Autore Redazione
venerdì
12 Dicembre 2025
05:41
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Politica - Valenza

Rimandato l’ingresso di Valenza tra le Learning Cities Unesco, vicesindaco Rossi: “Candidatura da perfezionare”

Rimandato l’ingresso di Valenza tra le Learning Cities Unesco, vicesindaco Rossi: “Candidatura da perfezionare”

VALENZA – Un iter partito cinque anni fa durante la precedente amministrazione, poi ricalibrato dall’attuale giunta e ora da perfezionare. Valenza dovrà ancora aspettare prima di essere inserita nell’elenco di città Unesco. Come ha riferito a Radio Gold il vicesindaco della città dell’oro Luca Rossi, titolare della delega all’Unesco, la candidatura a Learning City “è da perfezionare. Ce lo hanno comunicato pochi giorni fa. Non è un diniego alla nostra richiesta quanto, piuttosto, un incoraggiamento a proseguire nel prossimo biennio”.

Cinque anni fa l’allora giunta Barbero aveva avviato, con un voto unanime in consiglio comunale, la presentazione della domanda per far riconoscere Valenza come “Città Creativa Unesco”. L’iter era stato rilanciato l’anno successo, nel 2021, durante la giunta Oddone. La successiva nomina di Como e Modena, ha poi spiegato a Radio Gold il vicesindaco Rossi, ha fatto propendere l’amministrazione a “virare” su un iter parallelo: quello del riconoscimento di Learning City, assegnato però nel 2025 a Brescia e a Cividale del Friuli. Le altre sei learning cities Unesco italiane sono Torino, Fermo, Palermo, Lucca, Trieste e Reggio Calabria. Valenza punta a entrare in questo prestigioso e ristretto novero grazie all’importante ruolo delle scuole orafe. “Siamo comunque entrati nella prima macrorete di città presenti lo scorso 4 novembre a Torino a un importante forum Unesco” ha precisato il vicesindaco Rossi “un’altra occasione per tessere importanti relazioni. Ad affiancare l’amministrazione c’è e ci sarà, come sempre, la fondazione Mani Intelligenti che, nei prossimi mesi, organizzerà degli specifici seminari. Un iter che, sono sicuro, sarà portato avanti dalla coalizione che si aggiudicherà le prossime elezioni (previste nel 2026, ndr), anche se non sarà la nostra”.

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