9 Ottobre 2025
05:37
CNA Lombardia: “Trenta eventi meteo estremi in sette mesi. Servono risorse vere, non solo per le emergenze”
LOMBARDIA – In soli sette mesi, la Lombardia ha registrato 30 eventi meteorologici estremi, confermandosi la regione più colpita dell’intero arco alpino. A rilevarlo è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, che segnala come tra alluvioni, frane, grandinate, trombe d’aria e ondate di calore, il 2025 stia già segnando un nuovo record negativo.
Le province più colpite sono Brescia, Bergamo, Como e Sondrio, dove si contano danni a infrastrutture, strade, impianti produttivi e centinaia di segnalazioni da parte dei cittadini.
Per la CNA Lombardia, la situazione richiede un cambio di passo radicale: “Non possiamo più rincorrere l’emergenza – denuncia il presidente Giovanni Bozzini – Siamo di fronte a eventi straordinari che necessitano non solo di ristori tempestivi, ma di una strategia strutturale e permanente di messa in sicurezza del territorio. È inaccettabile che un Paese capace di trovare 40 miliardi all’anno per la spesa militare non riesca a destinare risorse adeguate alla prevenzione e al riassetto idrogeologico.”
CNA Lombardia, che sta affiancando le imprese dei territori più danneggiati, sottolinea come le conseguenze del maltempo vadano oltre i danni materiali, incidendo anche sulla continuità produttiva, sull’occupazione e sulla tenuta delle filiere economiche regionali.
Bozzini critica inoltre l’obbligo per le imprese di stipulare polizze assicurative contro i danni catastrofali, introdotto di recente: “È un balzello che non condividiamo. Lo Stato non può scaricare sulle aziende le proprie mancanze in tema di prevenzione. Chiediamo almeno che il premio assicurativo diventi detraibile, visto che si tratta di un obbligo imposto come forma di tutela necessaria”.
Per l’associazione, la priorità deve essere la prevenzione permanente, con investimenti in manutenzione, monitoraggio e infrastrutture resilienti: “Il sistema produttivo lombardo non può essere lasciato solo – conclude Bozzini – Servono politiche di lungo periodo e un piano nazionale che metta davvero in sicurezza comunità e imprese. Solo così potremo parlare di futuro sostenibile per la Lombardia”.