27 Giugno 2016
23:21
Un microcosmo musicale e letterario. Recensione di “Talkin’ Guccini” ad Asti Teatro 38
ASTI – Guccini, le sue canzoni, i suoi romanzi e i suoi luoghi scorrono e diventano immagini e suoni.
Lunedì 27 giugno, al Teatro Alfieri, nell’ambito del Festival Asti Teatro 38, Tieffe Teatro ha presentato “Tankin’ Guccini”, uno spettacolo-racconto basato sulla poetica del cantautore.
L’impianto è rievocativo e immaginifico. In un’osteria , il 1^ agosto del 1980, giorno precedente la strage di Bologna (e alla fine apparirà proiettata l’immagine del famoso orologio fermatosi in quell’istante) gli avventori e la proprietaria del locale raccontano e cantano, in una soluzione continua che alterna le due modalità, di personaggi che appartengono al mondo delle canzoni e della produzione letteraria di Guccini.
L’osteria è rustica, con le tovaglie a quadretti, e dalle finestre (schermi su cui appare proiettato un esterno) si vedono la luce del giorno alternarsi con il buio e i passanti sfilare. Il contesto è naturalmente riconducibile al cantautore, la parlata è emiliana e i discorsi appartengono sia al presente che al ricordo di persone e di un mondo passato. Quattro i personaggi che appartengono all’immaginario gucciniano: Serafina, la popolana-proprietaria dell’osteria, la matta , che colleziona oggetti che racchiudono l’anima dei loro proprietari, il frate donnaiolo, alticcio e un po’ filosofo, e Vacca di un cane, il musicista che, ne “L’avvelenata”, è la voce dell’autore.
Prendono vita Amerigo, ritornato dall’America privato della sua giovinezza, Vanina delle “Croniche Epafaniche”, “Il bello” che incanta al ritmo del tango. Una quantità di personaggi ruotano intorno ai protagonisti e il racconto-canzone è corale nella misura in cui rappresenta una comunità e le sue debolezze.
Sulla scena anche Flaco Biondini, da sempre chitarrista di Guccini, e Alessandro Nidi al pianoforte, entrambi protagonisti dell’atmosfera da osteria laddove si tira tardi, si ride e si si viene colti da nostalgia.
Uno spettacolo ricco e, viene da dire, genuino, nel senso della fedeltà all’iconografia e alla coerenza gucciniana. Il pregio sta nella realizzazione del vero teatro-canzone con la continuità naturale di parlato e cantato, in un contesto conviviale che giustifica la diversità dei generi.
Molto bravi i protagonisti. Lucia Vasini ha modi popolani che divertono e, a tratti, apici di drammaticità, Andrea Mirò regala delle interpretazioni (su tutte “Il vecchio e il bambino” quasi priva di accompagnamento musicale) di notevole fascino e originalità. Divertente e ben in parte Fabio Zulli con il personaggio del frate, iroso e pieno di aspettative il Vacca di un cane di Enrico Ballardini, che ben interpreta le contraddizioni del musicista.
L’effetto è un’immersione allegra, malinconica e popolare in un pezzo di mondo che parla di vizi, piccole felicità, fatica e vita che scorre.
Il bis con “La locomotiva” chiude uno spettacolo che appassiona e lascia con il desiderio di ascoltare ancora.
Asti Teatro 38 continua fino a domenica 3 Luglio con più spettacoli giornalieri. Il prossimo appuntamento, al Teatro Alfieri, sarà martedì 28 giugno, alle ore 20, con “Sporting”, per la regia di Enrico Gentina.
Nicoletta Cavanna