Autore Redazione
martedì
16 Dicembre 2025
06:06
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Cronaca - Tempo Libero - Vivere il Pavese - Wonderland Eventi - Pavia

Oltre 17mila visitatori in 3 mesi per la mostra sulla Battaglia di Pavia

Oltre 17mila visitatori in 3 mesi per la mostra sulla Battaglia di Pavia

PAVIA – La grande mostra “Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia”, inaugurata il 19 settembre scorso al Castello Visconteo di Pavia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – Sergio Mattarella, che ha visitato la mostra il 3 ottobre scorso – ha superato i 17 mila visitatori. L’esposizione ha prolungato i propri orari di apertura e quindi è visitabile dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 18 (martedì feriali chiuso), il venerdì, sabato, domenica e festivi: dalle 10 alle 19.

I visitatori hanno apprezzato le opere di grandi maestri come Leonardo da Vinci, Ambrogio Bergognone, Bernardino Zenale, Pietro Perugino, che offrono una prestigiosa e unica testimonianza della splendida fioritura artistica e culturale conosciuta dalla città di Pavia nel Rinascimento. In uno dei periodi più iconici della storia del Paese, la città fu infatti uno straordinario crocevia artistico, politico e culturale tra Nord Europa e Italia.

“Siamo estremamente soddisfatti per questo importante traguardo che ci ripaga del grande lavoro organizzativo e di ricerca storico-artistica alla base della mostra, ma ci auguriamo anche che un numero sempre più elevato di visitatori possa ammirare gli straordinari arazzi e le altre bellissime opere. È una esposizione costruita con un’accurata selezione di capolavori e con la restituzione di pezzi poco noti al grande pubblico. Si tratta di una grande occasione di rilancio della città di Pavia, della sua storia e della produzione artistica che ancora si conserva e che merita di essere conosciuta” ha commentato Michele Lissia, Sindaco di Pavia.

Grazie all’eccezionale disponibilità dei prestatori, tra cui, oltre a Capodimonte e la Certosa di Pavia, anche le Collezioni Reali di Windsor, la Biblioteca Laurenziana di Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Brera etc., la mostra sarà prorogata fino al 24 febbraio 2026, data della ricorrenza della storica Battaglia, chiudendo idealmente l’anno di celebrazioni dell’evento. Numerosi gli eventi organizzati a cura dei curatori e del comitato scientifico per approfondire i temi della mostra.

Martedì 16 dicembre alle ore 17 presso la sala conferenze dei Musei Civici si terrà una delle conferenze dedicate all’esposizione, a cura di Pier Luigi Mulas, Dal codice miniato al libro a stampa (passando per gli affreschi): il Maestro dei Graduali di San Salvatore.

Venerdì 30 gennaio 2026 si terrà una giornata di studi – aperta al pubblico – intorno allo straordinario ciclo di arazzi della Battaglia di Pavia, fulcro della seconda parte dell’esposizione, e oggetto di dibattito per quanto concerne, in particolare, la sequenza di esposizione dei preziosi manufatti. Se ne approfondiranno gli aspetti tecnici, storico-artistici e collezionistici, contando sulla presenza dei maggiori esperti, tra cui la prof.ssa Cecilia Paredes e la restauratrice Graziella Palei.

Inoltre, la mostra sarà presentata anche:

  • a Brescia, presso Fondazione Brescia Musei, mercoledì 14 gennaio 2026, ore 18,30
  • a Milano, presso Gallerie d’Italia, martedì 13 gennaio 2026, ore 18
  • a Bologna, presso la Fondazione Zeri, mercoledì 21 gennaio 2026, ore 17,30
  • a Firenze, presso la Fondazione Longhi, mercoledì 4 febbraio 2026

La mostra è stata organizzata nell’ambito delle manifestazioni per il Cinquecentenario della Battaglia di Pavia (24 febbraio 1525), un evento epocale che ha segnato la storia d’Europa, il primo grande scontro in cui le armi da fuoco furono decisive per l’esito finale e che aprì un nuovo capitolo nelle vicende dell’Italia e del Vecchio Continente. Punto di forza della mostra è la spettacolare raffigurazione visiva della battaglia, offerta dai sette arazzi monumentali del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, eccezionalmente concessi tutti in prestito per l’occasione, tessuti negli anni 1528-1531 dalla manifattura fiamminga di Jan e Willem Dermoyen su disegni di Bernard van Orley, per celebrare la vittoria delle truppe imperiali di Carlo V sull’esercito francese guidato da re Francesco I.

