20 Ottobre 2025
10:25
Aviaria: focolaio in Piemonte, via libera per abbattere 30mila galline
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Destino segnato per circa 30 mila galline dell’allevamento del Monferrato dove venerdì è stato accertato un focolaio di influenza aviaria. La segnalazione della moria tra le galline da parte dei tecnici dell’azienda alle autorità veterinarie dell’Asl Al, ha permesso di agire tempestivamente. Lo sottolinea il ‘Secolo XIX – Basso Piemonte‘. “Sono state subito attivate le procedure sanitarie previste, con isolamento del focolaio e indagini epidemiologiche“, assicura l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi, che sta seguendo direttamente le procedure anti contagio. “Le galline ancora presenti saranno sottoposte ad anestesia tramite gas per evitare sofferenze ulteriori. La perdita totale è stimata in circa 30mila animali. Agli allevatori verrà riconosciuto un risarcimento in tempi rapidi. La situazione è sotto controllo e viene monitorata costantemente“, aggiunge Riboldi.
I veterinari dell’Asl Alessandria lavorano a stretto contatto con i medici. Hanno spiegato che questo virus unfluenzale in alcuni casi può trasmettersi dagli uccelli all’uomo. Così anche i titolari dell’allevamento, il personale e i veterinari entrati in contatto con gli animali saranno vaccinati, se non già coperti, con il vaccino antinfluenzale e monitorati per 15 giorni dai medici della sanità pubblica dell’Asl Alessandria. Ogni passo è condiviso con l’unità di crisi della Regione, che venerdì ha definito con il ministero della Salute e il Centro di referenza nazionale per garantire la sicurezza degli allevamenti e delle persone. Anche l’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta mette in campo tutte le misure per contenere la diffusione. Purtroppo la comparsa dell’influenza sugli avicoli sta diventando ciclica. “L’andamento rientra nei cicli già osservati, probabilmente il caso è legato al passaggio di uccelli selvatici, spesso portatori resistenti del virus“: le prime analisi degli esperti incontrano le osservazioni dei guardiaparco delle Aree protette del Po e dell’Orba, che negli ultimi anni hanno rilevato mutamenti nei flussi degli uccelli migratori a causa dei cambiamenti climatici.
“Il caldo eccessivo – ribadiscono – ha fatto proliferare gli insetti e con essi alcune specie di uccelli, che invece di proseguire la rotta si fermano e diventano stanziali”. In particolare il Gruccione africano ha ampliato il suo areale da Sud a Nord a causa del clima, tendenzialmente più caldo, nidifica lungo l’Orba, scavando gallerie nel terreno e si nutre di insetti. Si afferma il Nibbio Bruno, che caccia i pesci dei fiumi e non disdegna quelli già morti, fa visita anche alle discariche, proprio come i gabbiani, che si stanno diffondendo come i piccioni. Alla luce del protrarsi della Psa e dei disagi subiti dagli allevatori, l’influenza aviaria non può non preoccupare. Sono solo alcune ipotesi, in attesa di ulteriori accertamenti e comparazioni sull’origine del virus. Gli ultimi casi di aviaria in Piemonte si sono verificati a distanza e in tempi differenti, nelle province di Cuneo nel 2022 e di Torino nel 2024. Contemporaneamente a questo focolaio nel Monferrato, ne sono comparsi tre in Veneto, dove come in casi precedenti riscontrati in Lombardia il virus è comparso all’interno di allevamenti”.