Milioni di bambini senza cibo, cure e istruzione. I diritti ancora negati e il messaggio di speranza degli alunni della Bovio
ALESSANDRIA – Sono 4,9 milioni i bambini nel mondo che muoiono prima di compiere cinque anni, un milione dei quali non arriva neppure al primo anno di età. Dati che fanno tremare, e che l’Unicef torna a ricordare con forza in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si celebra il 20 novembre per ricordare l’adozione nel 1989 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, il primo documento internazionale che ha riconosciuto ai bambini diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.
Secondo il rapporto consegnato in Prefettura ad Alessandria da Paola Golzio, presidente del comitato provinciale dell’Unicef, circa la metà dei decessi infantili è direttamente o indirettamente legata alla malnutrizione. I corpi dei bambini, indeboliti dalla fame, non riescono a difendersi neppure da malattie che, in gran parte del mondo, sono facilmente curabili. Le prime tre cause di morte restano polmonite, diarrea e malaria: malattie prevenibili, trattabili, eppure ancora letali per milioni di piccoli, soprattutto nelle aree più fragili del pianeta.
La fame non è un destino inevitabile, ma la conseguenza di crisi sovrapposte. Conflitti armati, instabilità economica, fenomeni climatici estremi e gli sfollamenti forzati che ne derivano stanno piegando intere popolazioni, in particolare nell’Africa Subsahariana e in alcune regioni dell’Asia Medio-Orientale.
Sono oggi 15 i Paesi del mondo piombati in una crisi alimentare acuta che colpisce 59,4 milioni di persone, quasi il doppio rispetto ai livelli registrati prima della pandemia. Numeri che raccontano una vera e propria emergenza umanitaria.
A trentasei anni dalla Convenzione ONU, il rapporto dell’Unicef solleva una domanda dolorosa: che valore ha un diritto se non viene garantito? Milioni di bambini non hanno cibo sufficiente, non possono giocare, crescere, andare a scuola. Diritti fondamentali negati, che continuano a tracciare un solco profondo tra chi può costruire un futuro e chi non ha neppure la possibilità di sopravvivere nei primi anni di vita.
Durante la cerimonia in Prefettura, è arrivata anche una voce di speranza. Una delle insegnanti che hanno accompagnato la classe 1ª B della scuola Bovio ha scelto di ricordare una frase di Frederick Douglass: “È più facile costruire bambini forti che riparare uomini spezzati.” Parole che sintetizzano il percorso di sensibilizzazione portato avanti con i bambini, affinché diventino adulti consapevoli, capaci di costruire una società che riconosca davvero i diritti di tutti e, in particolare dei più piccoli. La classe ha imparato la lingua dei segni per comunicare con un compagno sordo e si è esibita davanti al Prefetto di Alessandria, Alessandra Vinciguerra, e alle autorità riunite in Prefettura. Un gesto semplice ma potente, che dimostra come l’inclusione e il rispetto dei diritti possano prendere forma concreta fin dai primi anni di scuola.