Gli arazzi sono quindi riuniti nella città che li ha ispirati, dopo un importante intervento di restauro e tre grandi mostre negli Stati Uniti, per restituire al pubblico la narrazione visiva completa della battaglia, immortalata con una sensibilità pittorica e simbolica di sorprendente modernità.

Caratteristica distintiva della mostra è quella di costruire un vero e proprio dialogo tra dipinti, disegni, sculture, codici miniati e oggetti d’arte decorativa provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed internazionali quali la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco di Milano, la Veneranda Pinacoteca Ambrosiana, la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Certosa di Pavia e il suo museo, il Musée d’art et d’histoire di Ginevra, la Royal Collection di Windsor e il Victoria & Albert Museum di Londra.

Per l’occasione è stato ricomposto nel percorso espositivo un magnifico polittico, che il maestro lombardo Ambrogio Bergognone realizzò per la Certosa e le cui tavole sono oggi divise in luoghi e proprietà diversi. Grazie al sostegno di Fondazione Bracco, è possibile fruire dei risultati delle analisi diagnostiche non invasive condotte su alcune tavole del polittico da un team di esperti delle Università di Milano, dello spin off IUSS-Pavia DeepTrace Technologies e del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

Viene inoltre presentato al pubblico lo straordinario coro ligneo cinquecentesco intarsiato e dipinto proveniente dalla chiesa di San Marino di Pavia, appositamente restaurato e allestito presso i Musei Civici.

La mostra si articola in due sezioni principali. La prima è dedicata a esplorare lo straordinario momento storico-artistico che la città di Pavia visse nel Rinascimento tra la fine del Quattrocento e il 1525. La seconda sezione, volutamente separata a significare la cesura che l’evento bellico segnò rispetto agli anni precedenti sia per Pavia e per il Ducato di Milano, sia per gli equilibri politici di tutta la penisola, è interamente dedicata all’esposizione dei sette monumentali arazzi.

L’iniziativa è organizzata dai Musei Civici di Pavia e dal Comitato Promotore e Alto Coordinamento per il Cinquecentenario della Battaglia di Pavia composto da: Comune di Pavia, Fondazione Monte di Lombardia, Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia, Università di Pavia, con il prezioso sostegno di Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Fondazione Bracco.

In particolare, Intesa Sanpaolo considera l’arte e la cultura come una risorsa strategica del Paese in grado di innescare processi di crescita anche sul piano sociale, economico e occupazionale. Inserito a pieno titolo nel proprio Piano di Impresa 2022-2025, l’impegno della Banca verso la cultura e l’arte è una componente significativa del programma di sostenibilità ESG di Intesa Sanpaolo.

I curatori della mostra sono Laura Aldovini, Francesco Frangi, Pietro Cesare Marani, Mauro Natale e, per la sezione degli arazzi, Carmine Romano e Mario Epifani per il Museo di Capodimonte. Il comitato scientifico è presieduto da Annalisa Zanni, già Direttore del Museo Poldi Pezzoli di Milano, e include alcuni tra i massimi esperti del periodo rinascimentale e in particolare, oltre ai curatori, Marco Albertario, Rosario Maria Anzalone, Stefania Buganza, Pier Luigi Mulas, Edoardo Rossetti. Ad essi si aggiungono altri esperti che hanno contribuito al catalogo, tra i quali Sylvain Bellenger, Thomas P. Campbell, Andrea Di Lorenzo, Luisa Giordano, Cecilia Paredes.

