Autore Redazione
giovedì
12 Maggio 2016
22:49
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Politica - Alessandria

Il progetto di accoglienza dell’Associazione Abbraccio si farà ma non a Cascinagrossa

Il progetto di accoglienza dell’Associazione Abbraccio si farà ma non a Cascinagrossa

ALESSANDRIA – L’incontro a Litta Parodi tra l’assessore del Comune di AlessandriaVittoria Oneto, e alcune mamme dei bambini che frequentano la materna di Cascinagrossa, ha rasserenato gli animi e ha risolto ogni questione pendente. Il discusso progetto di accoglienza dell’associazione “Abbraccio” si farà, ma non nei locali dell’ex elementare della frazione alessandrina. Diversi cittadini infatti avevano manifestato perplessità per un progetto ritenuto delicato che avrebbe dovuto accogliere mamme in difficoltà e relativi figli. Il caso, ha spiegato l’assessore Oneto, “era montato per strumentalizzazioni da parte di qualcuno, non certo delle mamme, che si sono dimostrate sensibili e aperte. Per questo abbiamo deciso di cercare un altro luogo dove inserire il percorso ideato dall’associazione“.

L’associazione “Abbraccio” infatti ha risolto tutto presentando una accorata lettera (la trovate a fondo pagina ndr) con cui ha annunciato lo spostamento del progetto altrove “perché – come ha spiegato nel documento Pino Di Menza, presidente dell’associazione – il progetto aveva come presupposto irrinunciabile per la sua riuscita, caratteristiche che non si sono potute verificare “.

Il progetto infatti “si farà perché è molto bello e importante – ha spiegato l’assessore Vittoria Oneto. Il Comune di Alessandria ha appoggiato l’idea ma non si sono verificate le condizioni per poterlo fare a Cascinagrossa e si stanno valutando altre possibilità. Ce ne sono diverse e ora l’associazione sceglierà quella più idonea sempre con un confronto trasparente con i cittadini. Infatti tutti, nel caso in questione, sono stati coinvolti da settembre scorso, prima ancora che il progetto fosse presentato al bando. C’è stato un percorso molto trasparente che però poi è sfociato, nelle ultime settimane, in una strumentalizzazione da parte di qualcuno, non certo le mamme, molto disponibili e aperte. Purtroppo però alcune persone hanno trasformato questo progetto in qualcos’altro, alimentando tensioni. Sicuramente le mamme hanno apprezzato molto il progetto anche se ritengono non ci siano le condizioni per attuarlo a Cascinagrossa”.

Un sentimento emerso nell’incontro di mercoledì sera, definito “positivo – ha spiegato Daniela Carusoanche perché l’assessore ha manifestato disponibilità rispetto a progetti di recupero dei locali dell’ex scuola elementare. Si è parlato di aperture di un nido o percorsi dedicati ai bambini del paese. Siamo contenti che il progetto dell’associazione ‘Abbraccio’ possa andare come annunciato da Vittoria Oneto. Ora ci auguriamo che gli spazi dell’asilo nido di Cascinagrossa vengano sfruttati con altre idee e utilizzati dai bambini del paese oltre che da quelli vicini”.

E in effetti, ha aggiunto Vittoria Oneto, le mamme “sono state molto propositive. Visto che di recente abbiamo aperto un centro gioco nei locali dell’ex nido, abbiamo cominciato a immaginare come possano essere sfruttati gli altri locali. Nell’incontro sono state illustrate alcune proposte e noi siamo disponibili anche ad aprire un nido: se ci sono le condizioni siamo ben contenti di dare anche in uso gratuito quei locali“.

