27 Aprile 2016
22:00
I laureati dell’Università del Piemonte Orientale trovano lavoro prima e guadagnano di più
ALESSANDRIA – I laureati dell’Università del Piemonte Orientale sono soddisfatti del percorso di studio scelto, del rapporto avuto con i docenti e una volta raggiunto il traguardo della laurea magistrale trovano lavoro prima e, in media, guadagnano di più dei ‘colleghi’ del resto d’Italia. Il dato è emerso dall’ultimo rapporto AlmaLaurea presentato all’Università di Napoli Federico II.
L’indagine, a livello nazionale, ha coinvolto 71 dei 73 atenei aderenti al Consorzio, per un totale di quasi 270 mila laureati del 2015, di cui 154 mila di primo livello, 77 mila nei percorsi magistrali biennali e 32 mila laureati a ciclo unico. Sono invece oltre 570 mila i laureati coinvolti nel XVIII Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale degli intervistati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dalla conquista del titolo.
Per quanto riguarda l’Università del Piemonte Orientale sono stati scandagliati i profili di 1.765 laureati, in particolare 1.190 di primo livello, 288 magistrali biennali , 280 a ciclo unico e ancora quelli dei laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.
Tra tutti i laureati dell’Upo intervistati per il Rapporto AlmaLaurea solo una minima parte è straniera, il 3,9%, mentre il 21% proviene da altre regioni. In media gli universitari raggiungono il sudato traguardo della laurea a 26,7 anni (la media nazionale è pari a 26,2 anni) anche se su questo dato incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario. Non tutti i ragazzi, infatti, si immatricolano dopo il diploma. Rispetto a una media nazionale del 47%, più della metà degli iscritti all’Università del Piemonte Orientale, il 57%, riesce infatti a tenere il passo con gli esami e laurearsi in corso( sono il 58% tra i triennali e il 68% tra i magistrali biennali). Il voto medio di laurea è 100,1 su 110; in particolare, 98,3 per i laureati di primo livello e 106,1 per i magistrali biennali.
L’87% dei laureati intervistati per questa parte dell’indagine si è detto soddisfatto del rapporto con il corpo docente e il 77% ritiene “adeguate” le aule dell’ateneo. Positivo, per il 74%, anche il giudizio sui servizi di biblioteca mentre sembra ci sia ancora del lavoro da fare per migliorare le postazioni informatiche, che solo il 46% ritiene adeguate al numero di studenti.
E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Confermerebbe la scelta del corso e dell’Ateneo il 69% dei laureati, mentre il 7% si riscriverebbe allo stesso ateneo ma cambiando corso.
AlmaLaurea, però, si è anche concentrata sulla Condizione occupazionale, seguendo le carriere di 2.409 laureati dell’Università del Piemonte Orientale
L’indagine si è focalizzata sul 67% dei 1.046 laureati triennali del 2014 che hanno deciso di non proseguire gli studi. Il tasso di occupazione (considerando occupati anche chi è in formazione retribuita) è del 77%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 16%.
Il 51% degli occupati può contare su un lavoro stabile, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc) e il guadagno è in media di 1.235 euro mensili netti.
Confortante anche un altro dato emerso dall’indagine: il 69% degli intervistati, infatti, svolge il lavoro per il quale ha tanto faticato sui libri.
Per quanto riguarda i 270 laureati magistrali biennali del 2014 intervistati a un anno dal titolo, il 79% risulta occupato e il 54% può contare su un lavoro stabile. Il guadagno è di 1.275 euro mensili netti e l’efficacia del titolo di studio è pari al 42%.
Tra i 252 ex studenti dell’Upo coinvolti nell’indagine a ormai 5 anni dalla laurea, l’84% è occupato e il 74% ha un impiego stabile. Le retribuzioni arrivano a 1.473 euro mensili netti e l’efficacia del titolo di studio è pari al 57%. E dove lavorano i laureati 2010 dell’Università del Piemonte Orientale? Sempre in base all’indagine il 71% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 26% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (2%). L’ambito dei servizi assorbe il 79%, mentre l’industria accoglie il 18% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.