28 Ottobre 2025
05:00
Lombardia al vertice del consumo di suolo. Pavia tra le province con più suolo consumato pro capite
LOMBARDIA – La Lombardia si conferma ancora una volta la regione più “artificiale” d’Italia. Secondo il nuovo rapporto ISPRA 2025 sul consumo di suolo, la regione ha raggiunto una copertura artificiale del 12,22% del proprio territorio, la più alta del Paese, superando Veneto (11,86%) e Campania (10,61%).
Solo nel 2024, la Lombardia ha perso 834 ettari di suolo naturale, un dato che la colloca al secondo posto per incremento annuo, subito dopo l’Emilia-Romagna (1.013 ettari).
La fotografia scattata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale mostra una regione sempre più segnata da urbanizzazione diffusa, logistica, infrastrutture e cantieri permanenti, con la pianura padana lombarda – soprattutto lungo l’asse Milano-Bergamo-Brescia – tra le aree più compromesse d’Italia.
A livello assoluto, in Lombardia risultano 291.198 ettari di suolo ormai impermeabilizzato, su un territorio che continua a perdere porzioni di terreno agricolo e naturale, con una densità di consumo di 3,5 m² per ettaro, superiore alla media italiana (2,78 m²/ha).
Milano e Monza-Brianza: il cuore dell’urbanizzazione lombarda
Le province di Milano e Monza e Brianza restano le aree più compromesse. Milano ha una quota di suolo artificiale pari al 31,98%, con 50.345 ettari consumati e una densità di 10,24 m² per ettaro, quasi il triplo della media regionale. Monza e Brianza segue con una percentuale ancora più alta: 41,92% del territorio è urbanizzato, con 16.572 ettari di suolo consumato e una densità record di 11,59 m²/ha.
Nei capoluoghi, la situazione riflette la stessa tendenza. Milano città ha già superato 10.668 ettari di suolo consumato, Monza ne ha 1.637, con un incremento netto di 3 ettari nel solo 2024. Queste due province rappresentano l’epicentro dell’espansione urbana lombarda, dove si concentrano infrastrutture, aree industriali, logistiche e cantieri permanenti.
Brescia e Bergamo: consumo elevato, ma in crescita più lenta
Subito dopo le aree metropolitane, Brescia e Bergamo registrano valori importanti. Brescia ha consumato 50.293 ettari, pari al 10,53% del territorio provinciale, con 158 ettari persi nell’ultimo anno. Bergamo, con 33.055 ettari (12,02%), ha aumentato di 122 ettari la superficie urbanizzata tra il 2023 e il 2024. Nel capoluogo, Bergamo mostra 1.824 ettari di suolo consumato, il 45,48% del proprio territorio urbano, con 16 ettari in più nell’ultimo anno: un dato che riflette la pressione urbanistica dei comuni di cintura e l’espansione logistica e infrastrutturale lungo l’asse autostradale A4.
Le province minori: Pavia, Cremona e Mantova tra i casi critici
Tra le province lombarde più colpite dal punto di vista della densità del consumo, spiccano anche Pavia, con 28.477 ettari di suolo consumato (9,6%), ma una media pro capite elevatissima: 528 m² per abitante, la più alta della regione. Cremona, con 18.637 ettari (10,55%) e una densità di 2,48 m²/ha e Mantova, che raggiunge 24.924 ettari (10,67%), con 87 ettari persi in un solo anno. Le aree più rurali e agricole, tradizionalmente più esposte alla pressione logistica e industriale, risultano particolarmente vulnerabili, specialmente lungo le principali vie di comunicazione e nei territori della pianura padana. Nella classifica dei comuni lombardi con la più alta percentuale di suolo consumato, spiccano Lissone (71,48%), Sesto San Giovanni (69,22%) e Orio al Serio (68,30%), seguiti da Corsico (65,75%) e Cusano Milanino (65,72%).
Tra i comuni che hanno registrato il maggiore incremento nel 2024 ci sono Lonato del Garda (+17 ettari), Noviglio (+16 ettari) e Bergamo (+16 ettari), mentre il consumo pro capite più alto è stato rilevato a Verretto, con 214 m² per abitante. In termini di intensità, Camate, San Vittore Olona e Orio al Serio superano i 290 m²/ha di densità di consumo, segno di un ritmo di impermeabilizzazione particolarmente accentuato. La mappa dell’ISPRA mostra come il fenomeno sia particolarmente intenso nella pianura lombarda e lungo l’asse Milano-Bergamo-Brescia, dove la trasformazione del territorio procede in modo continuo e spesso scollegato dall’andamento demografico.
Nonostante la popolazione lombarda sia stabile o in lieve calo, il consumo di suolo pro capite continua a crescere: nel 2024 ha raggiunto 290,85 m² per abitante, contro i 278 m² del 2023. Le aree agricole e periurbane restano le più minacciate, in particolare quelle con vocazione produttiva o logistica. I nuovi poli di stoccaggio e i data center, in forte espansione, stanno contribuendo a una perdita irreversibile di suolo fertile. La Lombardia, motore economico del Paese, si conferma anche epicentro della cementificazione italiana. L’obiettivo fissato dall’Unione Europea – azzerare il consumo netto di suolo entro il 2050 e la perdita di aree verdi urbane entro il 2030 – appare oggi lontano, ma imprescindibile. Per la Lombardia, la vera crescita sostenibile sarà quella che saprà restituire spazio alla natura, non sottrarglielo.
I comuni simbolo: Lissone, Sesto San Giovanni e Orio al Serio in testa
Un modello di sviluppo da ripensare
Con oltre 291.000 ettari di suolo compromesso e una densità doppia rispetto ad altre regioni del Nord, la sfida per i prossimi anni sarà quella di invertire la rotta, puntando su rigenerazione urbana e tutela del suolo residuo.