Il cavolo di San Giovanni e i contadini vanno protetti: a Casal Cermelli Cirio decanta la bellezza dell’agricoltura
CASALE CERMELLI – L’agricoltura è un patrimonio imprescindibile per tutti, a cominciare dal fatto che dà da mangiare a tutti noi. A Casal Cermelli il giorno del ringraziamento è stato l’occasione per riunire i sindaci del territorio ma anche per celebrare il cavolo di San Giovanni, prodotto De.Co. e presidio Slow Food ritrovato grazie alla passione degli agricoltori del posto, capaci di rimettere a terra un ortaggio veramente autoctono. Una rivincita ma anche un modo per far riemergere i prodotti della tradizione come ha spiegato Daniele Cermelli, uno dei produttori, orgoglioso del cavolo che nasce in questo paese e che, come un don Chisciotte, sfida il dominio cino-giapponese di questa produzione.
Il cavolo di San Giovanni è un prodotto di nicchia ma la sua rigogliosa generosità è la prova che l’agricoltura è una professione che va difesa e tutelata, perché racconta la storia del Piemonte, ha aggiunto il Presidente della Regione, Alberto Cirio, presente a Casal Cermelli per celebrare la giornata del Ringraziamento, ma anche per sostenere il mondo agricolo, spesso demonizzato dalle politiche europee, ha spiegato nel suo intervento.
La storia del cavolo di “San Giuanëii”
Il Cavolo di S. Giovanni (“San Giuanëii”), è coltivato da tempo immemorabile nelle fertili terre alluvionali del Torrente Orba, nel territorio del Comune di Casal Cermelli in provincia di Alessandria.
Trattasi di una varietà per l’orto estivo/autunnale, molto precoce, di piccole dimensioni e soggetto alle spaccature. Più piccolo del cavolo tradizionale, meno produttivo, ma con grandi proprietà chimiche ed organolettiche. Molto diffuso fino agli anni cinquanta del secolo scorso, poi gradualmente dimenticato.
Il Cavolo di San Giovanni produce una palla sferica, con foglie di colore verde cupo. La pianta è medio-compatta, vigorosa, cresce velocemente ed è facile da coltivare. La verza, molto bollosa, può essere conservata in campo sino ai primi freddi. Si può seminare da maggio a luglio e trapiantare dopo 5 settimane. Matura dopo circa 3 mesi dal trapianto. È ricco di vitamine (A, C e K) e sali minerali (potassio, fosforo, ferro, calcio e zolfo). Ha proprietà antianemiche, depurative e diuretiche.
Il periodo ideale del trapianto, secondo la tradizione locale, era a fine giugno, dopo la festa di San Giovanni, sui terreni già coltivati a grano.
Dopo anni di abbandono, l’interesse per questa coltura è rinata grazie all’entusiasmo e alla tenacia di alcuni appassionati locali. Dopo anni di “ricerche sul campo”, nel 2012 si è riusciti a recuperare la semenza, a riprodurla in buona quantità e incrementare nuovamente la produzione presso alcuni agricoltori locali. Nel 2015 è stata proclamata la Denominazione Comunale del Cavolo di San Giovanni di Casal Cermelli (De.Co., Delibera Comunale n° 15 del 16/07/2015).
La locale Pro Loco ne sta ulteriormente diffondendo la conoscenza e l’utilizzo gastronomico attraverso le proprie manifestazioni e fiere che si svolgono a novembre in occasione della Festa di San Carlo (secondo patrono del paese).
Alcuni produttori locali hanno accolto con entusiasmo la proposta dei primi “sperimentatori” e si auspica che la coltivazione del Cavolo di San Giovanni possa espandere ulteriormente trovando ad essere un importante aspetto produttivo dell’orticoltura casalceremellese.
Trattasi, in ogni caso, di un importante recupero di un prodotto orticolo, da tempo dimenticato, che oggi, insieme ad altri prodotti del territorio, viene valorizzato e inserito nella memoria storica e nei suoi svariati utilizzi culinari.

