la riguarda. Uno squilibrio tra senso di appartenenza a una collettività e sentimento amaro del singolo, in una generazione, come quella attuale, così incallita nelle sue individualità. Eppure, in quella massa, c’è il nocciolo per una possibilità di incontro. La ragazza cerca di mimetizzarsi tra quegli esseri che sembrano così diversi da lei, cerca similitudini nei loro gesti, nei modi di fare, nelle canzoni che quelli stanno cantando. È un tentativo goffo e quasi sicuramente fallimentare, ma pur sempre un tentativo.

“Foresto” – da “La notte poco prima delle foreste” di Bernard-Marie Koltès
Cura, regia Babilonia Teatri – Traduzione Francesco Bergamasco – Adattamento in dialetto veronese Enrico Castellani – Traduzione LIS Daniel Bongioanni Con Enrico Castellani e Daniel Bongioanni
“La notte poco prima delle foreste” è una sorta di testo sacro laico, un gioco di specchi in cui lingue e culture diverse si intrecciano e dialogano tra loro.  Due voci per un monologo: una parlata ed una segnata. Due voci che si contrappongono, si incontrano e si moltiplicano, si fanno voce sola, si fanno unisono, che si fanno mondo.  Due voci a dialogare con una terza voce: la voce della musica elettronica suonata live sulla scena.  Tre voci che dialogano con una quarta: la proiezione delle parole del testo in italiano.
“Things” – Con Alfredo Zinola, Salome D’Attila – Musica Clara Pazzini – Drammaturgia Maxwell McCarthy
Spettacolo per bambine e bambini dai 3 anni in su. Accessibile per persone cieche e ipovedenti. Possibilità di touch tour ore 14.30 e 16.30.
“Things” mette in discussione il rapporto dell’uomo con la natura che lo circonda, i paesaggi in cui vive e gli oggetti che lo compongono. Il coreografo Alfredo Zinola ha ideato una “danza delle cose”, per un pubblico invitato a giocare con vicinanza e distanza.

Sabato 7 febbraio – Ore 21
“Monumentum DA” – Di Cristina Kristal Rizzo, Diana Anselmo – Coreografia Cristina Kristal Rizzo – Performance Diana Anselmo, Cristina Kristal Rizzo
“Monumentum” è un progetto della coreografa e dance maker Cristina Kristal Rizzo che interroga le forme della memoria collettiva e del ritorno delle immagini, riflettendo sul dispositivo del monumento come traccia vivente nel suo dispiegarsi in materia corporea. Ha preso avvio nel 2022 con un solo interpretato dalla danzatrice Megumi Eda e con una creazione per ensemble. Adesso muta forma e continua moltiplicando gli sguardi lungo il filo della coreografia, in una nuova tappa che si avvale della collaborazione e interpretazione di Diana Anselmo, performer sorda bilingue (italiano e Lis, Lingua dei segni) e attivista dell’associazione Al.Di.Qua.Artists, formata da artisti con disabilità.
La creazione si configura come un racconto, un movimento del corpo a corpo, che intende amplificare e dare spazio alle possibilità intrinseche della lingua dei segni.

“Dov’è più profondo” – Progetto, coreografia, scrittura vocale e performance Irene Russolillo – Creazione sonora e performance Edoardo Sansonne|Kawabate – Assistenza drammaturgica e cura Irene Pipicelli
“Dov’è più profondo” è uno spettacolo fatto di corporeità, suono e immagini, esito di un processo creativo in cui praticanti di forme canore e di oralità tradizionali dei territori ospitanti sono stati invitati a condividere il proprio patrimonio musicale e culturale. Le loro voci sono state registrate, andando così ad implementare il repertorio di cori e di cantori spontanei ritrovabile in rari archivi e collezioni della Puglia, del Piemonte e della Valle d’Aosta. In “Dov’è più profondo” convivono narrazioni sovrapposte, canti spogliati da una provenienza unica e pensieri sulle identità e le tradizioni svincolati dall’ideale di purezza, per lasciare spazio all’imperfezione della mescolanza.
Ruvido umano – rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri – Con la guida di Cesare Ronconi
Questo nuovo rito sonoro sarà composto dai versi dei due volumi di Mariangela Gualtieri recentemente pubblicati. In “Ruvido umano”, modulando la sua voce tra durezze e dolcezze, incanti e disincanti, Mariangela Gualtieri invita all’attenzione e all’ascolto del visibile e dell’invisibile. Il timbro, a tratti indignato e severo, si intreccerà con l’incantamento e la seduzione della terra e delle sue meraviglie, fino a osare l’esortazione. Da “Bello Mondo”, invece, saranno le parti più ritmiche e corali a divenire voce.

Domenica 22 marzo – Ore 19
Vorrei una voce – Di e con Tindaro Granata – Con le canzoni di Mina
Scritto e interpretato dall’attore Tindaro Granata, che torna così ad Asti,”Vorrei una voce” è frutto di un intenso percorso creativo realizzato con le detenute di alta sicurezza della casa circondariale di Messina, nell’ambito del progetto “Il Teatro per Sognare”. Il fulcro di questo monologo, costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback, è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé.

Laboratorio Le Campane – Memorie individuali per voce collettiva – Laboratorio a cura di Alma Spina e Viola Lo Moro
Cosa rimane quando tutto il resto sfuma? Il ricordo individuale può diventare un’azione collettiva? Può la parola innestata nella memoria farsi nuovo frutto, nuovo linguaggio? “Le Campane” è un laboratorio che vuole generare un tempo individuale e collettivo per dedicarsi alla cura della memoria, intesa non un concetto storico, simbolico o sociale, ma un’azione, una pratica di ripetizione, un allenamento. «Quello che ci interessa – spiegano i promotori – è concedere e concedersi un tempo dedicato esclusivamente all’esperienza corporea della memoria, per esplorare le risonanze di questa pratica in ognuna di noi, per andare a indagare che cosa rimane quando l’organismo corpo- mente si dedica esclusivamente a una cosa soltanto. È da questi allenamenti personali che ci proponiamo di fare collettivo, di dare vita a un coro ridondante come le campane e di farlo risuonare nello spazio».
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