Combattere la guerra con la musica: il pianista siriano-palestinese Aeham Ahmad all’Ottobre Alessandrino
ALESSANDRIA – Con la sua arte è diventato un simbolo di resistenza civile. Mercoledì sera la Casa di Quartiere di via Verona ha ospitato, nell’ambito dell’Ottobre Alessandrino, il grande artista siriano-palestinese Aeham Ahmad, capace dieci anni fa di raccontare al mondo gli orrori della guerra in Siria grazie ai suoi concerti al pianoforte nel campo profughi del quartiere di Yarmouk. “Suonare il mio pianoforte è stato un modo per partecipare a quella che definisco “rivoluzione” in Siria. Suonavo la musica che raccontava la vita e i momenti del campo profughi attorno a me” ha raccontato Aeham Ahmad a Radio Gold “oggi torno spesso nel mio paese: sto finanziando la ricostruzione della scuola di musica dove ho studiato. Tra qualche settimana tornerò a vedere come stanno procedendo i lavori. Costruire scuole vuol dire dare la possibilità alle persone di imparare. Uccidere, invece, è un atto che tutte le religioni deplorano, una cosa tremenda e cattiva, che non porta a nulla”.
Il pianista ha poi commentato così il dramma che si sta consumando da due anni a Gaza e le ultime novità, con il trattato di Pace promosso da Trump: “La situazione in Palestina è una catastrofe umanitaria che nasce dal 1948. Non ci fosse stato l’attentato terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 avrebbero trovato un altro motivo per commettere questo genocidio. Trump parla di democrazia ma quella che viene definita la più grande democrazia dell’Occidente è nata da un genocidio simile, quello degli indiani d’America. La sua famiglia è di origine tedesca: suo nonno emigrò negli Stati Uniti e oggi lui rifiuta e blocca chi vuole andare in America come hanno fatto i suoi antenati. Il mondo sta andando in una direzione che mi disgusta. Oggi non si può parlare di pace a Gaza: a mio parere questo trattato serve solo a salvare faccia a salvare Israele che ha perso consenso in tutto il mondo. Io vivo in Germania: un paese che è sempre stato filo israeliano ma oggi il 90% dei tedeschi riconosce che a Gaza c’è stato un genocidio. Ora non so cosa succederà: Israele, infatti, non ha raggiunto gli obiettivi che si era posto, nonostante tutta la forza tecnologica a disposizione. Dicevano di voler sgominare Hamas ma volevano in realtà conquistare Gaza. Sono stati spesi tanti soldi che avrebbero potuto sfamare tutto il mondo e costruire scuole dove c’era bisogno. Tutti i popoli, però, sono contro la guerra, quelli arabi, i palestinesi, i siriani. Noi abbiamo sofferto a vedere i nostri fratelli morire così”.