Il percorso espositivo

La rassegna si apre con la figura di Donato de’ Bardi, pittore attivo in prevalenza in Liguria, ma che orgogliosamente si firma “Papiensis”, evocato in mostra quale precursore dello sviluppo dell’arte rinascimentale a Pavia e fondamento per tutta la pittura lombarda del Quattrocento. I nuclei intorno a cui si sviluppa il percorso sono la Certosa, il Duomo e la città. Una sezione è dedicata infatti allo straordinario cantiere della Certosa di Pavia, il più emblematico degli ambiziosi progetti dei duchi nella loro seconda capitale. Nella sua magnificenza di marmi e pale d’altare, la Certosa costituisce – a cavallo tra Quattro e Cinquecento – un cantiere cardine per l’arte lombarda, anche per la presenza dei capiscuola dell’arte della regione, come il Bergognone, e di alcuni dei maggiori maestri italiani del tempo, primo fra tutti il Perugino.

Un’altra sezione si incentra sulla ricostruzione della cattedrale pavese. L’impresa fu la conseguenza di un vero moto di orgoglio civico che vide i pavesi, i presuli residenti alla corte di Roma e i signori del ducato impegnati a finanziare il cantiere di una chiesa che si voleva più bella di Santa Sofia a Costantinopoli. Il risultato fu un concorso straordinario di artisti sulla scena pavese, tra cui Bramante, Leonardo, Francesco di Giorgio Martini e altri che furono incaricati di occuparsi del progetto. La loro presenza ebbe ripercussioni rilevanti sulla schiera di artigiani e di artisti locali, come testimonia anche il monumentale modello ligneo conservato proprio in Castello – una delle testimonianze più alte della carpenteria rinascimentale. Oltre all’Incisione Prevedari, la rarissima stampa eseguita su disegno di Bramante, sono      presenti in mostra alcuni preziosissimi disegni di Leonardo, che rievocano i soggiorni pavesi del maestro – ad esempio in occasione dell’avvio del cantiere della Cattedrale – con studi su chiese a pianta centrale, sui cavalli di Galeazzo da Sanseverino e sul tema dell’antica statua equestre del Regisole, con fogli eccezionalmente prestati dalle Collezioni reali di Windsor.

Altre sezioni sono dedicate alla produzione degli artisti pavesi impegnati nella pittura, nella scultura in legno e nella miniatura, mirando a rendere visibili i riverberi di questa vivace congiuntura nella produzione figurativa locale. Vengono così presentati per la prima volta a confronto tra loro le personalità di pittori come Bernardino Lanzani, Bartolomeo Bonone, il cosiddetto Maestro della Deposizione di Pavia, il Maestro delle Storie di Sant’Agnese, e quelle dei maestri intagliatori come i fratelli De Donati e Giovanni Angelo Del Maino, artista che fu tra i più nobili interpreti della scultura lignea nell’Italia di primo Cinquecento.

Assecondando un climax ascendente, il percorso culmina nell’ultima grande sala della mostra, dove il pubblico può godere di una vera e propria ‘immersione’ nella fantasmagoria della rappresentazione della Battaglia offerta dai sette arazzi di Capodimonte, all’interno dei quali si colgono – grazie ad un apposito apparato didattico – i vari personaggi e i momenti chiave dell’evento storico che cambiò le sorti d’Europa.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore. Alla mostra al Castello Visconteo si affiancano altre importanti esposizioni organizzate per il Cinquecentenario:

  • la mostra multimediale “La battaglia di Pavia, 24 febbraio 1525: i tempi, i luoghi, gli uomini, sempre presso il Castello Visconteo, aperta fino all’11 gennaio 2026, con possibilità di biglietto scontato integrato con la grande mostra Pavia 1525;
  • quella documentale “La miseranda Citade. Pavia assediata 1522-1527”, aperta fino al 29 dicembre 2025 presso lo spazio di Santa Maria Gualtieri, che racconta, attraverso le testimonianze dirette della gente comune, la vita quotidiana dei Pavesi;
  • la mostra bibliografica “Il silenzio della stampa”, fino al 30 dicembre 2025 alla Biblioteca Universitaria Pavia, che illustra la produzione libraria pavese prima, durante e dopo il conflitto, momento cruciale della storia cittadina che si riflette anche sull’attività dei torchi tipografici.

Non mancano, infine, occasioni di visite guidate, anche gratuite, sulle tracce della Battaglia di Pavia e altre iniziative.

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