Di seguito la lettera del Presidente dell’associazione, “Abbraccio”, Pino Di Menza:

Gentile Vittoria,
mi rivolgo a te, assessore e amministratore del Comune di Alessandria, ma anche mamma e cittadina di Cascinagrossa. Vorrei prima di tutto ringraziarti per avermi dato l’opportunità di realizzare il progetto OASI in un’altra struttura e quindi comunicarti che l’esperienza a Cascinagrossa per me è conclusa. Questo perché il progetto aveva come presupposto irrinunciabile per la sua riuscita, caratteristiche che non si sono potute verificare. Ogni incontro non avviene mai per caso, può arricchirci ed essere un’occasione di crescita, pertanto vorrei esprimere a te, e se lo riterrai, anche ai concittadini, genitori e mamme del paese, alcune considerazioni e riflessioni nate da questa esperienza. Innanzitutto è importante sottolineare che i modi di dare, essere solidali e generosi, dedicarsi agli altri, sono moltissimi e diversi ma tutti belli ed ugualmente importanti. Non è assolutamente obbligatorio uniformarsi e ubbidire ad altri nel fare il bene. Sono certo che le cittadine e le mamme di Cascinagrossa a livello individuale, patiscono nel vedere la sofferenza di mamme come loro coi bambini che devono affrontare situazioni difficili, precarie e di dolore. E so per certo, che più di una di loro, ha sentito il desiderio di fare qualcosa per poter portare aiuto. Ma a livello collettivo penso che il cuore, questo cuore di mamma, viene stranamente e controvoglia, messo a tacere e vengono in evidenza solo le ragioni legate ai pregiudizi, alla paura, alle voci distruttive disinformate e a volte anche cattive. A livello personale si entra in una specie di lacerazione interna.

E questo è il sentire del nostro ambiente sociale diffuso in tutti i settori. Non è che non ci sono ragioni per avere paura: purtroppo i fatti che accadono non fanno che accrescere e cementare questo sentimento. Ma noi siamo uomini e donne pensanti, anche con il cuore e bisogna sempre bilanciare le ragioni dell’uno e le ragioni dell’altra.

Anche perché se ragioniamo solo ascoltando la paura, il nostro cuore diventa duro come la pietra, e c’è il rischio che una volta indurito il nostro cuore non faccia più distinzione tra amici, parenti, conoscenti e lontani. Inoltre così facendo rinunciamo alla nostra umanità. Cos’è l’umanità se non darci una mano l’uno l’altro in questo cammino che facciamo tutti insieme, per raggiungere la felicità?

E la felicità e la gioia non è già presente nell’atto stesso in cui ci dedichiamo e siamo consapevoli che stiamo portando aiuto agli altri, che stiamo dando un po’ del nostro tempo e della nostra vita per gli altri? E questo a cominciare dai nostri figli, dai nostri cari e via via agli amici, ai conoscenti, ai lontani, ai poveri, a chi soffre. Non è dare un senso alla nostra vita l’amare e l’essere amati?

In conclusione: questa mia riflessione non vorrei fosse presa come un giudizio da arrabbiato perché deluso nei confronti di alcuno: chi sono io per giudicare? Non ho forse anch’io i miei tentennamenti dubbi e perplessità resistenze nel dare?

Vuole essere condivisione di sentimenti e pensieri con miei compagni di viaggio con lo scopo di farci riflettere tutti insieme sul nostro futuro, perché sia migliore per noi e per i nostri figli. Sono certo come dicevo sopra, che ciascuno di noi già dà agli altri, in qualche modo e generosamente, tutti siamo così. Il modo di dare e dedicarsi agli altri non può essere per tutti uguale. Grazie per questo. L’importante è che teniamo sempre aperta una finestra sul mondo, al di fuori di noi. Solo così facciamo entrare un po’ di luce e teniamo il nostro cuore morbido e accogliente e solo così ci diamo la possibilità di crescere in umanità ed essere felici.

Concretamente rispetto a quest’ultimo punto, io non rinuncio ad appellarmi al cuore dei cittadini di Cascinagrossa, ne hanno in abbondanza: chiederò loro aiuto anche piccolo, se me lo permettono, nei tempi e nei modi che insieme stabiliremo in un prossimo futuro, magari per darmi una mano nei miei progetti in Africa o anche qui vicino. Personalmente credo nel loro cuore, di uomini e donne veri.

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