2 Dicembre 2025
18:13
Addio a Vincenzo “Chacho” Marchelli, voce della tradizione piemontese
ALESSANDRIA – Ha suscitato profondo cordoglio la notizia della scomparsa di Vincenzo “Chacho” Marchelli, figura centrale della musica tradizionale piemontese e voce amatissima del folk regionale. Marchelli era nato a Valmadonna nel 1946 e fin da giovanissimo aveva intrecciato la propria vita con la musica popolare, portandone poi il suono ben oltre i confini del Piemonte.
Da bambino emigrò con la famiglia in Argentina. Fu proprio lì che cominciò ad ascoltare le canzoni popolari e, poco alla volta, a impararle. Quell’esperienza non lo lasciò mai: diventò la radice profonda di una passione coltivata con un amore contagioso per le melodie della tradizione orale. In quegli anni gli venne dato il soprannome “Chacho”, diminutivo di muchacho, che lo accompagnò per tutta la vita fino a diventare il nome con cui era riconosciuto anche sui palchi più importanti.
Il legame con i Tre Martelli segnò una tappa decisiva della sua carriera. L’amico e co-fondatore dei Tre Martelli Enzo Conti, ricorda di averlo conosciuto tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. Dopo poco, “Chacho” divenne ben presto “la voce” del gruppo, contribuendo a definire l’identità artistica dei Tre Martelli e portando con loro la musica popolare piemontese nei maggiori festival di settore, in Italia e in Europa.
Racchiudere in poche righe una vita così intensa non è semplice. “Su di lui stanno scrivendo un libro – racconta Conti – perché Chacho è stato l’anello di congiunzione tra la musica popolare e il folk revival”. Il canto lo aveva nel sangue, ereditato dalla famiglia e trasformato in un modo unico di stare sul palco: diretto, generoso, capace di accendere emozioni immediate. Nel corso della sua carriera aveva collaborato con numerose realtà della musica tradizionale. La sua fama era internazionale: messaggi di cordoglio stanno arrivando a Conti da ogni parte del mondo. “Era conosciutissimo, soprattutto in Francia, Spagna e Inghilterra”, testimonia l’amico, a conferma di un’impronta artistica che ha saputo parlare lingue diverse restando sempre fedele alle radici.
Forte anche il suo legame con Alessandria e con il Museo Etnografico della Gambarina, con cui aveva collaborato nel tempo, partecipando a percorsi didattici dedicati alla tradizione musicale orale. Un rapporto che racconta bene la sua idea di musica: non solo spettacolo, ma memoria viva, strumento di comunità, patrimonio da trasmettere. “Chacho era un amico, un personaggio che non si replica più”, sottolinea Conti con la voce rotta dall’emozione: “Se ne va una voce che ha saputo tenere insieme passato e presente”.
(in copertina foto tratta dalla pagina Facebook di Enzo G.Conti)