31 Maggio 2016
22:00
Eternit-bis: l’Afeva attende “fiduciosa” la pronuncia della Corte Costituzionale
CASALE – Non solo un nuovo processo a Stephan Schmidheiny è possibile, ma “necessario e doveroso”. Ne è convinta, da sempre, l’Afeva di Casale Monferrato che martedì ha atteso “fiduciosa” la pronuncia della Corte Costituzionale. Dopo la breve udienza nel palazzo della Consulta, la delegazione arrivata a Roma e tutti i casalesi rimasti nel monferrato per ore hanno atteso un comunicato con la pronuncia. Alle 11 di martedì le parti avevano infatti già finito di esporre le rispettive posizioni, già messe nero su bianco nelle memorie depositate mesi fa. Almeno fino all’ora di cena il responso sulla possibilità di processare Schmidheiny questa volta per l’omicidio volontario di 258 vittime dell’amianto non era ancora arrivato. La relazione del vice presidente della Consulta che martedì ha riassunto le posizioni esposte dalla parti “ha tuttavia dato l’idea che si possa andare avanti” ha commentato, seppur con cautela, Nicola Pondrano. Non si può, del resto, negare ancora una risposta di giustizia a tutte le vittime dell’amianto, ha aggiunto, soprattutto quando ogni anno, solo nel casalese e in provincia di Alessandria, si contano cinquanta vittime del mesotelioma. Il precedente processo, come rimarcato anche dall’Afeva di Casale nella nota postata su Facebook da Bruno Pesce, “non si era del resto occupato delle morti dei singoli lavoratori e cittadini” e in più “la sciagurata sentenza” che aveva chiuso il primo processo Eternit non era di assoluzione ma solo di prescrizione. L’Afeva, quindi, continua ad aspettare la decisione della Corte Costituzionale, nella speranza di potersi lasciare alle spalle “il prima possibile questa, speriamo ultima, pausa di sospensione e riprendere, tutti assieme, il cammino verso una definitiva affermazione di responsabilità nei confronti dell’ex-proprietario dell’Eternit”.