5 Novembre 2025
05:58
Ipotesi detenuti al 41 bis al carcere S. Michele: ancora nessuna certezza ma gli indizi non mancano
ALESSANDRIA – Sul futuro del carcere di San Michele di Alessandria restano incertezza e preoccupazione. Al momento, infatti, non è stata ancora chiarita la futura destinazione della Casa di Reclusione, dopo le indiscrezioni su una eventuale riconversione in istituto di massima sicurezza, con la presenza di detenuti al 41 bis. I lavori necessari a un cambio di destinazione, però, sono già iniziati e potrebbero durare per altri mesi: fino all’inizio del 2026. Nel frattempo, oltre ai trasferimenti interni, sarebbero scattati anche quelli esterni: di detenuti cioè destinati ad altri istituti penitenziari. In tutto gli spostamenti dovrebbero riguardare 130 persone. Altri cento, di media sicurezza, resterebbero nella struttura della frazione alessandrina.
Nel frattempo lunedì pomeriggio si è tenuta la visita della consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra, Giulia Marro, insieme alle Garanti regionale e comunale dei detenuti, Monica Formaiano e Silvia Coscia, ma nemmeno in questa occasione è stato sciolto alcun punto interrogativo. L’esponente della minoranza a Palazzo Lascaris ha parlato di un “quadro allarmante”. “Da settimane, tra le persone detenute e il personale circolano voci insistenti sulla trasformazione di parte dell’istituto in una sezione 41 bis, ma senza alcuna comunicazione ufficiale. Eppure, i lavori sono già visibili: alle finestre sono comparse nuove grate, coerenti con le prescrizioni del regime 41 bis, mentre i trasferimenti interni continuano a ritmo costante” ha sottolineato Possibile Alessandria. La stessa consigliera Marro ha espresso il proprio rammarico per non aver potuto interloquire con la direttrice delle carceri di Alessandria, in occasione di questo sopralluogo. “Tutto questo nonostante la visita fosse programmata e comunicata con largo anticipo. Come riferito da più fonti, inoltre, pochi avvocati, garanti o autorità riescono a incontrare la direttrice: una situazione paradossale, tanto più in un momento così delicato per le due strutture penitenziarie alessandrine e per l’intero territorio”.
“È vero che non è casa mia, ma un po’ è come se lo fosse. Non possiamo essere spostati come pacchi, senza sapere dove stiamo andando e per quanto tempo” avrebbe detto un detenuto alla delegazione. “Il clima è di incertezza e frustrazione: quasi cento persone sono già state trasferite nel reparto che ospitava i collaboratori di giustizia, senza spiegazioni chiare. Le celle sono a norma e ospitano due persone, ma gli spazi restano angusti e la mancanza di informazioni pesa in modo evidente sul benessere psicologico”.
Nei giorni scorso anche il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante aveva chiesto delucidazioni al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, così da poter organizzare con il terzo settore, che in questi anni ha costruito percorsi importanti dentro il carcere, lo svolgimento delle future attività.
Possibile ha poi evidenziato la pressione a cui è sottoposto il personale di Polizia Penitenziaria: “I 28 nuovi ingressi annunciati coprono a malapena pensionamenti e trasferimenti, senza rappresentare un vero rafforzamento dell’organico. L’eventuale arrivo di personale ministeriale legato alla gestione del 41 bis potrebbe alleggerire parzialmente la situazione, ma non risolve il problema di fondo: la totale assenza di comunicazione trasparente e di programmazione condivisa. È necessario che il Ministero chiarisca subito quale sarà il futuro della Casa di Reclusione di Alessandria e che le istituzioni locali, insieme alla Regione e al mondo del volontariato, vengano messe in condizione di prepararsi a una trasformazione così rilevante. In un contesto già fragile, il silenzio e l’incertezza non fanno che alimentare tensione e sfiducia”.